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Mal d’orecchio: le strategie giuste

È un disturbo spesso sottovalutato che necessita di cure specifiche. Scopri cosa fare in base ai sintomi

credits: iStock



di Valentino Maimone


Il mal d’orecchie è uno dei disturbi più sottovalutati, sia dai pazienti, sia dai medici. Il dottor Luca Malvezzi, otorinolaringoiatra dell’Istituto clinico Humanitas di Milano ti spiega come regolarti nelle situazioni tipiche che causano questo fastidioso problema. 


Senso di ovattamento: tappo di cerume

«Se il problema comincia solo con la sensazione di “orecchio chiuso” anche da un solo lato, la causa può essere un accumulo eccessivo di cerume che si può verificare soprattutto per un’igiene scarsa o scorretta», spiega Malvezzi. «Se usi, per esempio, i bastoncini di cotone, spingi il cerume ancora più all’interno del canale uditivo, compattandolo e contribuendo a formare il tappo. Ma rischi anche per un ristagno di acqua, che fa aumentare di volume il cerume e può generare il dolore vero e proprio».


Come agire? Evita di fare di testa tua: non cercare di pulire l’orecchio con acqua e sapone e non assumere farmaci perché complicheresti il lavoro del medico. «Vai subito dall’otorino, che in pochi istanti e senza fastidio, con un aspiratore ti libererà del cerume. E se c’è un’infiammazione risolverà il problema con una cura di cortisone in gocce di cortisone per 7-10 giorni».


Male e “rimbombo”: otite media

Se all’ovattamento si aggiunge il dolore, uno scroscio (simile all’effetto conchiglia vicino all’orecchio) e un rimbombo nella testa quando parli può essere colpa di un’infiammazione dell’orecchio medio. «Dopo un colpo di freddo, un forte raffreddore o una faringite il muco può ristagnare dietro il timpano e premere in modo doloroso. Se non c’è infezione, il medico ti prescriverà del cortisone per bocca per 10 giorni, in modo da favorire l’eliminazione del muco. Fai un paio di volte al giorno questo esercizio: con la bocca chiusa, stringi il naso tra pollice e indice, quindi espira con forza. Serve ad allentare la pressione sul timpano e ad aiutare la fuoriuscita del catarro ». E se invece c’è infezione? «Al cortisone andrà abbinato un antibiotico, sempre per 10 giorni».


Fitte dolorose se tocchi il padiglione: otite esterna 

Se le fitte scattano anche solo toccando il padiglione auricolare o muovendo la mandibola, non c’è dubbio: «È un’infezione della parte esterna dell’orecchio dovuta all’eccessiva permanenza in acqua, al mare o in piscina. L’otorino in questo caso ti suggerirà gocce a base di antibiotici e cortisone per 7-10 giorni, più del paracetamolo per alleviare il dolore. E una pulizia quotidiana dell’orecchio con acqua borica », spiega l’esperto. Nel frattempo niente bagni, almeno fino a quando il dolore non sarà scomparso.


Vietato il fai da te

Farmaci? solo dietro prescrizione «L’automedicazione in caso di otalgia è la reazione più frequente e quasi sempre la più sbagliata perché rischia di confondere i sintomi e complicare la diagnosi dello specialista», spiega Malvezzi. Quindi, in caso di dolore via libera alle gocce otologiche solo dietro prescrizione medica: se c’è una piccola lesione del timpano, l’anestetico o l’antibiotico che contengono potrebbe penetrare all’interno e creare guai. Stesso discorso per quanto riguarda l’uso di uno sciroppo mucolitico: «I farmaci che fluidificano il muco lo rendono anche più abbondante e corposo, con il rischio che possa aumentare la pressione sul timpano», conclude l’otorino. 


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Articolo pubblicato sul n. 9 di Starbene in edicola dal 09/02/2016

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