Corpo: impara ad ascoltarlo

Gesti e malesseri spesso sono espressione di ciò che proviamo. Ecco come leggere certi segnali



di Isabella Colombo

Il tuo corpo è saggio. Molto di più di quello che pensi, perché ha un’incredibile capacità di segnalarti le tue vere emozioni. Hai dei malesseri che non riesci a spiegare? Li curi ma non guarisci mai? È il tuo fisico che sta cercando di dirti qualcosa. Tu non l’ascolti e lui insiste. Succede, per esempio, quando provi un dispiacere e improvvisamente si ripresenta il solito mal di schiena. Perché noi funzioniamo così: la mente ci ingabbia nei suoi castelli e ci fa inseguire, a ogni costo, le direzioni che lei ha stabilito per noi. Ma il corpo non mente mai. «È la cartina al tornasole di quello che succede davvero dentro di noi, di quali sentimenti proviamo, a prescindere dall’analisi razionale», spiega Barbara Pozzo, terapista della riabilitazione specializzata in medicina naturale e autrice di Sei a casa. 24 meditazioni sul corpo (Bur).


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E' la bussola della tua vita


I segnali che manda il corpo raccontano la tua storia: perché è li che si depositano ricordi ed emozioni, che poi si traducono nell’aspetto della pelle, nella luce degli occhi, nel sudore delle mani, nel silenzio di un’articolazione bloccata. «Il corpo è la bussola della vita: le posture, gli atteggiamenti, le rigidità e persino i dolori sono il suo modo di dirti “Ascoltami, sto cercando di comunicarti qualcosa», spiega Maria Monica Ratti, psicoterapeuta all’Ospedale San Raffaele di Milano e membro della rete Psicologi del benessere.


«Se ti accorgi di questi avvertimenti, è più facile che emergano in maniera naturale le risposte che aspetti, le soluzioni. Purtroppo, invece, ciò che accade comunemente è trascurare “i messaggi” e rivolgersi al dottore per curare mal di testa o di schiena che, in realtà, non hanno alcuna spiegazione fisica». «In questo modo, però, non risolvi i tuoi problemi e prendi, invece, le distanze da te stessa», aggiunge Barbara Pozzo.


«Il risultato è che ti senti confusa, ansiosa e perdi molte delle potenzialità che il corpo saprebbe offriti se solo sapessi attingervi. Per esempio, l’energia e la capacità di autoguarirsi. Ma anche la possibilità di percepire la realtà attraverso i sensi prima che con la mente: le emozioni,  che arrivano più nitide e dirette, ci fanno vibrare, ti fanno sentire viva. E tutto, dentro e attorno a te, acquista un significato più intenso e autentico».

Ti bastano pochi minuti


Riconnettere fisico e mente non è difficile. «Sembra banale, ma il primo passo da fare è ricordarti del tuo corpo. Come? Basta ritagliarsi un minuto qua e là durante la giornata», consiglia Barbara Pozzo. «Respirare in profondità, chiudere gli occhi e dire “Ok, ci sono, sono qui”. In questo modo, sei presente a te stessa in ogni momento, pienamente consapevole di cosa ti accade e non in balia dei pensieri che la mente produce». È la condizione giusta per ascoltare la saggezza del corpo che aiuta a capire dove si annida il disagio interiore e a combatterlo (vedi di seguito). In più, una volta che sei entrata in contatto con la parte più profonda di te stessa puoi attingere alle potenzialità che questo dialogo corpo-mente ti può dare.


«Tre sono i grandi vantaggi. Il primo è la capacità di diventare morbidi», riprende l’esperta. «Ossia, di affrontare con la giusta apertura gli inevitabili imprevisti della vita. Questo atteggiamento di accoglienza ti pemetterà di non farti spezzare da problemi, offese, delusioni, ma avere l’elasticità necessaria per farli rimbalzare


La seconda conquista è dare valore ai tuoi tempi naturali, che non sempre concidono con quelli esterni. «Se sei consapevole del tuo passo, non si sentirai più insicura, sfiduciata se il mondo va più veloce di te e non ti sentirai obbligata a rincorrere (con grande, inutile sforzo) un altro ritmo. Infine, quando ti abitui a sentire con il corpo, godi della sua straordinaria capacità di conoscere le cose prima della mente. Pensa a quando ti innamori: prima di saperlo sei già arrossita e hai lo stomaco in subbuglio».

Le emozioni che ti fanno ammalare


«Mi capita spesso di accogliere pazienti che, dopo aver fatto ogni genere di esame medico, non sanno più dove andare», racconta la psicoterapeuta Maria Monica Ratti. «La malattia in quel caso è un modo per esprimere il proprio stato emotivo, quello che la mente non riesce a razionalizzare. È il corpo che prende voce e grida un malessere che, in realtà, ha un’origine emotiva».


Ma perché somatizziamo? «Il disagio emotivo scatena uno stato di tensione che attiva i neurotrasmettitori e crea uno scompenso biochimico tra i centri nervosi che attivano le nostre funzioni automatiche. È una sorta di corto circuito: la muscolatura del colon si irrigidisce, si immette acido nell’ambiente gastrico e così via». Sembra automatico associare il mal di schiena alla difficoltà di portare un peso e quello di stomaco all’impossibilità di digerire una situazione difficile ma, in realtà, non ci sono corrispondenze certe.


«L’unica certezza è che qualunque disturbo fisico per il quale è impossibile fare una diagnosi è un segnale emotivo chiaro e che va indagato», afferma Ratti. «Ignorarlo vuol dire entrare nel loop di curare, senza mai guarire, un corpo che, in realtà, funziona benissimo».

Cosa ti stanno dicendo questi movimenti?


1 Osserva le mani. Le intrecci spesso? Sei tormentata. Le stringi? Provi rabbia. Ti sudano? Sei emozionata. Le mani sono la parte più attiva e “loquace” del corpo. Renderti conto del segnale he ti mandano è il primo passo per analizzare ciò che provi.

2 Guarda dove metti i piedi. Se hai l’abitudine di camminare sulle punte, potresti avere paura di qualcosa. Se ti fanno male le piante, forse stai seguendo una direzione sbagliata. I piedi sono le tue basi: presta loro attenzione e ti aiuteranno a capire dove stai andando.

3 Ascolta la pancia. È lì che assimili e assorbi ogni dettaglio della tua realtà, lì elabori ogni evento. E lì, tue sensazioni istintive ti rivelano la verità. È il luogo della certezza da una parte e della vulnerabilità dall’altra. Impara a fidarti della tua pancia altrimenti i suoi segnali di malessere potrebbero diventare patologie difficili da trattare.

Articolo pubblicato sul n.2 di Starbene 2016  in edicola dal 29/12/2015


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