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Batteri resistenti: i nuovi antibiotici

La ricerca ha messo a punto due nuovi antibiotici per combattere le infezioni provocate da batteri resistenti ai comuni trattamenti farmacologici

credits: istock




di Oscar Puntel


La ricerca ha messo a punto due nuovi antibiotici, in grado di sconfiggere infezioni, alcune letali per l’uomo, provocate da batteri resistenti a ogni tipo di trattamento farmacologico. Se ne è parlato proprio in questi giorni a Milano, durante il sesto Congresso Internazionale Amit (Argomenti di Malattie Infettive e Tropicali).

I nuovi farmaci saranno utilissimi soprattutto negli ospedali, nei ricoveri e nelle strutture sanitarie, dove questo tipo di infezioni sono particolarmente frequenti.

I principi attivi sono Ceftolozano tazobactam (già disponibile in Italia da novembre 2016) e Ceftazidime avibactam (ha appena ottenuto il benestare dalle autorità europee e italiane e sarà nel nostro paese entro aprile 2017). Naturalmente i farmaci che li contengono devono essere prescritti da uno specialista.


COME MAI CI SI AMMALA IN OSPEDALE

I nuovi farmaci agiscono entrambi contro i batteri assai diffusi negli ambienti sanitari e responsabili delle infezioni nosocomiali, cioè contratte durante i periodi di ricovero in ospedale o nelle residenze assistenziali. A cosa sono dovute queste infezioniche, nei casi più gravi, complicano il quadro clinico e possono portare anche al decesso? Per esempio, a cannule maneggiate in modo non asettico oppure al fatto che il personale non si lava spesso le mani fra un paziente e l’altro. I batteri proliferano anche per via delle condizioni di salute dei pazienti, le cui difese immunitarie sono abbassate.


QUALI INFEZIONI CURANO I NUOVI FARMACI

In particolare, il Ceftolozano tazobactam si è mostrato molto efficace per il trattamento di infezioni addominali complicate, pielonefrite acuta e infezioni complicate delle vie urinarie; mentre il Ceftazidime avibactam è stato sviluppato per trattare infezioni gravi, provocate da una particolare categoria di batteri, i Gram negativi (producono un enzima che rende inattivi altri antibiotici, come i chinoloni e le cefalosporine). Altri batteri "difficili" sono gli Stafilococchi. Frequente anche il Clostridium, che provoca diarrea, molto pericolosa nell’anziano perché determina una grave disidratazione. Il Ceftazidime avibactam agisce contro infezioni intra-addominali, infezioni complicate del tratto urinario, polmonite acquisita in ospedale, tra cui quella associata alla ventilazione artificiale.

«Questi farmaci sono un vero e proprio salvavita: vanno gestiti in modo molto oculato, devono essere prescritti da un infettivologo di fronte a specifici quadri clinici. Un loro uso estensivo e indistinto potrebbe portare i batteri a sviluppare di nuovo una nuova farmacoresistenza», ci spiega Marco Tinelli, direttore dell'Unità operativa complessa di malattie infettive e tropicali, presso l’Azienda Ospedaliera di Lodi. «Questo lo ribadiremo anche nel Piano nazionale contro la farmaco resistenza, che proporremo al Ministero. Ci stiamo lavorando da un anno. Indicherà tutte le misure per quanto riguarda la prevenzione, il sistema di segnalazione in caso di ceppi di batterici resistenti, la gestione degli antibiotici in ospedale, sul territorio e in ambito veterinario».

9 marzo 2017

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