Incontinenza: un problema urgente

Pur essendo un disagio molto comune, alla perdita di urina cui non viene attribuita sempre la giusta importanza



I numeri dell’incontinenza urinaria fanno riflettere: si stima che in Italia la problematica affligga 680.000 persone, cioè circa l’1,4% della popolazione. Fra questi, due su tre si rivolgono a un medico, solo uno su quattro riceve un trattamento terapeutico, mentre tutti gli altri vengono indirizzati all’utilizzo del pannolone. I numeri sull’incontinenza urinaria, comunque, sono sempre piuttosto approssimativi poiché molte persone non ne parlano a causa dell’imbarazzo.

Quando si può parlare di incontinenza urinaria? Si parla di incontinenza quando c’è una perdita di urina involontaria: si parla di incontinenza da stress quando le perdite di urina sono causate da un aumento della pressione intraddominale, ovvero quando si tossisce o si starnutisce o si solleva un peso. Si parla invece di incontinenza da urgenza quando si avverte uno stimolo improvviso e incontrollabile della minzione.

L’incontinenza da stress si verifica spesso nella donna dopo il parto e in caso di sovrappeso, e nell’uomo in seguito a interventi chirurgici, come l’asportazione della prostata. L’incontinenza da urgenza è invece legata a un difetto intrinseco della muscolatura della vescica, detta anche “vescica iperattiva”.

L’errore più grande per chi soffre di incontinenza urinaria è quello di pensare che non esiste alcun trattamento che li possa aiutare, che devono convivere a vita con il disagio e che possono limitare i danni solo con l’uso degli assorbenti per l’incontinenza: non è così. Nei casi di incontinenza da stress più lieve, correggere il sovrappeso può limitare l’entità del problema. Inoltre si rivela sempre d’aiuto praticare regolarmente esercizi per tonificare il pavimento pelvico.

Per tutte le persone che soffrono di incontinenza infatti può essere molto utile praticare regolarmente gli esercizi per il pavimento pelvico chiamati anche esercizi di Kegel. Questi ultimi sono contrazioni che mirano a rinforzare i muscoli dell’area pelvica, che una volta rieducati, possono aiutare a migliorare la continenza urinaria: si tratta di esercizi efficaci, ma vanno eseguiti con pazienza e costanza. Per quanto riguarda il trattamento farmacologico nelle donne in post menopausa invece, una cura ormonale può servire per migliorare la trofia dei tessuti, inoltre esiste una classe di farmaci molto efficaci per ridurre la contrattilità della vescica nei casi di iperattività.

Come spiega il professor Luca Carmignani, responsabile dell'Unità di Urologia presso il Policlinico San Donato, «è importante che il paziente superi l’imbarazzo e si rivolga allo specialista urologo o uroginecologo: oggi sono molti i presidi farmacologici e chirurgici che possono risolvere il problema e migliorare sia la qualità della vita generale sia la qualità della vita di relazione».

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