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Fertilità maschile in calo: in 40 anni spermatozoi dimezzati

Un importante studio israeliano lancia l’allarme: dal 1973 il numero di spermatozoi è calato di circa il 52 per cento. Prevenire è possibile. Ma non basta solo cambiare lo stile di vita. Leggi qui

IStock




La fertilità maschile è crollata. In 40 anni il numero di spermatozoi dei maschi occidentali si è dimezzato. Cosa significa? Che, in media, oggi gli uomini sono molto meno fertili dei loro padri e dei loro nonni. È questa l’allarmante conclusione alla quale è arrivato un importante studio israeliano pubblicato in questi giorni sulla rivista Human Reproduction Update.

I dati raccolti studiando 43 mila uomini in un periodo che va dal 1973 al 2011 sono davvero impressionanti: la concentrazione dello sperma (ovvero il numero di spermatozoi per millilitro) è calata del 52,4 per cento e il suo valore assoluto (gli spermatozoi presenti) del 59,3%. In sintesi, a causa del brusco calo della fertilità maschile, le nascite nel mondo occidentale nei prossimi anni potrebbero crollare vertiginosamente.


Un problema sottovalutato

Attualmente, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'infertilità colpisce circa il 15-20% delle coppie che cercano di avere un figlio. Anche in Italia, secondo i dati Istat, il 20% delle coppie in età fertile ha problemi a concepire. Le cause? Non sono sempre riconducibili a problemi femminili. Nel 50 per cento dei casi, a impedire il concepimento è un disturbo maschile che il più delle volte è presente fin dall’età pediatrica o dalla pubertà, ma che viene diagnosticato tardivamente, solo quando si desidera un figlio e questo non arriva.

Anche la Società Italiana di Andrologia conferma questi dati: l’incidenza dell’infertilità di coppia in Italia si attesta al 15 per cento ma solo il 50-60 per cento di queste coppie si rivolge a un andrologo per un consulto o uno spermiogramma (l’analisi del liquido seminale).


Le cause dell'infertilità maschile

L’epidemiologo Hagai Levine, uno dei ricercatori coinvolti nello studio israeliano, ha ipotizzato uno scenario in cui i maschi, soprattutto nei paesi più industrializzati, saranno sempre meno in grado di procreare. Soprattutto, dice, “se non cambieremo l’ambiente che ci circonda, le sostanze chimiche a cui siamo esposti e il nostro stile di vita”.

Inquinamento, stress, abitudini non salutari e incremento degli interferenti endocrini (gli agenti chimici tossici presenti in molte sostanze e oggetti di suo comune che mandano in tilt gli ormoni sessuali). Queste, secondo l’esperto, sarebbero le cause del problema. 

Ma a preoccupare molto gli esperti è anche la diffusione dell’obesità soprattutto tra le nuove generazioni. Secondo gli andrologi della Società Italiana di Andrologia, il sovrappeso e una dieta troppo ricca di grassi saturi riducono i livelli di testosterone totale e di ormone LH con conseguenti alterazioni della qualità del seme.


Che cosa fare per prevenire

Una dieta mediterranea varia e bilanciata, ricca di grassi Omega 3, invece, con­tri­bu­i­sce ad al­za­re i li­vel­li di questi ormoni e a sal­va­guar­dare ­la fun­zio­nalità del si­ste­ma va­sco­la­re, ne­ces­sari per l’attività ses­suale. Stesso discorso per alcune malattie a trasmissione sessuale, come la clamidia, la gonorrea, il Papilloma Virus che, se non curate e trascurate, possono infettare i testicoli e causare problemi seri.

Ma cambiare abitudini e stile di vita non basta.

È necessario monitorare la fertilità maschile nel corso degli anni, già dalla pubertà, e programmare visite annuali da un andrologo e da un urologo per verificare che sia tutto a posto. E se si desidera un figlio, l’ideale è programmare un iter diagnostico di coppia con un approccio integrato.

Che significa visite specialistiche ed esami non solo per lei, come più spesso accade. Ma anche per lui.

28 luglio 2017


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