Igiene orale: perché curarla

Una pulizia accurata non solo evita carie e gengiviti, ma protegge da problemi ben più gravi. Ecco le novità della ricerca



Attenzione alla salute di denti e gengive. Non solo perché una cattiva igiene orale, come è noto, spiana la strada a carie e gengiviti ricorrenti. Ma anche perché il problema non si localizza soltanto a livello del cavo orale.

L’attuale tendenza è inquadrare carie, gengiviti e parodontite (quando l’osso alveolare e le gengive si ritraggono, formando una tasca) come una vera e propria malattia che interessa l’intero organismo.

A una bocca disastrata, infatti, sono associate diverse patologie causate da un’infiammazione sistemica della quale i tessuti gengivali sono soltanto la spia più evidente. Ecco perché lo spazzolino è davvero un prezioso alleato della tua salute.

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1. METTI IN SALVO IL CUORE

Esistono batteri del cavo orale particolarmente aggressivi che, migrando dalla bocca, possono causare o aggravare le malattie cardiocircolatorie. «Nel 2009 l’anatomo-patologo Elerson Gaetti Jardin Junior rintracciò alcuni batteri presenti nel cavo orale all’interno delle placche ateromatose delle coronarie asportate nel corso di un intervento », spiega il dottor Salvatore Bardaro, presidente dell’Amnco (Associazione medicine non convenzionali in odontoiatria).

«Non a caso, il 90% dei soggetti operati alle coronarie in cui è stata riscontrata la presenza di batteri quali Aggregatibacter actinomycetemcomitans, Prevotella intermedia, Prevotella nigrescent, Tannerella forsythia e Porphyromonas gingivalis soffriva di malattia parodontale.

Si tratta quindi di una forte correlazione che deve indurre gli specialisti ad affrontare il problema a 360 gradi, in modo da proteggere non soltanto il cavo orale ma la salute globale del cuore e delle arterie, prevenendo ictus, infarto, aterosclerosi e ischemia».

L’ideale, se si è a rischio di problemi cardiocircolatori, è essere seguiti da un team multidisciplinare, composto da odontoiatra, cardiologo ed eventualmente dietologo.

2. TIENI ALLA LARGA IL DIABETE

Un’igiene dentale inadeguata spiana la strada al diabete. Con il tempo l’irritazione, data dall’accumulo di placca batterica, si espande fino a diventare da locale a generale, creando un continuo insulto al sistema neuroendocrino e a quello immunitario. Bersagliati, vanno in tilt favorendo l’insorgenza del diabete nei soggetti predisposti.

«Se è vero che gengiviti e malattia parodontale possono causare il diabete è ancora più frequente il contrario: sono, infatti, uno dei primi segnali d’allarme che deve far sospettare una resistenza insulinica», puntualizza il dottor Bardaro.

«Grazie a nuovi test, rapidi e indolori, oggi è possibile analizzare il fluido crevicolare secreto dal solco gengivale e misurare la concentrazione di veri e propri marker biologici che segnalano l’instaurarsi di un diabete alimentare, spesso non diagnosticato. 

Se la visfatina, la leptina e la resistina presenti in questo fluido sono più alte della norma, viene confermata la presenza del diabete. Una condizione molto frequente nelle persone in sovrappeso anche modesto, che però presentano un certo grado di obesità addominale: profilo “a mela”, girovita allargato, organi interni rivestiti di grasso… ed ecco la resistenza periferica all’insulina, anticamera del diabete».

Confermata la diagnosi, anche in questo caso è fondamentale affrontare il problema con un approccio multidisciplinare che coinvolganon soltanto la figura dell’odontoiatra, ma anche quella del diabetologo e del dietologo.

Solo con un lavoro di squadra, che risolva i sintomi all’origine, è possibile prevenire o contenere la malattia parodontale che, nei diabetici, è particolarmente fastidiosa perché i tessuti gengivali si infettano facilmente e le ferite guariscono lentamente.  Il diabete di tipo due, infatti, intacca le strutture neurovascolari del dente. 

3. PREVIENI IL RISCHIO DI PARTORIRE PRIMA DEL TEMPO

Durante la gravidanza la donna registra un’impennata non solo degli estrogeni ma anche degli “ormoni dello stress” (cortisolo, aldosterone) che causano una forte infiammazione dei tessuti gengivali. Per questo, durante i nove mesi è facile avere disturbi alle gengive, che diventano di colore rosso scuro, gonfie e sanguinanti al primo spazzolamento.

 «Ma i problemi non si limitano alla zona della bocca. È stato dimostrato che le tossine rilasciate dal Phorphyromonas gingivalis (aggressivo batterio del cavo orale) possono andare in circolo e infiammare la placenta», avverte il dottor Salvatore Bardaro.

«La risposta infiammatoria del tessuto placentare può causare un parto pretermine, tanto più pericoloso quanto più anticipato rispetto alla data presunta. Per evitare di dare alla luce un bimbo prematuro, è perciò fondamentale pulire bene denti e gengive, prenotare una seduta di igiene professionale a trimestre ed evitare i fattori che accentuino l’infiammazione sistemica.

 Qualche consiglio? Contieni l’aumento di peso, non mangiare cibi-spazzatura, riduci alcolici, bevande zuccherate, grassi, fritti e carboidrati, consuma cibi freschi e di stagione, limitando i prodotti conservati, surgelati e precotti. Utile è anche fare della ginnastica dolce e cercare in tutti i modi di tenere alla larga lo stress, il principale detonatore dell’infiammazione».

Articolo pubblicato sul n. 31 di Starbene in edicola dal 19/07/2016

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