Occhi: problemi (e soluzioni) dopo i 40 anni

Un processo d’invecchiamento fisiologico li rende più vulnerabili e ne modific alcune funzioni . Ecco come risolvere i problemi più comun



di Ida Macchi

A quest’età gli occhi cominciano a invecchiare. Un processo fisiologico che comporta cambiamenti nella funzionalità, rendendoli più vulnerabili. Inoltre si iniziano a pagare le conseguenze delle cattive abitudini di vita, come il fumo di sigaretta e l’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti.

Ecco quindi una guida alle patologie più comuni dopo “gli anta”, con i consigli degli esperti per prevenirle e curarle nel modo migliore. Mantenendo
la vista in piena efficienza. 

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OCCHIO SECCO

Sensazione di bruciore e di sabbiolina all’interno dell’occhio che aumenta nel corso della giornata, o addirittura un temporaneo annebbiamento della visione. È così che si manifesta questa sindrome, un problema diffuso soprattutto tra il gentil sesso: colpisce il 7% delle donne dopo i 50 anni, rispetto al 4% dei maschi. I primi trucchi per contrastarlo: 

«Ricorri a integratori a base di olio di pesce (1-2 capsule al giorno), condisci le pietanze con olio di semi di lino, bevi almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno, metti spesso in tavola l’uva e ammicca di frequente quando lavori al pc. Così ripristini il film lacrimale», suggerisce il dottor Corrado Gizzi, specialista in oftalmologia a Bologna.

«Se i sintomi non migliorano, fissa una visita dall’oculista: a volte l’occhio secco può essere causato da un’infiammazione dei margini delle
palpebre, dove risiedono alcune delle ghiandole lacrimali.

In questi casi, puoi effettuare, un paio di volte al giorno, impacchi agli occhi con compresse imbevute di acqua calda della durata di 5-10 minuti, associati a massaggi delle palpebre.

Ok anche alla lacrima artificiale, un collirio a base di sostanze come l’acido ialuronico, che lubrifica la superficie dell’occhio. Da instillare 3-4 volte al giorno».

MOSCHE VOLANTI

Filamenti e puntini neri che disturbano la vista: così si manifestano i corpi vitreali, chiamati comunemente mosche volanti. Ti galleggiano davanti agli occhi, più netti quando osservi un muro o un foglio bianco, durante le giornate nebbiose, oppure in quelle con un forte contrasto luminoso.

«Di solito non sono l’indice di una malattia ma è sempre meglio fissare una visita dall’oculista», suggerisce il professor Claudio Azzolini, direttore della Clinica oculistica dell’Ospedale di circolo di Varese, Università dell’Insubria.

«In alcuni casi, possono essere la prima avvisaglia di una lesione della retina o del rischio di un suo possibile distacco. Evento più probabile se associato a lampi, stelline o flash luminosi.

Quando si tratta semplicemente di un’alterazione visiva, lo specialista può suggerirti alcuni rimedi per renderli meno evidenti: mantenere ben lubrificato il corpo vitreo, bevendo ogni giorno da 1 litro a 1 litro e mezzo d’acqua, e riducendo lo stress, che li acutizza, con discipline come yoga e meditazione.

Se i corpuscoli sono molto fastidiosi e li percepisci anche quando lavori, momento in cui di solito il cervello li “cancella”, può invece suggerirti di eliminarli con la chirurgia. Quando, invece, sono la spia di una lesione della retina, valuterà lo stato di salute di questo tessuto con un esame del fondo oculare, per capire se c’è il rischio di un distacco e, se gli “strappi” sono allo stato iniziale, potrà ricorrere alla fotocoagulazione e “ripararli”, ambulatorialmente, con il raggio laser».

CATARATTA

«Questo disturbo interessa circa il 2% della popolazione dai 40 ai 49 anni, per arrivare sino al 74% tra gli over 80», spiega il dottor Corrado Gizzi. «Le prime avvisaglie dell’opacizzazione del cristallino? L’impressione di un progressivo annebbiamento della vista, a volte associata a bagliori, aloni intorno alle luci (soprattutto alla sera) e cambiamenti nella percezione dei colori che appaiono sbiaditi.

Per prima cosa fissa una visita oculistica: dopo aver instillato alcune gocce di un collirio che dilata la pupilla, lo specialista esaminerà lo stato di salute del cristallino con la lampada a fessura, una sorta di microscopio.

Poi, se effettivamente si tratta di cataratta, niente panico: quando la tua vista è ancora soddisfacente e non interferisce con la qualità della tua vita, puoi temporeggiare, monitorando la situazione periodicamente.

Altrimenti, l’oculista può suggerirti di ricorrere a un intervento per rimuovere il cristallino e sostituirlo con una lente artificiale trasparente, che ripristina la  nitidezza della vista e la brillantezza dei colori. Effettuato in anestesia locale e ambulatorialmente, dura 20 minuti ed è a carico del SSN.

PRESBIOPIA

La presbiopia è un processo comune, anche tra chi ha sempre avuto i classici 10/10. «All’inizio il calo della visione da vicino è molto basso, ma nel giro di qualche anno il deficit cresce pian piano, sino a stabilizzarsi intorno a valori immutabili, diversi da persona a persona.

