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Salute: sapevi che puoi pagare a rate le tue cure?

Se stai pensando di chiedere un prestito per curarti, scopri come scegliere un finanziamento in modo oculato

Foto: iStock



L’apparecchio per tuo figlio, un intervento che puoi fare solo in una clinica privata, una terapia che il Servizio Sanitario Nazionale non rimborsa. I motivi per chiedere un prestito per curarsi sono tanti, come ben sanno quei 28mila italiani che negli ultimi sei mesi si sono indebitati per cure mediche. In effetti, se non si ha la liquidità, chiedere un finanziamento può essere un salvagente. Starbene ha intervistato l’avvocato Fabio Scamorzino, legale del Movimento dei consumatori, per sapere come scegliere un finanziamento in modo oculato.


Quali sono i prodotti che offre il mercato del credito?

«Ci si può appoggiare ai prestiti finalizzati che vengono offerti dai centri medici che prestano le cure. Oppure si può chiedere un prestito personale in banca o in una finanziaria, senza bisogno di specificare il motivo della spesa. Un’altra possibilità è la cessione di un quinto dello stipendio (la rata viene detratta dallo stipendio e non può superare un quinto di questo), che sconsiglio perché è molto costosa per le garanzie che richiede. In ogni caso, prima di sottoscrivere qualsiasi finanziamento è bene prendere tempo e confrontare i diversi preventivi in modo da non lasciarsi abbindolare da proposte che sembrano superconvenienti, solo perché la rata è bassa, per esempio».


Al momento della scelta, che cosa bisogna guardare?

«Al Taeg, specificato in ogni documento informativo (da farsi consegnare tassativamente e da leggere con attenzione). È il parametro che ci dice qual è il costo complessivo del finanziamento: oltre agli interessi (specificati nel Tan), in ogni rata si pagano anche le spese di istruttoria, incasso rate, assicurazione, bollo ed eventuale intermediazione finanziaria. Per tutelarci contro offerte esose, bisogna anche consultare sul sito della Banca d’Italia le tabelle (aggiornate ogni tre mesi) dei tassi di interesse effettivi medi su base annua e i tassi soglia, oltre i quali scatta l’usura: così possiamo sapere se il finanziamento valutato è più o meno caro della media o se il tasso è vicino all’usura. L’ultima tabella indica un tasso medio dell’11,33% e un tasso soglia del 18,16%. Scontato dire che è meglio optare per un prestito più corto, con un bel risparmio di interessi. Occhio alla polizza assicurativa, (che rimborsa il prestito in caso di morte, invalidità, perdita del posto di lavoro ecc.), spesso obbligatoria per la concessione del prestito: non si deve per forza comprare quella copertura, spesso nel mercato si trovano prodotti più convenienti».


A conti fatti, è meglio chiedere un prestito alla banca o a una finanziaria?

«In linea di massima, opterei per la banca per un discorso di cautela: l’istituto conosce la nostra situazione economica (sa quanto guadagniamo e quanti debiti abbiamo) e perciò proporrà o accetterà solo un finanziamento effettivamente sostenibile. Un debito, per essere rimborsabile, non deve mai superare (con la somma di tutte le rate di finanziamenti) un terzo delle proprie entrate mensili. È un limite che permette di poter pagare la rata, anche se si presenta una spesa imprevista, ed evitare perciò conseguenze negative».

2 febbraio 2016


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