hero image

Milano Marathon, di corsa per l’autismo

Il 2 aprile 2017 appuntamento con la Milano Marathon. L’evento sportivo coincide con la Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo. Ecco perché alla gara partecipano i runner legati alla Fondazione Renato Piatti, impegnata ad aiutare chi soffre del disturbo a inserirsi nella società. Scopri cosa puoi fare anche tu



di Oscar Puntel


Domenica 2 aprile, a Milano si correrà la Milano Marathon: manifestazione podistica, che coinvolge runner e amanti della corsa provenienti da tutto il mondo, su un percorso cittadino lungo circa di 42 km (partenza e arrivo a Porta Venezia). L'evento appoggia anche iniziative benefiche: associazioni e fondazioni possono partecipare con i loro staffettisti per raccogliere quote di iscrizione, che andranno a sostenere i loro progetti.

Quest'anno la data della maratona coincide con la Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, un'iniziativa delle Nazione Unite cominciata nel 2007, per sensibilizzare le istituzioni a migliorare i servizi e l’assistenza a favore di chi soffre di autismo, patologia che colpisce un nato ogni cento.

Per la prima volta alla maratona parteciperà la Fondazione Renato Piatti, una Onlus che si prende cura di circa 470 persone con disabilità intellettiva e relazionale (il 30% degli ospiti presenta disturbi dello spettro autistico) e che opera con centri specializzati a Varese e Milano. La Fondazione parteciperà con 7 squadre di 4 atleti ciascuna, che correranno per sostenere il progetto #Ioimparoincascina.


IN CHE COSA CONSISTE IL PROGETTO DI FONDAZIONE PIATTI

Il ricavato della partecipazione alla maratona verrà utilizzato per finanziare le attività di #Ioimparoincascina, iniziativa rivolta a otto adolescenti con autismo, che frequentano il Centro Terapeutico Riabilitativo Semiresidenziale di Milano di Fondazione Piatti. «Si tratta di un progetto di inclusione sociale che coinvolge i nostri ragazzi di età adolescenziale. Alla Cascina Biblioteca, che si trova nella zona di Parco Lambro – Segrate, si avrà l’opportunità di svolgere attività agresti, come piantare alberi, raccogliere frutta, accudire animali», ci spiega Maurizio Ferrari, della Fondazione Piatti.

Bisogna pensare che per i ragazzi che soffrono di disturbo autistico avvicinarsi e toccare un asinello non è un gesto banale: la patologia, infatti, può minare anche una relazione banale, come toccare il pelo degli animali. I ragazzi si recheranno a Cascina Biblioteca accompagnati da educatori e aiutati da personale esperto, daranno da mangiare a capre, asini e cavalli, ne puliranno i recinti e li porteranno a fare passeggiate.

«È un progetto semplice ma di grande utilità, perché trasferisce gli schemi delle relazioni: questi ragazzi, che vengono accolti e seguiti passo passo nel loro percorso, impareranno ad accudire e curare loro, in prima persona», aggiunge Maurizio Ferrari. L’obiettivo è migliorare la loro autonomia e favorire l'acquisizione di competenze che, domani, potrebbero essere utili in un inserimento lavorativo. Un modo, insomma, per sperimentare un lavoro, una nuova relazione di cura, in un contesto alternativo ai luoghi del Centro che frequentano abitualmente.

Il 2 aprile Fondazione Piatti invita tutti i suoi sostenitori e amici al proprio stand presso il Charity Village (Giardini Indro Montanelli), per un rinfresco e una foto ricordo insieme alle persone che hanno sostenuto il progetto. Per sostenerli, vai sul sito della Fondazione Piatti, troverai tutte le indicazioni nell'homepage.

31 marzo 2017

Fai la tua domanda ai nostri esperti

Leggi anche

Autismo: che cos’è e come si cura oggi

Autismo infantile: i casi in cui si può guarire

Lo sport migliora l’apprendimento