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Traumi al cervello: la parola si può recuperare

Studiando il percorso di riabilitazione di un giovane che aveva perso l’uso della parola in seguito a un trauma, studiosi italiani hanno visto che il cervello è in grado si riorganizzarsi. Come? Spostando le funzioni dall’emisfero danneggiato a quello rimasto sano. La storia di Alex che è tornato a parlare

Corbis



di Oscar Puntel

Chi ha o ha avuto parenti che hanno subito traumi all’emisfero sinistro del cervello, la parte dominante nei processi linguistici, scritti e orali, sa bene quanto sia difficile recuperare le funzioni di quest’area.

Ma oggi ricercatori italiani hanno visto che il nostro cervello è capace di “riorganizzarsi”. E che in questo caso è riuscito a recuperare le abilità linguistiche e verbali ricorrendo all’emisfero sano, il destro (deputato a svolgere compiti visuo-spaziali).

Gli studiosi hanno portato all’attenzione della comunità scientifica il caso di Alex, un ragazzo che oggi ha 26 anni e che, dopo un incidente stradale, aveva perso completamente l’uso della parola. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista internazionale Brain and Language, a firma di Andrea Marini, dell’Università di Udine, che ha risposto alle nostre domande, e di altri studiosi, Valentina Galetto, Karina Tatu, Giuliano Geminiani e Katiuscia Sacco dell’Università di Torino, Marina Zettin del Centro Puzzle di Torino e Sergio Duca dell’Ospedale Koelliker di Torino.


IL CASO DI ALEX

Alex è un giovane rumeno, in Italia da quando aveva 7 anni. Parlava fluentemente rumeno e italiano, fino al mese di aprile 2009, quando un grave incidente in auto ha compromesso le sue capacità linguistiche, motorie e di memoria. «Al risveglio dopo un mese di coma, questo ragazzo era afasico globale, non era capace di produrre alcun suono, in alcuna lingua; presentava una paresi in tutta la parte destra del corpo e mostrava problemi importanti di memoria.

Dal punto di vista neurologico, l’emisfero sinistro del cervello era completamente danneggiato», ci spiega il ricercatore Andrea Marini. È nella seconda metà del 2010, che Alex viene inserito in un centro di riabilitazione di Torino e comincia un protocollo riabilitativo molto intenso: per 3 giorni a settimana per i primi 2 anni e poi 2 giorni a settimana fino all’inizio del 2016 viene a riabilitato intensivamente dalle 9 alle 17. «Si è sottoposto a esercizi motori (piscina e ginnastica), stimolazioni cognitive per la memoria e training specifici per migliorare le abilità linguistiche e comunicative, ma solo per l’italiano», aggiunge il ricercatore.


RISULTATI STRAORDINARI

L’intensa attività riabilitativa ha prodotto risultati insperati. Il caso di Alex è unico nella letteratura scientifica nello studio delle capacità neurocognitive. «A distanza di 6 anni dall’incidente, il ragazzo ha recuperato in modo impressionante la lingua italiana (oggi è ancora afasico lieve, ha ancora qualche difficoltà di recupero delle parole). Ma la cosa straordinaria è che la riabilitazione così durevole e intensiva ha permesso il recupero anche della lingua rumena, per la quale non era stato trattato», specifica Marini.

Che cosa si dimostra da un punto di vista scientifico? «Sappiamo che il cervello ha una sua plasticità, cioè qualora si presentino delle lesioni, esso è in grado di recuperare le funzioni perse, creando nuove connessioni e facendole svolgere ad altri gruppi di neuroni. E sappiamo che questo si verifica con maggior facilità nel caso dei bambini.

Ma con una lesione così importante e in un cervello già adulto, i neurologi mai avrebbero sperato in un recupero del genere. Inoltre, il fatto che Alex sia passato da un’afasia globale ad un’afasia lieve suggerisce la possibilità che il suo emisfero destro sia stato in grado di riorganizzarsi da solo, spostando le funzioni da un emisfero all’altro», aggiunge il ricercatore. L’ipotesi è stata confermata da uno studio con la risonanza magnetica funzionale su Alex eseguito dopo il training intensivo. Un’area specifica dell’emisfero destro di Alex si attivava quando il ragazzo doveva rispondere a certi stimoli linguistici (che normalmente vengono elaborati dall’emisfero sinistro).


LO STUDIO APRE NUOVE PROSPETTIVE

«Per la prima volta abbiamo un recupero linguistico straordinario, in cui l’emisfero sinistro non è implicato, perché è totalmente compromesso. E abbiamo dimostrato che, almeno in questa persona, l’emisfero destro del cervello è stato in grado di recuperare le abilità del linguaggio.

Questo studio apre delle prospettive riabilitative interessanti. Per esempio, resta da verificare se tecniche come la stimolazione transcranica a corrente diretta (un dispositivo che posizionato sullo scalpo emette un campo elettrico lieve e in modo non invasivo può stimolare o inibire i neuroni delle aree cerebrali sottostanti) potrebbero eccitare e stimolare le strutture dell’emisfero destro, aiutando la riabilitazione. Se ci fossero effetti positivi, si aprirebbero nuove prospettive nella riabilitazione dell’afasia, in cui l’emisfero destro potrebbe farsi carico in modo significativo di funzioni linguistiche, laddove queste erano precedentemente localizzate in aree dell’emisfero sinistro», precisa il ricercatore.

agosto 2016


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