Il tè per ridurre il rischio fratture

I flavonoidi contenuti nel tè contribuirebbero a ridurre il rischio di fratture da fragilità



Solo in Italia, ogni anno, si registrano circa 230.000 fratture da fragilità, determinate cioè dal progressivo indebolimento dell’osso, un fenomeno piuttosto comune soprattutto dopo la menopausa, quando l’osso tende letteralmente a sgretolarsi anche a seguito di traumi di lieve entità.

Tali fratture provocano disabilità, perdita di autonomia e un aumento del rischio di mortalità, e purtroppo la loro incidenza è in crescita anche nel sesso maschile.


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In Italia, l’osteoporosi post-menopausale e senile interessa una donna su quattro con più di 50 anni e una su tre con più di 60 anni. 

Le fratture da fragilità correlate con questa condizione possono avvenire in qualsiasi segmento scheletrico, anche se le sedi più frequentemente coinvolte sono il femore, le vertebre, il polso, l'omero prossimale e la caviglia: una prima frattura da fragilità si traduce nel 20% di rischio in più di sperimentare una seconda frattura.

Nello specifico, le donne che subiscono una frattura vertebrale hanno un rischio cinque volte più elevato di patire una nuova frattura sempre nello stesso distretto nonché un rischio due volte superiore alla norma di patire una frattura del femore prossimale.

Per contrastarne l’incidenza, è necessario adottare una corretta alimentazione e uno stile di vita sano già dall’infanzia, accorgimenti che vanno accompagnati ad interventi di prevenzione secondaria e terziaria.

Per prevenzione secondaria si intendono gli interventi mirati di diagnosi precoce rivolti ai soggetti potenzialmente a rischio fratture come possono esserlo le donne dopo la menopausa, mentre la prevenzione terziaria, dedicata ai pazienti che hanno già subito una frattura da fragilità, si realizza attraverso interventi farmacologici, riabilitativi e chirurgici.

La prevenzione dell’osteoporosi non può prescindere, dunque, da un corretto stile di vita e da una sana alimentazione: un interessante studio australiano poi, ha evidenziato come l’abitudine a consumare circa tre tazze di tè ogni giorno possa ridurre di quasi un terzo il rischio di riportare una frattura dell’anca.

A svolgere un vero e proprio ruolo di contrasto nei confronti dell’osteoporosi sarebbero infatti i flavonoidi contenuti nel tè.

Questo studio non basta per esprimere delle raccomandazioni alimentari che inducano a consigliare il consumo di tè come rimedio all’osteoporosi, ma le consclusioni insistono sulla debole attività estrogenica esercitata dai flavonoidi che può essere di beneficio soprattutto dopo la menopausa, quando i livelli degli estrogeni calano fisiologicamente determinando tutta una serie di problematiche di salute, osteoporosi compresa.

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