Sordità e ipoacusia -Quanto può essere grave un’ipoacusia?
L’entità della perdita uditiva è definibile come il grado di compromissione dell’apparato uditivo, identificabile all’audiogramma come la minima intensità alla quale il soggetto ha una risposta alla stimolazione sonora. Per audiogramma si intende un grafico che riporta in ascissa le frequenze, solitamente da 125 a 8000 Hz, e in ordinata le intensità, espresse in dB e comprese solitamente tra i valori -10 e 120.
Secondo l’American National Standards Institute (ANSI) l’handicap uditivo viene classificato essenzialmente nel modo descritto di seguito.
- 0-15 dB: udito nella norma con nessuna compromissione a livello linguistico.
- 16-25 dB: ipoacusia lieve, causata da patologie dell’orecchio medio o perdite neurosensoriali.
- 26-40 dB: ipoacusia media, causata da patologie dell’orecchio medio o perdite neurosensoriali.
- 41-65 dB: ipoacusia moderata, causata da lesioni croniche dell’orecchio medio, malattie da malformazione o perdite uditive di tipo neurosensoriale.
- 66-95 dB: ipoacusia severa, causata da patologie neurosensoriali o miste.
- oltre 96 dB: ipoacusia profonda, causata da patologie neurosensoriali o miste prevalentemente neurosensoriali.
Ipoacusia nel bambino Una perdita uditiva nel bambino costituisce una condizione doppiamente “silente”, in primo luogo perché lo isola dal mondo circostante privandolo del linguaggio, principale canale e strumento comunicativo, in secondo luogo perché è una patologia con una sintomatologia appunto “silente” che cioè non dà segni evidenti della sua presenza fino all’instaurarsi di effetti irreversibili.
Lo sviluppo del linguaggio in un bambino inizia in un periodo particolarmente importante, dagli 8-12 mesi d’età, quando inizia a stabilirsi quella forte relazione tra suoni uditi, suoni emessi e comunicazione che è alla base delle prime acquisizioni verbali e del loro successivo arricchimento lessicale e morfosintattico. Fondamentale, in questo periodo, è la percezione da parte del bambino di strutture acustiche del linguaggio in grado di innescare tutto il processo dell’apprendimento linguistico.
Una perdita uditiva è tanto più grave quanto più si instaura in epoca precoce, cioè nel periodo compreso tra 0 e 3 anni, nel quale il SNC (sistema nervoso centrale) è plastico e ha tutte le potenzialità per organizzare le sinapsi e le reti neurali, deputate dapprima alla percezione uditiva e successivamente allo sviluppo del linguaggio. Passato questo periodo la capacità organizzativa del SNC diminuisce rapidamente, le reti neurali si consolidano e successive modifiche sono possibili, ma molto più lentamente e con un’efficienza finale tanto più ridotta quanto più complessa è la rete neurale da modificare o implementare.
Per questo motivo in ambito audiologico viene spesso utilizzata la suddivisione in ipoacusie preverbali (insorte prima dell’inizio del processo di acquisizione del linguaggio), ipoacusie periverbali (insorte nell’epoca in cui il bambino dovrebbe aver raggiunto la struttura sintattico-grammaticale minima propria del linguaggio dell’adulto) e ipoacusie postverbali; queste ultime vengono a loro volta suddivise, in base all’epoca di insorgenza, in ipoacusie insorte nella prima infanzia (sino ai 7 anni, periodo in cui le abilità comunicativo-linguistiche sono ancora in fase di consolidamento) e ipoacusie insorte nella seconda infanzia (in cui il linguaggio verbale è già consolidato).
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