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Sensibilità al glutine: i sintomi e le cure

Si manifesta con sintomi simili alla celiachia, ma è una malattia reversibile. Ecco il parere degli esperti

credits: iStock



di Francesca Soccorsi

Non ha niente a che vedere con la celiachia, anche se la causa scatenante è la stessa, ma sono inmolti a fare confusione: la sensibilità al glutine (gluten sensitivity) è una patologia a sé stante, con caratteristiche e sintomi riconoscibili, individuata per la prima volta 5 anni fa da un team di ricercatori dell’Università del Maryland.

Da noi interessa circa 3 milioni di persone e i numeri sono in costante aumento. Ne abbiamo parlato con il dottor Alessandro Targhetta, nutrizionista esperto in intolleranze alimentari.


COS'È LA SENSIBILITÀ AL GLUTINE?

«È una malattia a tutti gli effetti, con manifestazioni non solo gastrointestinali, dovute all’assunzione di glutine, un complesso proteico presente in alcuni cereali, in primo luogo il frumento, ma anche il farro, il kamut, la segale, l’orzo e l’avena.

Poiché si presenta con sintomi eterogenei, che apparentemente non hanno nesso tra loro, spesso il paziente viene curato, per i diversi disturbi, da specialisti di branche differenti con tanti farmaci e senza ottenere risultati soddisfacenti».


DA QUALI CAUSE È SCATENATA?

«Dalla difficoltà di digerire la gliadina, una proteina presente nel glutine, da parte degli enzimi che, nel nostro organismo, sono deputati a rompere i legami fra i diversi aminoacidi della catena proteica.

Così, alcuni, invece di separarsi, rimangono uniti e il nostro corpo li percepisce come un nemico e produce anticorpi per difendersi. Questi, a loro volta, provocano un’importante reazione infiammatoria.

Ma non si può escludere che fra le cause ci siano anche i trattamenti ai quali è sottoposto il grano moderno: la gran parte del frumento viene irrorata con antiparassitari e diserbanti, i ben noti glifosati. Ebbene, “Interdisciplinary Toxicology”, ha accertato l’esistenza di una correlazione diretta fra il consumo di grano trattato con glifosati e la gluten sensitivity».


IN COSA SI DIFFERENZIA DALLA CELIACHIA?

«La semplice sensibilità non causa l’atrofia dei villi intestinali, ma solo un’infiammazione delle mucose. In più, mentre la celiachia è dovuta a un difetto dell’immunità innata (quella che abbiamo tutti dalla nascita) e di quella adattiva (la risposta dell’organismo a un agente percepito come pericoloso), la gluten sensitivity comporta solo un’alterazione dell’immunità innata; per questa ragione, la reazione al glutine avviene entro poche ore dal consumo, mentre nella sindrome celiaca possono passare mesi o addirittura anni.

Ma c’è anche chi sostiene che la gluten sensitivity non sia altro che una fase iniziale della celiachia e che, se non viene diagnosticata per tempo e non si intraprende una dieta aglutinata, prima o poi, possa trasformarsi in intolleranza conclamata. Si tratta, però, di un’ipotesi ancora tutta da verificare».


PERCHÉ I CASI SONO IN AUMENTO?

«Glifosati a parte, è probabile che la maggior diffusione di questi disturbi sia dovuta al consumo di alimenti ricchi di glutine “pesante”: oggi, per ottenere una resa migliore, gran parte del grano in commercio viene irradiato con raggi X e gamma del cobalto radioattivo.

Questo fa sì che il glutine presente sia superiore del 10% rispetto ai grani di una volta, ma il nostro organismo non si è evoluto abbastanza per riuscire a gestire grandi quantità di questa proteina.

Il glutine, poi, oltre che nei prodotti da forno, è presente in molti cibi pronti, nei quali viene usato come additivo, perché serve da “collante”. Infine, la nostra dieta è sempre più ricca di carboidrati derivati dal frumento. Insomma, ogni giorno dobbiamo “digerire” un glutine che non riconosciamo più e in dosi eccessive». 


CON QUALI SINTOMI SI MANIFESTA?

«Oltre a gastrite, colon irritabile, gonfiore e dolore addominale, stipsi o diarrea, reflusso gastroesofageo, la cui intensità dipende dalla quantità assunta, sono
spesso presenti anche manifestazioni extra intestinali.

I sintomi possono comprendere riniti, sinusiti, tracheiti, bronchiti, afte, dermatiti, orticarie, psoriasi, artriti, dolori muscolari, osteoporosi, cistiti, vaginiti, amenorrea, aborti spontanei, infertilità, menopausa precoce, pancreatiti, mal di testa, disturbi di memoria, ansia, insonnia, depressione, ipertensione, ipercolesterolemia, sovrappeso o dimagrimento, anemia, stanchezza cronica, malattie autoimmuni come le tiroiditi».


COME SI DIAGNOSTICA?

«Innanzitutto bisogna escludere che si tratti di allergia al grano (causa un’alterazione significativa degli anticorpi di classe IgE e una positività al Prick test) o di celiachia (vedendo se ci sono sia anticorpi antigliadina AGA sia  antiendomisio EMA).

Nella metà dei casi di sensibilità al glutine le analisi del sangue rivelano la presenza di anticorpi antigliadina AGA del tipo IgG, ma nel restante 50% i test sono negativi. Al momento, l’unica possibilità per capire se una persona soffre o meno di Gluten Sensitivity è, dunque, l’osservazione dei sintomi.

Se si sospetta la sindrome, si consiglia una dieta priva di glutine per almeno quattro settimane; dopo tale periodo, si valutano i benefici e, poi, si decide se reintrodurre il glutine e si valutano gli eventuali disturbi alla ripresa del consumo».


PUÒ GUARIRE?

«In alcuni casi, a differenza della celiachia, la sensibilità è reversibile, ma il reinserimento del glutine nella dieta non può avvenire prima di aver spento completamente l’infiammazione della mucosa intestinale. Il consumo dovrà essere comunque moderato, non più di due volte alla settimana e con almeno tre giorni di distanza l’una dall’altra.

Ci sono, invece, persone in cui l’esclusione del glutine dal menu diventa permanente. Per loro, l’industria farmaceutica sta mettendo a punto integratori a base di enzimi digestivi da assumere prima del pasto».


FRESCO DI STAMPA 

Hai difficoltà a digerire alcuni alimenti come la pasta, il pane o la pizza? Ti senti gonfia dopo averli mangiati, ma il medico ha escluso la celiachia? Potrebbe trattarsi di sensibilità al glutine.

Questo libro, con il supporto dei principali lavori clinici condotti fino a oggi, ti spiega cos’è, come si manifesta e quali sono gli strumenti diagnostici attualmente a disposizione per smascherarla. Di Alessandro Targhetta, Sensibilità al glutine Edizioni Il punto d’incontro, 128 pagine, 9,90 €.


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Articolo pubblicato sul n. 51 di Starbene in edicola dal 6/12/2016

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