Manipolazioni articolari: le tecniche soft

Sbloccano le articolazioni, allentano le tensioni muscolari e donano relax. Scopri quali sono e come agiscono queste nuove tecniche



Trazioni energiche, stiramenti, manipolazioni vertebrali e rotazioni. Fino ad avvertire il cosiddetto scroscio articolare, il sinistro rumore delle ossa che scrocchiano e che da molti pazienti è vissuto con un certo timore.

L’osteopatia ti spaventa? Tranquilla. Ci sono alcune tecniche manipolative che hanno un unico comune denominatore: la dolcezza. Pressioni gentili, piccoli tocchi e sfioramenti che portano a un riequilibro posturale in maniera ultrasoft.

Quasi come un massaggio che, mentre rilassa in profondità, sblocca le articolazioni e decontrae i muscoli in modo da sciogliere i “nodi” che portano a soffrire di mal di schiena e dolori cronici. Scopri subito qual è la migliore per te.

Fai la tua domanda ai nostri esperti

OSTEOPATIA FLUIDICA

A CHI È INDICATA - Messa a punto 20 anni fa dal medico osteopata francese Maurice Poyet, è utile a risolvere diversi disturbi: lombalgie, cervicalgie, dolori causati da posture viziate o da dismetria articolare (una gamba un po’ più corta dell’altra), traumi sportivi e pubalgie.

I SUOI PRINCIPI - «Quando il corpo è “liberato” trova da solo la soluzione ai suoi problemi», diceva Poyet. «La liberazione a cui allude si riferisce ai muscoli che, spesso, non riescono a scorrere liberamente sotto le fasce muscolari», spiega Alessio Maciotta, massofisioterapista a Pietra LIgure e Borghetto Santo Spirito (Sv).

«Queste strutture fibrose, composte per lo più da collagene, non devono restare adese ai muscoli, ma rivestirle come un ampio cappotto, che lascia la massima libertà di movimento».

Durante la seduta, che dura 30-50 minuti, l’operatore esegue delle manipolazioni leggere, con pressioni mantenute da pochi secondi fino a un paio di minuti, finché non avverte sotto le dita lo scollamento delle fasce dai muscoli. Questi possono così tornare a fluire liberamente, ritrovando gioco ed elasticità. Il costo del trattamento (così come degli altri segnalati in questOo servizio) si aggira intorno ai 50-60 € a seduta.

METODO DORN BREUSS

A CHI È INDICATA - Disciplina sviluppata negli anni ’70 dal tedesco Dieter Dorn, è formata da due tecniche: il metodo Dorn e il massaggio Breuss. Insieme compongono un trattamento dolce ma dinamico, specifico per chi soffre di mal di schiena, dolori al collo, alle spalle e alla nuca.

I SUOI PRINCIPI - «L’obiettivo è raggiungere un allungamento dei muscoli paravertebrali, che sono ipercontratti, grazie alla presenza simultanea di due interventi: la pressione graduale delle dita dell’operatore e i movimenti oscillatori delle braccia, delle gambe e del collo compiuti dal paziente durante la respirazione profonda», spiega Andreas Steger, esperto in metodo Dorn-Breuss, shiatsu e medicina tradizionale cinese presso l’Hotel Alpenschlossl & Linderhof di Cadipietra (Bolzano).

Durante la seduta, il terapeuta scorre con le dita lungo la spina dorsale. Quando sente al tatto una zona contratta, con il pollice o la mano intera effettua una pressione graduale e progressiva tra le apofisi delle vertebre corrispondenti.

«Le apofisi sono delle piccole protuberanze che vanno manipolate con estrema delicatezza», spiega Steger. «In sintonia con la pressione, il paziente compie delle ampie oscillazioni che contribuiscono al riallineamento vertebrale e posturale».

BOWEN TECHNIQUE

A CHI È INDICATA -Ideata dall’australiano Thomas Ambrose Bowen, è una tecnica terapeutica che oltre a combattere lombalgie e cervicalgie, risulta efficace in caso di distorsioni, mestruazioni dolorose, alluce valgo, dita a martello e fasciti plantari. Viene usata con successo anche nei neonati, per lenire le famigerate coliche gassose, e negli adolescenti per prevenire e correggere atteggiamenti scoliotici e ipercifosi.

I SUOI PRINCIPI - «Secondo Bowen, molti disturbi dipendono da un’alterata tensione muscolare, per via di muscoli che vanno in ipertono o ipotono», spiega Maciotta.

«L’obiettivo del trattamento è ristabilire la giusta tonicità, agendo delicatamente su muscoli, tendini, legamenti e sui cosiddetti “fusi neuromuscolari”, corpuscoli simili ai piroli che accordano le corde di una chitarra». La seduta prevede pressioni con le dita o i gomiti lentissime, con pause di due minuti tra l’una e l’altra, insieme a microtrazioni di muscoli o tendini secondo sequenze stabilite.

Durante il trattamento molti riferiscono di “sentire” l’energia fluire, fino a raggiungere uno stato di profondo relax. Significa che è stata raggiunta l’omeostasi, cioè il perfetto equilibrio del corpo.

IMPARA L'AUTOMASSAGGIO TRIGGER

«I trigger point (letteralmente “punti grilletto”) sono 18 punti di tensione del corpo, da massaggiare con il polpastrello, effettuando tanti piccoli cerchi concentrici, per ritrovare il benessere», spiega Gorio Mandozzi, osteopata e posturologo a Macerata. 

Vuoi imparare la tecnica? Il manuale Terapia dei trigger point, di Clair Davics (ed. Sirio, 16 €) insegna l’autotrattamento contro i dolori generati dal tentativo di compensare posture viziate, difetti di appoggio o ipercontratture da stress.

Articolo pubblicato sul n.45 di Starbene in edicola dal 25/10/2016

Leggi anche

Mal di schiena: le cause più frequenti

Osteopata: come sceglierlo

Cervicale: sintomi e cure

Lombalgia: un problema comune

Dolore cronico: così il metodo Grinberg