Un Manifesto per la salute della donna

Il benessere e la salute femminili passano anche attraverso un potenziamento della medicina di genere



Le donne hanno un’aspettativa di vita maggiore rispetto agli uomini, si ammalano di più, consumano più farmaci e sono le principali utilizzatrici del Sistema Sanitario Nazionale, ma la forte connotazione al maschile delle strutture ospedaliere e la scarsa attenzione alla medicina di genere costituiscono un forte svantaggio nell’approccio e nella cura dei disturbi dell’universo femminile.

Il primo manifesto sulla salute della donna affronta in 12 punti le principali tematiche di salute del gentil sesso.


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L’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), attraverso il suo comitato scientifico ha promosso e divulgato il primo Manifesto sulla salute della donna, un documento in 12 punti che si propone, fra le altre cose, di garantire la sicurezza dei punti nascita, incentivare la salute sessuale e riproduttiva, combattere la depressione, tentare di ridurre l’incidenza di mortalità femminile per tumori e patologie cardiovascolari, e fermare la violenza sulle donne.

Il documento in questione pone l’accento anche sull’importanza di promuovere la conoscenza degli ospedali con i bollini rosa (www.bollinirosa.it), modelli innovativi di presa in carico e gestione delle donne ricoverate, premiati per l’attenzione rivolta alle loro esigenze clinico-assistenziali, nonché strutture che si impegnano verso la sensibilizzazione nei confronti di patologie tipicamente di genere anche attraverso Open-Day dedicati.

In Italia poi manca un programma organico e strutturato di educazione alla sessualità: solo il 16% delle italiane usa contraccettivi ormonali, il 42% delle under 25 non utilizza alcun metodo contraccettivo durante la prima esperienza sessuale, una gravidanza su cinque è indesiderata e anche le malattie sessualmente trasmesse sono in netto aumento.

Ecco perché urge dedicare attenzione al tema della salute sessuale e riproduttiva.

Si stima inoltre che circa 2,5-5 milioni di italiani soffrono di depressione: le donne sono due volte più colpite dagli uomini da questa malattia che, secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), costituisce la seconda causa di disabilità.

Il gentil sesso è particolarmente vulnerabile a questa malattia in alcune fasi cruciali della vita, ovvero nel periodo premestruale, perinatale, del climaterio e in età avanzata, senza contare quanto la depressione predisponga al decadimento cognitivo.

Questa malattia va curata e non sottovalutata motivo per cui risulta essenziale potenziare i servizi psichiatrici, in continuità con la medicina generale e le altre discipline mediche e socio psicologiche.

«Tutte le iniziative che sottolineano la necessità di approcciare in modo diverso la salute maschile e femminile sono contributi preziosi alla costruzione di una medicina moderna, che progetta una sanità in grado non solo di tenere conto delle differenze tra uomini e donne ma anche di promuovere la qualità della vita, obiettivo che non può essere disgiunto dagli interventi terapeutici» sottolinea Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.

«Maschi e femmine sono biologicamente diversi, portatori di culture e sensibilità differenti, che necessariamente si riflettono nell'approccio, nell'evoluzione e nella cura delle malattie – prosegue Ricciardi – Le diversità sono una ricchezza: se anche la medicina se ne accorgesse, riusciremmo a realizzare pienamente il significato più autentico della cura».

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