Alle prime avvisaglie di presbiopia, perciò, metti in nota una visita oculistica per quantificare il difetto e correggerlo. Per farlo basta un esame dell’acuità visiva (i caratteristici cartelli con le lettere dell’alfabeto di dimensioni sempre più piccole): valuta l’entità della carenza e identifica la forza della lente (espressa in diottrie), ideale per correggerla.

All’inizio, basta utilizzare occhiali con lenti monofocali, mezze lunette da inforcare sulla punta del naso quando leggi o devi fare un lavoro che richiede una visione ravvicinata: riportano le immagini a fuoco sulla retina, fornendoti un’immagine più chiara. Metti però in nota controlli oculistici ogni 2 anni, per valutare se progredisce e se devi cambiare le lenti».

DEGENERAZIONE MACULARE

È un processo lento e incalzante e una delle cause più frequenti di perdita della visione centrale negli over 50. Solo in Italia, colpisce circa 1 milione di persone. Quindi, per proteggere retina e macula, lavora sulla prevenzione:

«Mantieni in buona forma cuore e circolazione con sane abitudini di vita (niente fumo, alimentazione equilibrata, riduci sale, zuccheri e alcolici e no alla sedentarietà) e con controlli periodici della pressione arteriosa, del valore del colesterolo e dei trigliceridi nel sangue», suggerisce il professor Azzolini.

«Se troppo alti, diventano fattori di rischio per la formazione di placche aterosclerotiche che rallentano la circolazione, riducendo così anche l’apporto di sangue a macula e retina. Indossa regolarmente occhiali da sole (con lenti tassativamente marchiate CE ) per proteggere i tuoi occhi dai nocivi V e, dopo i 50 anni, metti in agenda un controllo oculistico ogni due anni.

Ricorri subito allo specialista se, invece, soffri di una sfocatura nella zona centrale della vista, di alterazioni nella percezione dei colori, che risultano meno brillanti e di una visione distorta delle immagini, soprattutto delle linee dritte (i bordi delle piastrelle del pavimento, per esempio, sembrano ondulati). Possono essere i campanelli d’allarme di una degenerazione maculare.

Per valutarlo, l’oculista ti prescriverà l’OCT, una sorta di Tac della retina che studia ogni strato di questo tessuto, e la fluorangiografia, l’esame che, dopo aver iniettato in vena un mezzo di contrasto, visualizza con un’apposita apparecchiatura i vasi sanguigni che irrorano la retina.

Quindi ti suggerirà degli integratori contenenti una quantità bilanciata di antiossidanti, quali luteina o zeaxantina per proteggerla e rallentarne la degenerazione, o ti prescriverà, in caso di maculopatia essudativa, una terapia con farmaci intraoculari idonei»

GLAUCOMA

«È un disturbo più frequente dopo i 60 anni ed è legato a un aumento della pressione intraoculare, evento che si verifica quando l’occhio non è più in grado di drenare in modo adeguato l’umor acqueo, un liquido prodotto al suo interno», spiega il dottor Gizzi.

«Ristagnando, può danneggiare il nervo ottico, sino a comprometterne le funzioni e a portare addirittura alla cecità. Nelle fasi inziali, il glaucoma
non dà alcun campanello d’allarme e, proprio per questo, dai 60 anni in poi, effettua un controllo oculistico una volta ogni 1-2 anni».

Durante la visita di screening, lo specialista esamina il nervo ottico con la lampada a fessura, misura la pressione intraoculare con uno strumento che sfiora la superficie dell’occhio e controlla con una lente apposita i canali di drenaggio dell’umore acqueo.

Se ci sono sospetti di glaucoma, un esame OCT del nervo ottico e quello del campo visivo, che valuta la porzione di spazio che percepisci tenendo gli occhi aperti, possono far chiarezza. Poi, le cure non mancano, ma vanno effettuate con costanza perché il glaucoma è una malattia cronica che non regredisce.

«Quelle a disposizione: colliri che riducono la produzione di umor acqueo o ne aumentano lo smaltimento, riportando la pressione entro valori normali. Oppure, una o più sedute laser, che amplificano l’attività dei canali di drenaggio dell’occhio.

Solo nei casi più avanzati è necessario ricorrere all’intervento chirurgico: quello più diffuso crea una via alternativa per il deflusso del liquido. Viene effettuato in anestesia loco regionale e ambulatorialmente, dura 45 minuti ed è a carico del SSN», conclude l’esperto.

I CIBI AMICI DELLA VISTA

Vegetali a foglia verde scuro (spinaci, bietole, cavolo riccio, cavolo verde, per esempio) sono ricchi di luteina e zeaxantina, pigmenti che funzionano
da filtro naturale, impedendo alle radiazioni nocive di danneggiare la macula.

Insomma un antidoto contro la degenerazione, ma anche per la cataratta. La dose ideale, per assicuratene gli effetti, è pari a 6 mg al giorno, garantiti per esempio da una porzione di spinaci cotti.

Prezioso anche lo zafferano, che contiene un pull di sostanze con un’azione positiva sulle funzioni della retina e la microcircolazione oculare. E l’avocado: un concentrato di glutatione, potente antiradicali liberi che protegge gli occhi dai danni dell’invecchiamento.

Articolo pubblicato sul n.46 di Starbene in edicola dall'1/11/2016

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