Melilotus officinalis
Pianta appartenente alla famiglia delle Fabaceae (leguminose). La droga è costituita dalle foglie e dai rami fioriti. I componenti principali sono cumarine, flavonoidi e tannini. Tra le cumarine si ritrova il melitotoside che dopo idrolisi enzimatica lattonizza a curarina, 5,6-benzo-beta-pirone (cumarina), 3,4-didirocumarina (melitotina), scopoletina e umbelliferone. In condizioni di contaminazione da spore fungine il meliloto può produrre dicumarolo, 3,3’-metilene-bis-(4-idrossicumarina), ma questa sostanza è assente se vengono seguite corrette procedure di essiccamento. La droga è riportata nelle monografie ESCOP (European Scientific Cooperative on Phytotherapy).
La Farmacopea ufficiale francese X indica per l’estratto secco nebulizzato un titolo in cumarine totali in misura non inferiore al 20%. Alla droga viene attribuita attività favorente il drenaggio linfatico senza potere anticoagulante. Uno studio farmacologico in vitro ha dimostrato che l’estratto della droga (standardizzato allo 0,05% di cumarina) ha un effetto miotropico significativo sui vasi linfatici di cavia, determinandone un aumento del tono, della frequenza e dell’ampiezza delle pulsazioni. Numerosi studi clinici non controllati in pazienti affetti da insufficienza venosa, flebite e tromboflebite cronica ne hanno indicato l’efficacia nel ridurre sintomi quali senso di peso alle gambe, crampi, dolore e affaticamento. Due studi clinici controllati su donne con linfedema degli arti superiori dopo intervento per carcinoma mammario hanno dimostrato l’efficacia dell’estratto secco di melitoto, titolato in cumarina al 20%, nel ridurre il diametro del braccio in maniera statisticamente significativa.
La droga è indicata nella insufficienza venosa e linfatica e nel linfedema. In corso di somministrazione sono stati descritti effetti indesiderati lievi quali cefalea, nausea, diarrea. Uno studio segnala rari fenomeni di epatotossicità, peraltro reversibili con la sospensione della terapia. Mancano studi clinici che ne confermino la sicurezza d’uso in gravidanza e durante l’allattamento, se ne raccomanda pertanto un utilizzo prudente e solo su prescrizione medica.
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