Ricostruzione di unArto
Intervento chirurgico, effettuato anche a più riprese, volto a riparare una lesione grave a carico di un arto.
Indicazioni
La ricostruzione è effettuata su persone che hanno riportato ferite molto gravi, generalmente a causa di incidenti stradali, sul lavoro o durante attività di fai-da-te.
Gli arti lesi possono presentarsi come totalmente staccati, lacerati (perdita di sostanza, schiacciamento) o devascolarizzati (ancora uniti al segmento prossimale); il grado di urgenza in quest’ultimo caso è il medesimo che per un’amputazione.
Procedura
In seguito all’incidente, l’arto, se sezionato, deve essere raccolto e posto in un sacco di plastica a chiusura ermetica; è fondamentale che quest’ultimo vada poi posto nel ghiaccio (ed è indispensabile evitare il contatto diretto dell’arto con questa sostanza) e trasportato d’urgenza con il ferito in un ospedale specializzato.
L’intervento si effettua dopo un periodo di rianimazione, durante il quale viene praticata una trasfusione e compiuto un bilancio preoperatorio (consulto dell’anestesista, quadro biologico). La ricostruzione di un arto comporta più fasi, elencate di seguito, che devono, se possibile, succedersi nell’ambito di una sola seduta.
- Ricostruzione ossea, utilizzando placche interne oppure strumenti esterni (chiodi che attraversano l’osso e vengono fissati a una stecca esterna).
- Riparazione dei vasi e dei nervi per mezzo di interventi di microchirurgia (chirurgia realizzata con il ricorso a un microscopio a elevato potere di ingrandimento) e ricorrendo a eventuali autotrapianti venosi.
- Ricostruzione della cute mediante la tecnica dei lembi muscolocutanei (trasferimento di un lembo che ha conservato le connessioni vascolari e nervose).
Il complesso dell’’intervento, estremamente delicato, ha una durata compresa tra le 8 e le 24 ore.
Complicanze e controllo
Poiché nel periodo postoperatorio possono insorgere complicanze quali infezioni, emorragie e assenza di recupero funzionale, sono indispensabili il controllo medico costante e una tempestiva rieducazione. Talvolta si rendono necessari altri interventi nella settimana o nei mesi seguenti l’incidente, per tentare di recuperare funzioni non ancora ristabilite.
La rieducazione si protrarrà per un periodo compreso tra i 18 mesi e i 2 anni; l’arto ricostruito avrà comunque una minore sensibilità rispetto a quello sano.
Nei 2 anni successivi all’intervento, l’arto potrà essere interessato dalla “malattia del freddo”, che comporta saltuarie crisi di cianosi durante le quali esso diviene freddo e dolente. Amputazioni secondarie, conseguenti a un’infezione o a un’emorragia gravissima, sono risultati casi eccezionali.
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