Rigor mortis
Irrigidimento postmortemn dei muscoli volontari ed involontari del corpo, generalmente osservabile due o quattro ore dopo il decesso che raggiunge il suo culmine dopo 6-12 ore, conferendo una rigidità lignea all’intero corpo. Scompare dopo 24-48 ore. La progressione del rigor mortis è correlata alla deplezione di adenosina trifosfato a carico del muscolo. Le condizioni antecedenti il decesso, associate ad un aumentato consumo di ossigeno da parte dei tessuti, come l’attività muscolare estrema, le convulsioni e la febbre, riducono l’adenosina trifosfato ed accelerano la sua insorgenza. Un raffreddamento rapido del corpo ritarda invece la sua comparsa. Il suo sviluppo può essere scarso o incompleto negli anziani, nei soggetti molto giovani o in individui gravemente debilitati. I gruppi muscolari più brevi vengono colpiti dal rigor mortis più rapidamente rispetto ai gruppi muscolari più lunghi. Comunque, i muscoli molto attivi poco prima della morte sviluppano più velocemente il rigor mortis in relazione alla loro lunghezza; questo è un aspetto di notevole importanza nella medicina forense. Detto anche rigidità postmortale, rigidità cadaverica.
Rigor mortis istantaneo Rigidità muscolare che si manifesta immediatamente in individui che sono stati impegnati in un’attività fisica estenuante appena prima del decesso. La ricerca di questo fenomeno è importante in quanto il corpo mantiene la posizione che aveva al momento del decesso e tale posizione persiste finché non si sviluppa il vero rigor mortis. Detto anche spasmo cadaverico.
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