Pressione arteriosa

Pressione pulsata risultante dalla contrazione regolare del cuore (circa ogni secondo), in grado di dar luogo a un sistema di forze che fanno fluire il sangue in tutte le arterie dell’organismo. Viene detta anche pressione sanguigna. Tipi di pressione arteriosa La pressione sistolica, o massima, si osserva quando il cuore si contrae (valore massimo della […]



Pressione pulsata risultante dalla contrazione regolare del cuore (circa ogni secondo), in grado di dar luogo a un sistema di forze che fanno fluire il sangue in tutte le arterie dell’organismo. Viene detta anche pressione sanguigna.


Tipi di pressione arteriosa

La pressione sistolica, o massima, si osserva quando il cuore si contrae (valore massimo della pressione arteriosa). La pressione diastolica, o minima, si misura durante la fase di riposo del cuore (valore minimo della pressione arteriosa). La pressione minima non diviene mai nulla perché al termine della sistole (contrazione cardiaca) la valvola aortica, posta all’uscita dal ventricolo sinistro, si chiude, impedendo il reflusso del sangue nel ventricolo. La pressione nell’aorta e nei relativi rami diminuisce progressivamente, perché il sangue scorre verso la periferia del sistema arterioso, riducendo il volume presente nell’aorta e nelle arterie di grosso calibro.


Variazioni fisiologiche

I valori normali della pressione arteriosa sono compresi tra 100 e 140 mmHg per la massima e tra 60 e 90 mmHg per la minima. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la pressione sistolica non deve superare il valore di 140 e quella diastolica non deve essere inferiore a 85. Il margine tra massima e minima (differenziale) può apparire alterato nel corso di determinate condizioni patologiche: un margine minore si osserva se la forza contrattile del ventricolo sinistro diminuisce, mentre un margine maggiore si osserva se un’anomalia della valvola aortica determina un reflusso di sangue dall’aorta al ventricolo sinistro (insufficienza aortica). Con l’avanzare dell’età si osserva in genere un aumento progressivo della pressione arteriosa. Tuttavia, alcune persone presentano, in modo spontaneo o a causa dell’assunzione di determinati farmaci, un calo di pressione notevole, detto ipotensione ortostatica, quando si alzano bruscamente in piedi. Per questi soggetti la misura sistematica della pressione deve essere eseguita in posizione prima distesa poi eretta. La pressione sistolica aumenta durante uno sforzo.


Tecnica di misurazione

La pressione arteriosa si misura con uno sfigmomanometro, o tensiometro. La misurazione dovrebbe avvenire con il soggetto sdraiato e a riposo da 5-10 minuti; per le persone ansiose o nervose, infatti, il solo pensiero di doversi misurare la pressione arteriosa è sufficiente a determinarne un aumento. Si parla quindi di ipertensione arteriosa soltanto se la valutazione, eseguita a riposo per tre volte ad alcuni giorni di distanza, supera le cifre normali per l’età dell’individuo. Per tale ragione si invita talvolta il paziente a utilizzare un apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa, detto Holter pressorio, che registra le variazioni di pressione nelle 24 ore e consente una migliore valutazione delle effettive condizioni del soggetto.