Lotta ai tumori, in Calabria il centro oncologico che non ti aspetti

A pochi chilometri da Catanzaro c’è un campus all’avanguardia. Dove si fa ricerca anche grazie al nostro 5×1000



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di Flora Casalinuovo

Un campus in mezzo al verde della campagna, con passerelle a cielo aperto e ponti sospesi che collegano aule universitarie, laboratori e reparti. Tecnologie d’avanguardia e medici preparati che passano dal microscopio al letto del paziente. Siamo negli Stati Uniti? Niente affatto, ci troviamo a Germaneto, a pochi chilometri da Catanzaro, in quella Calabria spesso alla ribalta della cronaca per gli omicidi di ‘ndrangheta e la disoccupazione. Ma il campus Salvatore Venuta dell’università degli studi Magna Graecia cancella i luoghi comuni e ci racconta di una perla dell’oncologia italiana dove, grazie al Progetto 5xmille di Airc, la ricerca compie importanti passi avanti.

LA "SPAZZATURA" CONTRO IL CANCRO
I fari sono puntati sul mieloma multiplo e sulla leucemia linfatica cronica, due tumori del sangue ancora difficili da combattere. «Io e la mia équipe ci siamo concentrati sui microRna, ovvero le piccolissime sequenze di Rna», spiega Pierfrancesco Tassone, U direttore dell’Unità complessa di Oncologia medica traslazionale. «Fino a pochi anni fa erano considerati quasi spazzatura del genoma umano, una materia oscura. Invece abbiamo capito che sono molto importanti: quando si alterano, provocano un forte squilibrio nella cellula, che può tradursi in un tumore. Quindi abbiamo identificato i microRna che si “sregolano” nel mieloma multiplo e nella leucemia linfatica cronica e abbiamo ideato due molecole, due farmaci, che li inibiscono. E per una di queste inizieremo molto presto la sperimentazione clinica. Se tutto procede come speriamo avremo una terapia mirata, personalizzata, per le migliaia di persone che ogni anno vengono colpite da queste neoplasie».


UN'ISOLA FELICE

Fare ricerca oggi in Italia sembra una sfida titanica. «I fondi istituzionali purtroppo sono pochissimi, si va avanti grazie alle associazioni e al sostegno della gente», racconta il professor Tassone. «Eppure non c’è cura senza studio e noi lo sappiamo benissimo. Nel nostro campus tutto è intrecciato: le facoltà universitarie, il centro di ricerca, il policlinico, così si opera in team e ogni scoperta arriva subito al letto del paziente. E il fatto che questo accada proprio in Calabria mi riempe d’orgoglio. Sono nato in questa Regione e qui ho voluto studiare. Ho lavorato parecchio negli Stati Uniti, ma ho sempre avuto in tasca il biglietto di ritorno. Ecco, nel nostro campus ci sono tantissimi giovani, ragazzi del Sud bravissimi e pieni di idee, che non sono più obbligati a fare la valigia e a rimpolpare l’esercito dei cervelli in fuga».


È TEMPO DI DICHIARAZIONE DEI REDDITI
Dal 2006 possiamo devolvere il 5x1000 dell’Irpef a più di 45.000 enti tra onlus, università, organizzazioni scientifiche e Comuni. Il quotidiano Il Sole 24 ore ha messo sotto la lente le scelte degli italiani: 16,2 milioni hanno preferito le associazioni di volontariato. Quella che ha ricevuto più contributi è proprio l’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, che nel 2009 ha lanciato il Progetto 5xmille. In pratica, usa i fondi raccolti per finanziare 14 studi dedicati all’oncologia molecolare e alla diagnosi precoce. Per saperne di più, ti basta cliccare sul sito programmi5permille.airc.it.


Articolo pubblicato sul n° 24 di Starbene in edicola dal 30 maggio 2017

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