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Vaccino del morbillo: a chi farlo e perché

Si registra un aumento di casi di morbillo. L’ esperta ci spiega chi sono le persone colpite, quali le complicanze, perché è consigliato il vaccino

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di Cinzia Testa


Appelli da parte del Ministero della salute, notizie di cronaca relative a nuovi ricoveri. No, questa volta non parliamo della meningite, ma del morbillo. Una malattia esantematica, definita comunemente “dei bambini”. Che molti tra i non più giovanissimi hanno preso da piccoli, contagiati dal fratello o dal compagno di giochi. Sembrano strani, dunque, i veri e propri “bollettini di guerra” di questi giorni. Ma c’è da preoccuparsi? E cosa si può fare? Vediamolo insieme.


COME SI COMPORTA IL VIRUS

Se c’è un caso di morbillo, si ammala nove su dieci chi vive nella stessa comunità, cioè familiari, compagni di scuola, colleghi. «Questo virus ha la caratteristica di essere altamente contagioso», spiega Tiziana Lazzarotto, professore di microbiologia dell'Università di Bologna. «E ha una capacità di diffusione importante, anche se questo non si verifica sempre.

Abbiamo visto che il virus del morbillo ha un andamento ciclico e che si manifesta a focolai». A confermarlo sono anche i dati dell'Istituto superiore di sanità. Dall'inizio del 2013 sono stati segnalati 5.312 casi di morbillo, di cui 2.258 nel 2013, anno di picco, 1.696 nel 2014, 258 nel 2015, 862 nel 2016. Ma quest'anno i numeri sembrano desitinati a salire: siamo a marzo e sono già stati registrati 238 casi.


I CASI DI MORBILLO DEL 2017

Il rapporto dell'Istituto superiore di sanità sulle vaccinazioni riporta un'analisi dettagliata dei 238 casi di morbillo registrati dall'inizio del 2017 a oggi. Così, si vede che 59 sono nella fascia d'età tra 0 e 4 anni, 12 tra i 5 e i 14, 135 tra 15 e 39, 32 tra 40 e 64 anni. Di questi, l'88% ha dichiarato di non essere vaccinato, l'83% aveva eseguito solo una dose, il 2,2% non ricorda e solo l'1,4% ha contratto il virus nonostante la vaccinazione.

Ma il dato importante riguarda la percentuale di complicanze tra chi non era vaccinato e che spesso richiedono il ricovero in ospedale. Il 27,3% delle persone colpite ne ha riportata almeno una: diarrea intensa, stomatite, polmonite, otite con rischio di sordità all'orecchio colpito. Esiste anche il rischio di encefalite acuta, ma è basso, per fortuna: 0,1% dei casi.


LE REGIONI COLPITE

Sono quattro le regioni più colpite: Piemonte, Lombardia, Lazio e Toscana. «Dalle analisi genetiche sembra emergere che in queste Regioni possa essere presente una variante del virus piuttosto contagiosa», aggiunge la professoressa Lazzarotto, che fa anche parte del consiglio direttivo di Amcli, l'associazione che riunisce i microbiologi. «A differenza, per esempio, dell'Emilia Romagna, l'altra regione che oggi viene citata per un numero più basso di casi. Qui il virus è presente ma probabilmnete npn in quella variante».

Attenzione però a non farsi prendere da timori. Il morbillo è un virus che fa parte della famiglia degli Rna virus. Significa che è nella sua natura “creare” delle varianti, cioè sottotipi. Un po', per dare un'idea, come capita per i virus influenzali, che ciclicamente possono essere più o meno aggressivi.


IL VACCINO CONTRO IL MORBILLO

Al contrario però di quello che si potrebbe pensare, oggi il vaccino contro il morbillo copre nei confronti di tutte le varianti. «L'obiettivo è quello di arrivare ad avere una copertura vaccinale totale, com'è oggi negli Stati Uniti, in Canada e in Sudamerica», aggiunge la nostra esperta.

«Il rischio se questo non avviene è che nel futuro si possano creare delle nuove varianti. E potrebbero essere molto virulente e potenzialmente causare la malattia anche in soggetti vaccinati». Il vaccino antimorbillo è unito a quelli contro la rosolia e la parotite, cioè il virus che causa gli orecchioni.

Sono raccomandate due dosi, la prima nella fascia d'età tra i 12 e i 15 mesi e la seconda tra i 5 e i 6 anni. È possibile comunque vaccinarsi in qualsiasi momento della propria vita. Le dosi raccomandate sono sempre due, a distanza di almeno 6 settimane e al massimo di 3 mesi l’una dall’altra. La vaccinazione garantisce una copertura tra il 95 e il 98%. E anche se, nonostante la vaccinazione, si contrae la malattia, si manifesta in forma leggera. Attenzione però. Anche in questo caso è contagiosa.


ANCHE LE DONNE FERTILI POSSONO VACCINARSI

La vaccinazione può essere eseguita anche dalle donne in età fertile: in tal caso però è bene effettuare il test di gravidanza prima di sottoporsi all'iniezione e usare un contraccettivo nei tre mesi successivi. «Le future mamme però possono stare tranquille perché in caso di malattia il rischio di passare il virus al feto è molto basso», interviene la professoressa Lazzarotto.

Dal momento che tutte le vaccinazioni hanno controindicazioni, è bene parlarne col pediatra prima di sottoporre il bambino alla vaccinazione. Ad esempio, non va bene per chi avuto una reazione allergica grave alla prima dose del vaccino, alla neomicina o ad altri componenti del vaccino, oppure ha un raro problema ereditario di intolleranza al fruttosio, perché questo vaccino contiene sorbitolo.


COSA FARE SE CI SI AMMALA

E in caso di morbillo? Vale sempre la vecchia regola di stare a letto a riposo e bere molta acqua minerale naturale, perché così si aiuta il corpo a lavorare per eliminare il virus.

Il morbillo è contagioso nei 2-4 giorni precedenti all'inizio dell rash cutaneo, cioè delle macchie rosse, e negli ultimi 4-5 dopo la loro scomparsa. «Non esiste una cura specifica», sottolinea la professoressa Lazzarotto. «Di solito il medico prescrive paracetamolo per abbassare la febbre, uno sciroppo per la tosse e un collirio per alleviare il senso di fastidio agli occhi. Se però si nota un peggioramento, subito al pronto soccorso, in modo da intervenire presto e bene».

marzo 2017


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