Depressione: 3 mosse per trovare la via d’uscita

Anche una tosta come Hillary Clinton è stata presa da depressione e tristezza dopo la sconfitta alle elezioni presidenziali. Un passaggio obbligato del tutto normale, che va assecondato, ma anche gestito al meglio. Ecco i consigli delle nostre esperte



di Oscar Puntel


Proprio in queste ore Hillary Clinton, candidata democratica alla Casa Bianca, ha ammesso il malessere psicologico che l’ha colpita dopo aver perso le elezioni presidenziali contro il repubblicano Donald Trump. È apparsa provata, distrutta, segnata come non l'avevamo mai vista. Ha raccontato all’America la voglia di evitare tutto e tutti che l’ha presa in questi giorni. «In certi momenti avrei solo voluto raggomitolarmi a leggere un buon libro o giocare con i nostri cani, senza dover uscire di casa mai più», ha detto.

Uno stato di tristezza e di depressione profondi, dopo una sconfitta. Una reazione normalissima, che capita a chiunque e che, nei primi momenti va assecondata. È giusto, è dovuto. Perché proprio passando attraverso questo momento si arriva alla guarigione. I nostri psicologi ci spiegano perché.

Ecco 3 mosse utili per affrontare eventi avversi, lutti e difficoltà senza farsi travolgereContinua a sfogliare l’articolo per scoprirli.

17 novembre 2016

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SENTITI LIBERA DI ESSERE TRISTE

Dopo un lutto o un evento shockante gli stati di tristezza sono fisiologici. Ecco perché è necessario lasciare che questi sentimenti restino in noi. «Insomma, bisogna sentirsi liberi di essere tristi, la tristezza va vissuta, deve sfogarsi da sola. Solo così, dopo che si saranno piante le lacrime necessarie, le energie per affrontare la vita ritorneranno», ci spiega Zaira Di Mauro, psicologa-psicoterapeuta di Milano.

«Quando raggiunge stati di depressione legati a un evento traumatico, l’organismo vuole raccogliersi. E chi vive accanto alle persone colpite non deve preoccuparsi nell’immediato di offrire stimoli o distrazioni. Il momento di elaborare il dolore deve esistere e va rispettato. A un certo punto la via d’uscita si intravvederà, perché lo spirito di sopravvivenza, tendenzialmente, vince».

ASCOLTA I TUOI VERI BISOGNI

Naturalmente, quanto più è grave il lutto, tanto più il “ritorno” alla vita normale richiederà tempo. In genere, si può cominciare a riprendersi da una a due settimane dopo l’evento. «Dopo questo periodo, da una condizione di perdita di appetito, per esempio, la persona comincia ad avere desiderio di mangiare qualcosa di particolare, come una pietanza che piace. Assecondare le piccole voglie è utile, senza esagerare nelle quantità e solo se effettivamente questo bisogno si avverte», dice la psicologa Di Mauro.

Il cibo è solo un esempio, naturalmente. I desideri da assecondare potrebbero essere anche un breve viaggio, "per staccare", o un’attività che dà piacere. L’importante è che le cose avvengano spontaneamente. Inutile affidarsi agli amici che consigliano di uscire, per svagarsi un po’. «In questi momenti non si ha voglia di divertimenti. Bisogna assecondare il bisogno dell’organismo di riprendersi dallo smacco o dall’evento luttuoso. Uscire perché ce lo chiedono gli amici non aiuta a estraniarci, perché il nostro pensiero sarà fisso alla condizione che ha generato la tristezza. La persona deve poter scegliere liberamente che cosa fare, con chi relazionarsi, se parlare con qualcuno.

Anche una chiacchierata con le persone giuste o un sostegno psicologico con un percorso di psicoterapia sono utili per capire il significato della perdita o dell’evento traumatico, ma hanno senso solo se è la stessa persona a chiederli e a cercarli», dice la dottoressa Di Mauro.

ALLENATI ALLA SERENITA’

In certe situazioni è facile cadere nei pensieri cupi, immaginare disastri e problemi insormontabili. Dobbiamo cercare di proteggerci da questo fiume in piena. Come? Sforzandoci di analizzare ogni giorno, nel modo più razionale possibile, gli scenari che i pensieri negativi presentano all’orizzonte. Può davvero verificarsi quello che temiamo? E comunque cerchiamo di non pensarci in continuazione.

Insomma, isoliamo e razionalizziamo. Questo è un esercizio quotidiano valido per allenare la propria serenità. «Anticipare eventi negativi è un modo di cominciare a stressarsi solo con il pensiero, prima ancora che qualcosa avvenga o meno», afferma Laura Costa, psicologa cognitivo-comportamentale di Pordenone.

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