Corteccia cerebrale

Parte periferica degli emisferi cerebrali, sede delle funzioni nervose più elaborate, come il movimento volontario e la coscienza. Struttura La corteccia cerebrale è formata da sostanza grigia, varietà di tessuto nervoso contenente i corpi cellulari (parte principale) dei neuroni. È in relazione con il resto del sistema nervoso grazie ai sottili prolungamenti multipli degli assoni. […]



Parte periferica degli emisferi cerebrali, sede delle funzioni nervose più elaborate, come il movimento volontario e la coscienza.


Struttura

La corteccia cerebrale è formata da sostanza grigia, varietà di tessuto nervoso contenente i corpi cellulari (parte principale) dei neuroni. È in relazione con il resto del sistema nervoso grazie ai sottili prolungamenti multipli degli assoni. Nel senso dello spessore, dalla superficie degli emisferi verso l’interno, la corteccia può essere in un certo senso paragonata per la sua organizzazione ai circuiti elettronici, sebbene la sua struttura risulti più complessa. Infatti si distinguono al microscopio vari strati sovrapposti, ciascuno dei quali racchiude un reticolo di corpi cellulari e di prolungamenti. Inoltre, ogni emisfero è suddiviso in quattro grandi lobi, i cui confini corrispondono a solchi profondi, le scissure, sulla superficie della corteccia. Si distinguono tre tipi di corteccia, di complessità crescente, distinti in base alla struttura microscopica e al ruolo: archicorteccia, paleocorteccia, neocorteccia. Quest’ultima, la sola osservabile in una visione degli emisferi dall’esterno, nella specie umana occupa la quasi totalità della superficie dei lobi.


Funzionamento

L’archicorteccia induce i comportamenti più elementari, che assicurano la sopravvivenza alla specie. La paleocorteccia, che comprende in particolare una regione chiamata ippocampo, determina la motivazione, l’attenzione selettiva, le reazioni emotive, la scelta dei comportamenti in funzione di quanto appreso in precedenza. La neocorteccia è organizzata funzionalmente in piccole zone, dette aree corticali primarie, ciascuna responsabile di un certo tipo di attività.

La corteccia del lobo frontale, situata nella parte anteriore dell’emisfero cerebrale, gioca un ruolo importante nel comportamento dell’individuo; inoltre, comprende l’area motoria primaria, che controlla tutti i movimenti volontari. La corteccia parietale, che occupa la parte alta dell’emisfero, lateralmente, è preposta alla conoscenza del corpo, all’elaborazione dei dati spaziali e al controllo gestuale; comprende in particolare l’area sensitiva, che recepisce le informazioni cutanee. La corteccia temporale, situata lateralmente, sotto la corteccia parietale, partecipa a varie funzioni cerebrali: gusto, olfatto, udito, linguaggio, memoria, vita vegetativa (funzioni viscerali). La corteccia occipitale, nella parte posteriore dell’emisfero, ingloba l’area visiva, che riceve e analizza le informazioni provenienti dagli occhi. Intorno a tutte queste aree e negli spazi tra l’una e l’altra si trovano aree associative, che permettono il coordinamento delle funzioni di base, per esempio la percezione e la comprensione simultanea di immagini e suoni.

La corteccia si rivela quindi indispensabile da una parte per le funzioni nervose di base (motilità, sensibilità, sensorialità), dall’altra per le funzioni superiori (linguaggio, memoria e così via). Come nel resto del sistema nervoso centrale, si osserva anche qui il fenomeno dell’incrocio: la corteccia destra assicura il movimento e la sensibilità della metà sinistra del corpo e la visione della metà sinistra dello spazio, mentre la corteccia sinistra controlla la metà destra del corpo e la metà destra della visione di ciascun occhio. La lateralizzazione è un fenomeno specifico della corteccia: per alcune funzioni, i due emisferi non sono simmetrici, ma uno dei due predomina sull’altro. L’emisfero dominante (il sinistro per chi usa di preferenza la mano destra, di solito il destro per i mancini) presiede al linguaggio.