Prova funzionale
Insieme di test atti allo studio della funzione di un organo o di un apparato.
Prove funzionali respiratorie
Si tratta di test che studiano la funzionalità e la capacità polmonare, la dinamica degli scambi gassosi, la ripartizione dell’aria nei compartimenti e l’ossigenazione dei tessuti al fine di comprendere il meccanismo di un’alterazione della funzione respiratoria e valutarne l’entità. Le prove funzionali respiratorie comprendono la misurazione dei volumi e del flusso polmonare, e, ove richiesto, di altri parametri. La valutazione dei volumi polmonari si ottiene mediante uno spirometro o un pletismografo. I flussi sono misurati da uno spirometro o uno pneumotachigrafo durante un’espirazione forzata. Lo studio delle funzioni meccaniche del polmone (relazioni pressione-volume) può essere di difficile realizzazione, perché alcuni pazienti sopportano con difficoltà l’introduzione della sonda intraesofagea necessaria per l’esecuzione dell’esame.
Prove funzionali in endocrinologia
Sono test dinamici che studiano il meccanismo delle regolazioni ormonali: dopo la somministrazione di un prodotto che stimola o rallenta la secrezione di un ormone, vengono osservate le variazioni della sua concentrazione nel sangue.
Prove funzionali in epatogastroenterologia
Per valutare la contrattilità dell’esofago si fa ricorso alla manometria (registrazione a intervalli di pressione), mentre la pHmetria misura l’acidità della secrezione esofagea (prelevata con una sonda). La velocità di svuotamento gastrico è misurata con marcatori isotopici (sostanze radioattive), mentre la capacità secretoria delle cellule gastriche è valutata raccogliendo la secrezione in seguito a stimolazione con insulina o pentagastrina. L’analisi dettagliata delle feci, eseguita mentre il paziente segue un determinato regime alimentare, consente di studiare i processi di digestione e assorbimento dell’intestino tenue. È inoltre possibile misurare il passaggio nel sangue di un certo numero di sostanze introdotte nell’intestino: D-xilosio, folati, vitamina B12. Il dosaggio dell’acqua e degli elettroliti (cloro, potassio, sodio) nelle feci consente di valutare la capacità di assorbimento del colon. Una radiografia con traccianti radiopachi introdotti per ingestione è utile per lo studio del transito fecale. La misurazione della pressione anorettale (manometria) chiarisce il meccanismo della defecazione e le radiografie dinamiche (defecografia) forniscono preziose indicazioni nei casi di stipsi e incontinenza anale. Un apposito test valuta la velocità globale del transito digestivo. La capacità di sintesi del fegato è indagata mediante dosaggio dell’albumina sierica, delle proteine della coagulazione e del colesterolo plasmatico.
Le funzioni depurative del fegato sono valutate in base al tasso plasmatico della bilirubina coniugata (principale pigmento biliare). L’integrità o l’alterazione delle cellule epatiche è valutata con il dosaggio delle transaminasi sieriche.
Lo studio della funzione endocrina del pancreas si basa sulla valutazione delle variazioni della glicemia in seguito all’assunzione orale di zucchero. Per misurare la funzione esocrina occorre dosare il flusso degli enzimi pancreatici riversati nel duodeno in seguito all’iniezione di un ormone stimolante.
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