Pancia gonfia e allergia al nichel

La sensazione di tensione addominale è un disturbo molto comune: a volte è un sintomo che deve far presagire un’allergia al nichel



L’allergia al nichel ha un’incidenza sempre maggiore, tanto da aver fatto registrare un aumento dei casi nella popolazione pediatrica e nelle donne.

Generalmente si manifesta con sintomi dermatologici come la dermatite atopica o l’orticaria, ma quando si accompagna anche ad una sintomatologia sistemica, con gonfiore addominale, crampi e dolore all’addome, viene spesso confusa con la sindrome dell’intestino irritabile (IBS).

Si stima che l’allergia al nichel interessi il 18% della popolazione, ma nonostante la sua diffusione, è una forma di allergia ancora sottostimata.


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Quando si pensa all’allergia al nichel il pensiero corre soprattutto all’impossibilità di toccare i centesimi da parte di alcune persone: il nichel, in realtà, non si trova solo nelle monetine, ma è un metallo molto diffuso.

Basti pensare che si trova negli accessori metallici dell’abbigliamento, nelle montature degli occhiali, nella bigiotteria, nei cosmetici, nelle chiavi, nelle stoviglie e persino in alcuni cellulari e tablet.

Il sempre maggior numero di casi in età pediatrica, si spiega infatti anche con l’utilizzo già in età precoce dei dispositivi elettronici.

Il nichel, inoltre, è anche presente in moltissimi alimenti soprattutto di origine vegetale, quali asparagi, spinaci, pomodori, cavoli, legumi, farine integrali, avena, crusca, grano saraceno, pere, prugne, uva passa, fichi, albicocche, kiwi, ananas, frutta secca e cacao.

Vista l’enorme diffusione del nichel è impensabile risolvere l’allergia escludendolo dalla propria vita, anche perché è molto difficile impostare un’alimentazione priva di nichel senza rischiare almeno una grave anemia.

L’allergia al nichel è ancora ampiamente sotto diagnosticata, soprattutto nelle forme con interessamento sistemico: la diagnosi richiede infatti un’anamnesi molto approfondita e un approccio multidisciplinare che coinvolga l’intuito e l’operato in primis di allergologo e gastroenterologo. La diagnosi dell’allergia si può fare dopo aver eseguito il Patch Test.

Il Patch Test consiste nell’applicazione sulla schiena del paziente di alcuni cerotti contenenti la sostanza da testare che vengono poi rimossi dopo 48\72 ore: la presenza o assenza di una reazione allergica locale permetterà (o meno) di effettuare la diagnosi.

In caso di diagnosi positiva, l’unica terapia possibile, come testimoniato anche da un articolo recentemente pubblicato sulla rivista Annals of Medicine, consiste nel vaccino.

Come spiega il dottor Vincenzo Mancuso Medico Chirurgo Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica a Bologna, «il vaccino è in capsule, da assumere per bocca a dosi crescenti: con questo meccanismo si induce una tolleranza immunologica al metallo e di conseguenza si induce un miglioramento nel quadro cutaneo e una significativa riduzione dei sintomi gastro ed extra intestinali. Tali miglioramenti consentono una graduale reintroduzione degli alimenti contenenti nichel sin dalle prime fasi della cura, che nel complesso dura almeno tre anni».

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