Malattia trasmessa dai molluschi
Alterazione della salute causata direttamente o indirettamente dai molluschi. I molluschi possono trasmettere vari tipi di patologie. L’ingestione di molluschi contenenti un agente patogeno (batterio, virus, parassita) può, in certi casi, provocare una malattia infettiva.
Le malattie infettive non parassitarie si trasmettono attraverso l’ingestione di molluschi di acqua dolce o di mare (come le ostriche e le cozze). Questi animali, che vengono consumati crudi o cotti, possono trattenere diversi tipi di parassiti, batteri e virus, in particolare quelli che si nutrono filtrando l’acqua in cui vivono (ogni ostrica ne filtra sino a 300 l al giorno). Gli agenti generalmente trasmessi in questo modo sono i virus dell’epatite A e dell’epatite E, di Norwalk e delle gastroenteriti infettive, nonché i batteri dei generi Vibrio, agente del colera, Salmonella, Shigella ed Escherichia coli. Le malattie parassitarie trasmesse dai molluschi colpiscono l’uomo per via alimentare diretta (ingestione di un mollusco infestato da un parassita) soltanto in un caso: quello dell’angiostrongiliasi. Questa meningite parassitaria benigna è trasmessa dalla lumaca di acqua dolce o di terra, che funge da ospite intermediario di un verme, l’Angiostrongylus cantonensis.
I molluschi sono tuttavia responsabili indirettamente di altre malattie parassitarie, poiché contribuiscono allo sviluppo dei parassiti servendo loro da ospite intermediario: i parassiti si trasmettono all’uomo quando fa il bagno (bilharziosi), beve acqua infetta o consuma alcuni animali e piante acquatiche crudi.
Sintomi, segni e trattamento
Variano in funzione delle diverse malattie. I germi in causa possono provocare diarrea a volte accompagnata da febbre. Il trattamento delle infezioni batteriche può richiedere la prescrizione di antibiotici; le malattie di origine virale non necessitano di terapia. Le malattie parassitarie si curano ciascuna con farmaci specifici.
Prevenzione
I mezzi di prevenzione variano a seconda della malattia. La prevenzione delle malattie infettive non parassitarie si basa sul rispetto di norme di igiene pubblica quali il divieto di pesca e di consumo e il ritiro dalla vendita, cui è necessario attenersi scrupolosamente. Occorre evitare la pesca di molluschi la cui qualità sanitaria non sia garantita. Per evitare la moltiplicazione dei batteri e ridurre il rischio di contaminazione, la freschezza dei molluschi e la loro conservazione (rispetto della catena del freddo) rappresentano un fattore di importanza fondamentale. Prima dell’uso è inoltre indispensabile un’adeguata cottura di tutti i molluschi, e in particolare delle cozze, le quali secernono particolari tossine (mitilotossine) talvolta responsabili di paralisi, che sono distrutte dal calore.
La prevenzione delle malattie parassitarie trasmesse dai molluschi si basa sul rispetto di regole di igiene alimentare (individuale e pubblica), sull’uso di acqua potabile e sulla bonifica delle acque inquinate, nonché sull’astensione dal bagno in acque dolci infette. La lotta chimica contro i molluschi incontra numerose difficoltà pratiche e resistenze psicologiche: i mulluschicidi, finalizzati a trattare le acque nei Paesi in via di sviluppo, non devono essere tossici né per l’uomo, né per altri animali all’infuori dei molluschi stessi. Diffonderli nell’acqua è un’operazione complessa e in genere poco apprezzata dalla popolazione.
La lotta biologica si basa sull’insediamento nelle acque di grossi molluschi che si nutrono delle specie vettrici (ospitanti i parassiti). L’allevamento di anatre, che si cibano di lumache, è un ulteriore mezzo per la lotta ai molluschi terrestri e acquatici.
Nei Paesi in via di sviluppo, la cementificazione dei canali di irrigazione permette di eliminare le erbe di cui i molluschi si nutrono e a cui si aggrappano, riducendo in tal modo le loro possibilità di sopravvivenza.
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