Trauma cranico del bambino
I traumi accidentali del cranio rappresentano circa l’8% degli incidenti domestici del bambino. Il neonato o il lattante può cadere dal fasciatoio, il bambino che impara a camminare da una sedia o dalle scale. Un trauma cranico può anche essere legato alla pratica di uno sport in età infantile, a un incidente in bicicletta o alla guida di un ciclomotore nell’adolescente.
Livelli di gravità
Schematicamente si distinguono tre tipologie di traumi cranici nel bambino, in base al rischio di frattura e di complicanze neurologiche che comportano.
Gruppo a bassissimo rischioComprende i due casi più frequenti: bambino oltre i 2 anni che presenta ferite superficiali, cefalea o vertigini transitorie. Di solito è giustificata solamente una stretta sorveglianza a domicilio da parte dei genitori.
Gruppo a rischio intermedioRiguarda soggetti di età inferiore ai 2 anni (a meno che il trauma non sia molto lieve), bambini che abbiano perso coscienza per un periodo di tempo non noto o che presentino conati di vomito, non ricordino l’incidente o abbiano subito un trauma in un’altra parte del corpo (in particolare la faccia, come un sanguinamento dal naso). Anche in questo caso le radiografie di controllo non sono obbligatorie; tuttavia, sono consigliate nei più piccoli (di età inferiore a 1 anno) e in coloro che hanno una ferita importante al cuoio capelluto.
Gruppo ad alto rischioComprende i bambini che presentano un’alterazione della coscienza immediata (sonnolenza, apatia) o, soprattutto, secondaria (sopraggiunta in un secondo tempo, dopo un’apparente guarigione), oppure una frattura. Il bambino deve essere allora trasferito con urgenza in un ospedale che disponga di un reparto di neurochirurgia.
La TC o la risonanza magnetica consentono di decidere un eventuale intervento neurochirurgico d’urgenza.
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