La chiamano neutropenia febbrile: si tratta di una complicanza ancora poco conosciuta, che può colpire chi si sottopone alla chemioterapia e che deve essere gestita in modo corretto. Esistono terapie ad hoc che aiutano a prevenirla e curarla. Cerchiamo di conoscerla meglio e scopriamo cosa fare con l'aiuto di Marinella Mistrangelo, medico oncologo del Dipartimento Rete Oncologica Piemonte Valle d’Aosta, Città della Salute e della Scienza di Torino.
Ecco 5 cose da sapere (sfoglia la gallery).
Cos'è la neutropenia febbrile
La neutropenia febbrile è un abbassamento del livello dei neutrofili, una delle popolazioni dei globuli bianchi che ci difendono dalle infezioni. Se in genere nel nostro corpo ne circolano tra i 1500 e i 7000 per ogni millimetro cubo di sangue, in caso di neutropenia si scende a valori uguali o inferiori a 500/mm3. Si parla di neutropenia febbrile quando il calo dei globuli bianco è associato a un rialzo della temperatura corporea oltre i 38,5 gradi, sostenuta per oltre un’ora.
Quali sono le cause
La neutropenia febbrile è una complicanza che può insorgere durante la chemioterapia. Non si verifica sempre, però; il rischio è legato al tipo di farmaco utilizzato, alla dose, all’età del paziente. Risultano essere più esposte le persone che in passato si sono sottoposte ad altre cure chemioterapiche o alla radioterapia sul midollo osseo, le persone che sono fisicamente debilitate e coloro che soffrono di altre patologie.
Che rischi comporta
La drastica riduzione dei globuli bianchi neutrofili e soprattutto il suo perdurare possono aumentare il rischio di infezioni gravi. La neutropenia, inoltre, può prolungare i tempi della chemioterapia o rendere necessaria la riduzione della dose dei chemioterapici. Ecco perché è importante segnalare al medico di riferimento la comparsa della febbre.
Come si cura
Per ridurre il rischio di neutropenia febbrile e delle sue complicanze sono disponibili delle terapie farmacologiche che aumentano la produzione di globuli bianchi neutrofili. La cura può anche essere somministrata a scopo profillatico dal primo ai successivi cicli di chemioterapia, o anche nel momento stesso in cui si manifesta il crollo dei neutrofili.
Come comportarsi in caso di neutropenia febbrile
Innanzitutto occorre seguire le indicazioni del medico; è necessario segnalare sempre la comparsa di febbre o sintomi di infezione per valutare la terapia adatta a risolvere al meglio e in tempi adeguati la situazione. Meglio evitare, inoltre, di assumere cibi crudi, di frequentare persone con infezioni in corso e luoghi affollati.
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