Astigmatismo: tutte le soluzioni

Causato da un difetto di curvatura della cornea, questo disturbo della vista compare fin da neonati. Scopri i sintomi e le cure



È un problema su cui spesso si hanno le idee confuse, nonostante sia molto diffuso. Anche se si instaura fin dai primi mesi di vita non tutti ricevono una corretta diagnosi da piccoli perché, non lamentando difetti della vista, non vengono sottoposti a un controllo visivo.

Diagnosticarlo e correggerlo tempestivamente, invece, sarebbe importante perché, se trascurato, può portare all’“occhio pigro”, cioè a un forte indebolimento della vista.

In che cosa consiste l’astigmatismo? È dovuto a un difetto di curvatura della cornea (la membrana che riveste la parte anteriore dell’occhio), che non ha una superficie sferica regolare ma un’asimmetria tra i due assi principali (uno un po’ pò più curvo dell’altro) causando diversi gradi di “rifrazione” di uno stesso oggetto.

L’immagine che si forma sulla retina, quindi, non risulta uguale in ogni punto e l’oggetto appare leggermente allungato o schiacciato. Un cerchio, ad esempio, apparirà come un’elisse, un punto sembrerà un po’ sdoppiato.


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FARE UNA DIAGNOSI CORRETTA È MOLTO IMPORTANTE

«Nell’occhio umano un lieve astigmatismo è fisiologico e fino a 0,5 diottrie è ben tollerato», premette il professor Luigi Marino, docente di chirurgia refrattiva all’Università di MIlano.

«Oltre, occorre fare un’accurata diagnosi con la topografia corneale, l’esame eseguito dagli ottici che analizza la superficie anteriore della cornea, o ancora meglio con la tomografia che valuta in pochi secondi anche la superficie posteriore e che è di pertinenza dell’oculista.

Per una valutazione più precisa, il medico può anche prescrivere una refrattometria computerizzata, un test rapido e non invasivo da eseguire dopo aver instillato un collirio che dilata la pupilla: misura il differente grado di refrazione dei due assi corneali, insieme alla lunghezza dell’occhio».

OCCHIALI: SONO PRATICI, MA SE SI METTONO DA ADULTI SONO POCO TOLLERATI

Per correggere l’astigmatismo si usano lenti cilindriche, utili a compensare l’asse troppo curvo. Il problema è che, se non ci si abitua a portare gli occhiali da piccoli, difficilmente vengono tollerati da grandi. Perché l’occhio si è abituato a compensare al meglio il vizio di refrazione

Alcuni lamentano una nitidezza eccessiva delle immagini, altri piccoli fenomeni di distorsione, come se il pavimento fosse sollevato o la pagina deformata. Non rari, negli adulti convertiti di colpo alle lenti cilindriche, i disturbi di percezione delle distanze.

LENTI A CONTATTO: I NUOVI MODELLI NON RICHIEDONO LUNGHI PERIODI DI ADATTAMENTO

«Meglio tollerate sono le lenti a contatto morbide, specie nella versione “usa e getta” molto gradita dai giovani», prosegue il professor Marino.

«Sono definite toriche perché hanno una forma ovale e hanno il vantaggio di esercitare una pressione meccanica sull’asse corneale eccessivamente curvo, così da appiattirlo giorno dopo giorno in modo graduale e impercettibile».

Ve ne sono di diversi tipi (soprattutto in idrogel), assicurano un ottimo comfort e non richiedono un lungo periodo di adattamento. Inoltre, permettono di correggere contemporaneamente anche la miopia o l’ipermetropia.

E per chi non tollera le lenti o ha gli occhi molto secchi? Può farsi prescrivere le nuove lenti sclerari, più grandi e sottilissime, che appoggiano solo sulla sclera dell’occhio proteggendo la cornea da sensazioni fastidiose.

LASER: È EFFICACE E HA POCHE CONTROINDICAZIONI

Due sono le tecniche: laser a eccimeri o a femtosecondi. «Entrambi effettuano una lasik, intervento correttivo non limitato alla superficie esterna della cornea ma spinto agli strati più interni della membrana (stroma)», spiega Marino. «Ciò che cambia, nei due laser, è la tecnica di accesso allo stroma.

Nel primo caso, si incide con il bisturi. Nel secondo,  si utilizza la tecnica no blade (senza lama) che crea uno “sportello”, simile all’oblò della lavatrice. Grazie a delle bollicine gassose si apre un varco allo stroma da regolarizzare, con un miglior decorso post-operatorio», spiega l’esperto.

L’intervento, che dura 5 minuti (2000 € a occhio), consente di correggere insieme anche miopia e ipermetropia. È controindicato in caso di cornea molto sottile o di cheratocono avanzato (vedi qui di seguito). 

IL CHERATOCONO SI CURA COSÌ

>CHE COS’È La deformazione “a punta” della cornea che arriva ad assumere la forma a cono, alquanto irregolare, compromettendo la qualità della visione. «Si tratta di una malattia progressiva, che va trattata tempestivamente per contenere la dilatazione e l’assottigliamento della membrana», spiega il professor Luigi Marino.

>COME SI INTERVIENE Se è di lieve entità (fino al secondo grado), il cheratocono può essere corretto con l’uso di lenti a contatto toriche, dalla forma ovale. «Il secondo e terzo grado, invece, esigono un nuovo tipo di trattamento parachirurgico, chiamato cross-linking (o fotodinamica corneale).

Può essere fatto anche col SSN nei centri oculistici all’avanguardia», prosegue Marino. «Consiste nel rinforzare l’impalcatura interna della cornea, irradiando il tessuto corneale con UVA a basso dosaggio, assorbiti dall’occhio dopo aver instillato un collirio a base di vitamina B2 (riboflavina)». Il trattamento è indolore e garantisce ottimi risultati.

Articolo pubblicato sul n.49 di Starbene in edicola dal 22/11/2016

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