Le nostre conquiste nella lotta contro il tumore al colon retto

In prima linea nella ricerca italiana c’è Paolo Comoglio, che ci racconta i notevoli passi avanti fatti. Anche grazie al Progetto 5×1000 con Airc



93794Il cancro al colon retto è un "big killer". Così dicono medici e scienziati per sottolineare che questo tumore è il secondo più diffuso, dopo quello al seno, e ogni anno miete 610.000 vittime in tutto il mondo. E se fino a poco tempo fa si pensava che colpisse gli over 50, gli ultimi studi dicono il contrario: secondo la prestigiosa rivista Journal of the National Cancer Institute, oggi il 30% delle diagnosi riguarda persone tra i 20 e 40 anni.

Le conquiste fatte grazie ad Airc

Ma in Italia c'è una persona che si dedica anima e corpo a combattere questo nemico. Parliamo di Paolo Comoglio, uno dei più importanti ricercatori di casa nostra, direttore scientifico dell’Istituto per la cura del cancro di Candiolo (To). “Dopo la laurea mi sono trasferito negli Stati Uniti dove ho cominciato a studiare i tumori. E continuo a farlo, con la stessa passione di allora”, racconta il Professore, nato a Torino nel 1945. “L'Associazione italiana per la ricerca sul cancro è stata spesso un partner fondamentale. Oggi, grazie al Progetto 5x1000 con Airc (quello finanziato dalle donazioni dei contribuenti, ndr), abbiamo compiuto dei notevoli passi avanti. Prima di tutto, abbiamo finalmente identificato una particolare lesione genetica che lo causa e che diventa quindi, il bersaglio delle cure. Non solo, abbiamo anche capito che funzionano molto bene due farmaci che già si usavano, ma separatamente. Abbiamo già concluso il trial clinico e siamo orgogliosi perché abbiamo salvato tanti pazienti che senza questa terapia sarebbero morti”.  


Un ricercatore che ci mette il cuore

Il Professor Comoglio parla con rigore e precisione, ma dietro queste scoperte si nasconde un segreto. “La scienza è logica, è basata su numeri e teorie, ma non si può ridurre soltanto a questo. Lo sa che le idee migliori mi vengono sotto la doccia? Oppure quando mi rilasso tra le mie viti, in campagna. Ecco, in questi momenti si accende una lampadina, arriva un'intuizione che esula dagli  schemi, dai soliti ragionamenti, e si rivela vincente”.
Anche perché quando si ha a che fare con i tumori, le carte in tavola cambiano. “Il dolore dei malati e dei famigliari accompagna le nostre giornate, quindi non possiamo limitarci solo ai dati, dobbiamo pensare agli uomini e alle donne che affrontano questa patologia e che useranno le nostre cure. Quindi, dietro ogni studio ci sono tanta umanità e passione. C'è un po' anche il nostro cuore”.  


L'eccellenza della ricerca italiana

Parlando di ricerca è inevitabile puntare i fari su quella italiana. “Abbiamo équipe di altissimo livello. Lo Stato non investe molto e parecchio è legato alle iniziative dei privati, ma i risultati sono eccellenti. Infatti lo dico sempre ai pazienti: affidatevi ai nostri medici e ai nostri ricercatori. E diffidate sempre da santoni o terapie alternative. Quando si parla di tumori, la scienza è l'unica risposta”.

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