Medicina estetica, i ritocchini soft consigliati per ogni fascia d’età

La correzione (medica) perfetta? C’è ma non si vede. Per essere cool non bisogna strafare. Ma ricercare l’effetto nature



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Le labbra a canotto non vanno più di moda. E nemmeno altri ritocchi “esagerati” che hanno scandito la bellezza siliconata dell’inizio del nuovo millennio: zigomi tridimensionali degni di un roditore, occhi tirati ai lati, sopracciglia rialzate, pelle senza l’ombra di una ruga, con l’espressione mummificata da overdose di botulino. Il nuovo diktat che arriva dal Brasile, patria riconosciuta della medicina estetica, è un interessante dietrofront all’insegna del naturale, di quella bellezza autentica e mai sopra le righe che rispetta l’anatomia del volto e si rifiuta di fermare il tempo con interventi di restauro che stravolgono i lineamenti.

Un nuovo trend, in controtendenza rispetto a tanti volti fatti e rifatti del grande schermo, che viene abbracciata anche da alcune aziende produttrici di apparecchiature, prodotti e dispositivi medici ad uso e consumo di chi opera nell’effervescente mondo della medicina estetica. È il caso, per esempio, di Merz Aesthetics che promuove una sorta di vademecum per un ritocco gentile, un invito diretto ai camici bianchi a non strafare per assecondare a ogni costo le richieste delle clienti.

Ma quali sono i ritocchini soft consigliati nelle diverse fasce di età?


  • 20-30 ANNI


Microfiller su labbra e naso

Baciate dalla giovinezza, molte ragazze si mostrano comunque insoddisfatte del loro aspetto e perciò insicure nei rapporti interpersonali. Al medico estetico chiedono, quindi, labbra all’Angelina Jolie e, a volte, persino l’aumento degli zigomi. «Ok per un filler alle labbra se sono molto sottili e poco delineate, ma niente incremento volumetrico degli zigomi», spiega la dottoressa Eliana Lanzi, chirurgo plastico ed estetico a Catania. «Per dare risalto alla bocca, focus della seduzione, esistono due tipi di filler: uno studiato per rendere le labbra carnose, l’altro per ridisegnare l’arco di Cupido e il contorno che, a volte, è reso meno netto dall’herpes labiale recidivante».

Oppure, se una ragazza ha il naso a goccia, con il gibbo o la punta schiacciata da “patatina novella” si può puntare sul rinofiller: se eseguite a regola d’arte, le infiltrazioni di acido ialuronico possono nascondere la gibbosità del dorso, rimodellare e dare più slancio alla punta, mentre la forma a goccia si corregge con microdosi di tossina botulinica che bloccano quei muscoletti che fanno “pendere” la punta del naso. «In voga tra le giovani è anche il fox eye (sguardo da volpe), cioè un effetto occhio allungato, vagamente orientaleggiante, che si ottiene rialzando la coda del sopracciglio con dei fili di trazione in PDO o in acido polilattico», prosegue la dottoressa Lanza. «Sta bene? Dipende dal viso, dal taglio e dalla grandezza degli occhi e dal loro rapporto armonico con le altre aree del volto. Spetta al medico l’ultima parola, onde evitare risultati innaturali».


  • 40 ANNI


Addio zampe di gallina

Anche se dedichi una cura maniacale alla beauty routine ed eviti il sole come la peste, si aprono a ventaglio ai lati degli occhi rivelando impietosamente l’età. Sono le rughe perioculari, volgarmente note come “zampe di gallina”. Chi poi ammicca molto, e corruga i muscoli stile pensatore di Rodin, inizia anche a manifestare le rughe orizzontali della fronte o quelle glabellari tra le sopracciglia. «Per spianare i segni di espressione senza interventi invasivi l’unica soluzione è la tossina botulinica», afferma la dottoressa Lanza. «Distende le zampe di gallina, apre lo sguardo e toglie quell’aria corrucciata da dilemmi irrisolti». 40 anni è anche il momento di prevenire il cronoaging, mettendo in programma qualche seduta di biorivitalizzazione.

«Anche in medicina estetica prevenire è meglio che curare», aggiunge l’esperta. «Per questo consiglio un ciclo di biorivitalizzazione con idrossiapatite di calcio (componente delle ossa e dei denti) associato a carbossimetilcellulosa. La fiala che contiene i due attivi va diluita in soluzione fisiologica e usata per tante microiniezioni sulla pelle del viso, così da stimolare la produzione di collagene, acido ialuronico ed elastina da parte dei fibroblasti del derma».

Infine, nelle over 40 magre che hanno delle occhiaie profonde, può essere indicato riempire il solco lacrimale, sempre con un filler di idrossiapatite di calcio che è sicuro e biocompatibile. Altri ritocchi? Sconsigliati i filler volumizzanti di ogni tipo: è ancora presto.


  • 50 ANNI


Via le rughe naso-geniene

Oltre alle zampe di gallina, sempre più marcate, si impone l’esigenza di correggere le rughe naso-geniene, quei solchi che dai lati del naso scendono verso la bocca. «Non pensiamo però che basta riempirli con un filler per ottenere l’effetto antigravitazionale, di risalita del volto verso l’alto», avverte la dottoressa Eliana Lanza. «Il mio consiglio è quello di restituire un po’ di volume agli zigomi e alla zona malare situata tra le palpebre inferiori e le guance. A 50 anni è naturale che si presenti un po’ svuotata e scesa. Correggendo i volumi con punturine ad hoc, sempre con un filler a base di idroassiapatite di calcio (puro o appena diluito), si ottiene subito un effetto-lifting, di riposizionamento dei tessuti verso l’alto. Poi, si può passare alle naso-geniene».

A riempire quest’ultime ci pensa l’acido ialuronico ad alto peso molecolare e crosslinkaggio (cioè con un legame stretto tra le molecole che lo compongono): va iniettato a livello del derma medio, per ottenere risultati più duraturi e, soprattutto, naturali.


  • 60 ANNI


Combatti la lassità

Si impone il ritocco di classe, senza troppi volumi “in espansione” (labbra, zigomi, tempie, mento) che rasentano il ridicolo. «Chi cerca un lifting non chirurgico, senza bisturi né aghi, può puntare su Ultherapy®, il trattamento indicato a partire dai 50 anni ma che proprio nelle over 60 trova il target ideale», premette il dottor Pier Paolo Rovatti, chirurgo plastico ed estetico a Verona e Milano.

«Un manipolo emette un fascio di ultrasuoni microfocalizzati che, grazie all’effetto termico (il calore raggiunge i 65 °C gradi nei tessuti profondi, ma viene percepito a 40 °C), determina la contrazione delle fasce muscolari e dei setti fibrosi. Di conseguenza anche la pelle si tende e si tonifica (skin tightening), in virtù della denaturazione delle vecchie fibre di collagene innescata dal calore e della sintesi di quelle nuove. Altri trattamenti sfruttano la potenza degli ultrasuoni, ma solo Ultherapy® consente di visualizzare bene il campo per mezzo dell’ecografia, importante sia in fase di pre-trattamento (la valutazione clinica per impostare la profondità di azione degli ultrasuoni) sia durante l’esecuzione. Soltanto se è ecoguidata assicura di risparmiare le delicate strutture circostanti quali vasi e nervi».

Con una seduta, da ripetere ogni 12-18 mesi, Ultherapy lifta e rigenera la pelle di viso, collo e décolleté. E i risultati sono stati pubblicati dalla prestigiosa American Society for Dermatologic Surgery.


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