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Farmaci e data di scadenza: i rischi per la salute

L’11% degli italiani non guarda le date sulle confezioni e il 33% non legge nemmeno i foglietti illustrativi. Lo fai anche tu? Ecco perché sbagli

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Secondo una recente inchiesta della rivista Altroconsumo, l’11% degli italiani prende i farmaci senza preoccuparsi troppo della data di scadenza e un altro 33% non legge neanche il foglietto illustrativo.

Per capire se questi comportamenti espongono a rischi concreti per la salute, abbiamo chiesto aiuto al dottor Luca Pasina, responsabile dell’unità di Farmacoterapia e appropriatezza prescrittiva dell’Istituto Mario Negri di Milano.


CHE COSA GARANTISCE LA DATA IMPRESSA SULLA CONFEZIONE?

«È il limite massimo entro cui sono assicurate le proprietà e l’aspetto del farmaco. Una volta oltrepassato, il medicinale può perdere semplicemente la sua efficacia oppure diventare tossico».


QUANDO UN PRODOTTO SCADUTO DIVENTA TOSSICO?

«È molto difficile stabilire in quali casi il principio attivo diventa inefficace e quando addirittura nocivo. Dipende da troppe variabili: per esempio il modo in cui è stato conservato, come reagiscono al passare del tempo gli eccipienti che il farmaco contiene, le impurità che si generano nel prodotto superata la data di scadenza…».


EPPURE C’È CHI DICE CHE LE MEDICINE “FUNZIONANO” ANCHE DOPO UN ANNO...

«Uno studio pubblicato sul Journal of American Medical Association sostiene che la maggior parte dei farmaci sia ancora utilizzabile a un anno dalla scadenza. Ed è probabile che sia così, ma bisogna considerare che la data che viene posta su ogni medicinale rappresenta anzitutto il periodo entro cui è garantita dall’azienda produttrice la stabilità, la sicurezza e l’efficacia del prodotto. Dopo la scadenza è quindi altrettanto possibile che il farmaco non soddisfi più i requisiti necessari, esponendo il paziente a rischi inattesi, che è meglio evitare».


I PRODOTTI SCADUTI DA UN SOLO GIORNO VANNO ELIMINATI?

«In questo caso è giusto ricorrere al buon senso. Se si tratta di un paio di giorni oltre il limite scritto sulla confezione, è quasi certo che non vi siano differenze né rischi particolari. Questo discorso però non può più valere se facciamo passare settimane o mesi».


DOPO L’APERTURA DELLA CONFEZIONE LA DURATA DIMINUISCE?

«Dal momento dell’apertura ogni formulazione (colliri, fiale, pomate, sciroppi e via dicendo) ha una sua durata diversa. Che dipende anche dalla corretta conservazione del farmaco. In linea di massima tutti i prodotti, salvo quelli che vanno tenuti in frigorifero, vanno riposti in un luogo asciutto, non devono essere mai lasciati al sole né esposti a fonti dirette di calore o a sbalzi di temperatura troppo elevati. E per i casi specifici c’è sempre il foglietto illustrativo a sciogliere ogni dubbio».


CERTE MEDICINE SONO PROIBITE ALL’ESTERO

Sei in partenza per l’estero? Non dare per scontato che il farmaco con cui sei in cura sia accettato nel Paese dove ti stai recando.

«In effetti ogni Stato ha normative proprie per i medicinali. Alcuni, che da noi sono accettati, potrebbero essere proibiti o sottoposti a severe limitazioni», puntualizza il dottor Luca Pasina. «Quelli più a rischio sono in genere gli analgesici oppioidi per il trattamento di varie forme di dolore, oppure quelli che hanno effetto sul sistema nervoso centrale, come i cannabinoidi, i derivati delle amfetamine e alcuni principi attivi per il sonno, come le benzodiazepine», elenca Pasina. «Quasi mai sono sottoposti a vincoli i farmaci per patologie molto diffuse come l’ipertensione o il colesterolo alto».

Per avere un quadro completo delle regole in vigore in ciascun Paese del mondo si può consultare il sito incb.org, alla voce travellers.


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Articolo pubblicato sul n. 28 di Starbene in edicola dal 26/6/2018

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