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Secchezza vaginale: 3 novità per combatterla

La menopausa è dietro l’angolo e il sesso è diventato un problema? Se non vuoi ricorrere subito alle terapie ormonali, ecco tre soluzioni messe a punto per combattere l’atrofia vaginale

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La menopausa incombente ti ha portato a fare i conti con un’insolita secchezza vaginale? Tutta colpa del calo degli estrogeni, gli ormoni che “nutrono” le intime mucose, favorendo l’idratazione e la lubrificazione durante i rapporti.

Se il sesso è diventato un problema, se non tolleri la sensazione di secchezza (spesso accompagnata da prurito e irritazione), se non vuoi ricorrere subito alle classiche terapie ormonali (che a lungo termine possono aumentare il rischio di tumore al seno), esistono oggi tre alternative, studiate per combattere l’atrofia vaginale: il laser intravaginale, l’ossigeno-ozonoterapia e la carbossiterapia.


IL FOTORINGIOVANIMENTO-LASER

MonnaLisa Touch è il trattamento che si avvale del laser CO2 (cioè ad anidride carbonica) frazionato, il più indicato per il fotoringiovanimento vaginale.

«Tramite un apposito manipolo, simile alla sonda ecografica, vengono emessi all'interno della vagina delicati impulsi energetici, che vanno ad aumentare l’irrorazione sanguigna e a stimolare la riattivazione dei fibroblasti, le cellule responsabili della produzione di collagene e fibre elastiche», spiega la dottoressa Fiammetta Trallo, ginecologa a Bologna, una delle prime a utilizzare questa tecnologia d’avanguardia.

«Grazie alla rigenerazione della matrice cellulare (il tessuto connettivo in cui sono immerse le cellule), la mucosa vaginale va incontro a un progressivo ringiovanimento, tornando a essere idratata, lubrificata ed elastica. Così la risposta sessuale alla stimolazione può ritrovare le condizioni tipiche dell’età fertile».

Il trattamento con il laser CO2 frazionato dura 10 minuti e si esegue in ambulatorio senza anestesia poiché è indolore e privo di effetti collaterali. L’unica cosa che si avverte è una leggera sensazione di calore. I primi benefici si avvertono già dopo la prima seduta, ma di solito ne sono previste tre a distanza di 30-40 giorni. Nei casi di atrofia vaginale più severa, tipica della post-menopausa, è necessario un ciclo di 5 sedute. Il prezzo? 250 € a seduta.


L’OSSIGENO-OZONO TERAPIA CONTRO LA SECCHEZZA

Stimola la rigenerazione dei tessuti, riattiva il microcircolo capillare e rende i globuli rossi più elastici, favorendo l’ossigenazione dei tessuti e delle pareti vaginali interne. Grazie a una coppa di vetro dotata di un foro da cui passa un cateterino di 3 millimetri inserito all’interno della vagina, le straordinarie proprietà ricostituenti dell'ozono risolvono rapidamente i problemi da secchezza vaginale legati alla menopausa.

«Il “bagno di ozono” è indolore e non richiede anestesia né precauzioni pre o post-trattamento», spiega il suo ideatore Franco Donati, ginecologo a Bologna e a Casalecchio di Reno. «Si svolge in 5 minuti appoggiando sul pube la coppa di vetro forata che, attraverso il tubicino, rilascia ozono in forma gassosa. Questo viene erogato da una bombola di ossigeno e trasformato nel gas benefico da una speciale macchina. L’ozono, infatti, non è altro che ossigeno arricchito, la cui formula chimica è O3»

I sorprendenti risultati dell’ossigeno-ozonoterapia per contrastare l’atrofia vaginale sono stati presentati nel corso del Congresso mondiale svoltosi a Roma nel 2013 e pubblicati, nello stesso anno, sull’International Journal of Ozone-Therapy. «Questa tecnica ambulatoriale necessita 8-10 sedute ravvicinate a seconda del quadro clinico», conclude il dottor Donati. Il costo è di 60 € a seduta. Per una maggiore efficacia è possibile integrare il trattamento con una cura domiciliare applicando alla sera sulle parti intime una speciale crema ozonizzata.


I BENEFICI DELLA CARBOSSITERAPIA

L'ultima frontiera del ringiovanimento vaginale che consente alla donna di fare a meno sia della terapia ormonale sostitutiva sia degli estrogeni a uso topico, è la carbossiterapia. «Consiste nel praticare, senza anestesia, 7-8 microiniezioni di anidride carbonica in punti strategici dei genitali esterni», spiega il dottor Giancarlo Balzano, ginecologo e omeopata a Roma. «Il trattamento dura solo 10 minuti ed è ben tollerato, perché il gas viene riscaldato a 40 gradi e iniettato a una rapidità tale da battere sul tempo la percezione delle possibili sensazioni dolorose.

Dall’esterno, l’anidride carbonica si diffonde all’interno delle pareti vaginali compiendo diverse azioni: migliora la vascolarizzazione e l’ossigenazione delle mucose e determina il rilascio di “fattori di crescita tissutali”. Ovvero quei “motori della rigenerazione” che hanno un effetto antiage e biostimolante sui nervi sensitivi, sulle ghiandole che regolano la lubrificazione vaginale e sui muscoli del perineo». Per far rifiorire i genitali, e ridare tono ai tessuti, occorrono 5- 8 sedute, a cadenza quindicinale, che costano circa 100 € l’una.


settembre 2016

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