Test di gravidanza: cosa fare quando il risultato è positivo

Test di gravidanza positivo? Ecco regole e consigli da seguire dopa la scoperta del lieto evento, visite ginecologiche, esami, ciò che si può fare e non



di Paola Toia

SCOPRIRE DI ESSERE INCINTA

Quando si scopre di essere in dolce attesa l’emozione è incredibile, accompagnata anche da una sana dose di shock: andrà tutto bene, cosa si deve fare, il medico sarà bravo, ci saranno tanti esami? Sono delle preoccupazioni normali per una coppia che vive tale esperienza, specialmente se si tratta del primo figlio.

Dopo il test di gravidanza, è opportuno affidarsi a un ginecologo di fiducia. Così non si potrà sbagliare e si affronterà questo importante momento con la giusta serenità e una buona dose di consapevolezza.


Fai la tua domanda ai nostri esperti!

ESAMI DEL SANGUE: BETA-HCG

Il primo passo consiste nel farsi prescrivere dal proprio medico di base gli esami del sangue per avere la conferma della gravidanza. Si controlla il valore dell’ormone gonadotropina corionica, generalmente noto come beta-HCG, che viene prodotto da un primo abbozzo di placenta a partire dal momento in cui l'embrione si annida nell'utero (pochi giorni dopo la fecondazione) e le sue concentrazioni si trovano nel sangue già 7-10 giorni dopo il concepimento. I quantitativi nel sangue aumentano molto nel primo trimestre, specialmente nelle settimane iniziali, raddoppiando ogni 2-3 giorni circa.

N.B.: un tasso di beta-HCG inferiore a 10 UI/l esclude una gravidanza, un tasso superiore la indica con certezza.

SCEGLIERE IL GINECOLOGO E QUANDO FARE LA PRIMA VISITA

Il momento della gravidanza nelle donne provoca uno stato emotivo particolare, in cui da un lato si è felici per il momento che si sta vivendo e dall’altro ci si preoccupa affinchè tutto vada per il meglio.

Se non si ha un ginecologo di fiducia, è bene sceglierne uno o si può essere seguite anche tramite l’ALS (Azienda Sanitaria Locale). La prima visita va effettuata fra la sesta e l’ottava settimana: prima della sesta non si troverebbe ancora traccia della gravidanza e non si sentirebbe il battito cardiaco, mentre dopo l’ottava sarebbe troppo tardi per accertare una gravidanza extrauterina o molare (ovvero una gravidanza senza successo).

PRIMA VISITA GINECOLOGICA: TUTTI GLI ESAMI E GLI ACCERTAMENTI PREVISTI

Esami  e controlli da fare dopo essere rimasta incinta:

- anamnesi: il medico raccoglie tutte le informazioni sulla storia della futura mamma e della famiglia, che possano evidenziare elementi di rischio per la gravidanza in sé e per il nascituro (patologie materne o genetico-famigliari);

- esami del sangue: permettono di verificare alcune patologie infettive trasmissibili di ordine virale (rosolia, toxoplasmosi, citomegalovirus); ulteriori esami servono ad accertare l’assenza di anemia, il valore della glicemia per escludere patologie diabetiche, le transaminasi per eventuali patologie epatiche, la creatinemia per le patologie renali;

- esami delle urine: da ripetere mensilmente a partire dal primo trimestre, per limitare il rischio di gestosi (sindrome caratterizzata dalla presenza, singola o in associazione, di segni clinici quali edema, proteinuria o ipertensione in una donna gravida) o di ipertensione sovrapposta alla gravidanza e monitorare il problema della batteriuria asintomatica, ovvero la presenza di batteri nelle urine, che potrebbero causare (in rari casi) un parto pretermine;

- pap test: importante per capire se la futura mamma sia affetta o meno da qualche patologia nel collo dell’utero

- visita ginecologica: per essere monitorate nel corso della gravidanza, accertando che non ci siano patologie genitali che possano mettere a repentaglio la gravidanza stessa e controllando per le donne che hanno già avuto figli il collo dell’utero;

- ecografie: la prima ha la funzione di rilevare le misure fetali per datare la gravidanza, controllare il battito cardiaco e verificare se la gravidanza sia singola o gemellare; quelle di routine, successive alla prima visita, sono 3 (traslucenza, morfologica e accrescimentio);

- domande: la futura mamma potrà chiarire con il ginecologo i propri dubbi.

LE 3 ECOGRAFIE DI ROUTINE

Nel corso della gravidanza devono essere eseguite delle ecografie di routine, per verificare che tutto proceda bene. Ne sono previste tre, una a trimestre, che è bene prenotare per tempo con l’impegnativa dal proprio medico, se si decide di procedere con l’ASL.

Quali sono le ecografie da fare?

- Translucenza nucale: si effettua tra la 13° e la 18° settimana, e consiste nel misurare il cuscinetto nucale (le pieghe della pelle dietro al collo), che in genere nei bambini affetti da Sindrome di Down tende a essere più spesso. Se tale ecografia viene effettuata in combinazione con un prelievo di sangue, il risultato è affidabile al 90%. L'esito è comunque probabilistico e in caso di rischio elevato viene consigliato di effettuare l’amniocentesi o la villocentesi, due esami che danno esiti precisi ma che comportano alcuni rischi perché invasivi.

- Morfologica: si effettua tra la 20° e la 23° settimana, ed è così chiamata perché destinata a studiare la morfologia del feto per escludere o accertare la presenza di malformazioni; prevede la valutazione delle dimensioni del feto (biometria fetale), dell’impianto e della struttura della placenta, della quantità di liquido amniotico, del collo dell’utero, ma fornisce soprattutto uno studio analitico di tutti i distretti anatomici esplorabili nel feto. 

- Accrescimento: si effettua tra la 28° e la 32° settimana, ed è finalizzata a misurare le dimensioni del feto (biometria) per valutare se sta crescendo normalmente; valuta inoltre la quantità del liquido amniotico e la posizione placentare.

L’ABC DELLA GRAVIDANZA

Regole e pratici consigli da seguire, sempre di concerto con il proprio ginecologo:

- assumere acido folico: è consigliabile assumerlo già tre mesi prima della gravidanza o iniziare subito dopo, in quanto aiuta la formazione degli organi del bambino, riducendo il rischio di patologie come la spina bifida;

- controllare i farmaci assunti: se si stanno assumendo farmaci per malattie croniche, occorre consultarsi subito con il proprio specialista di riferimento, che deciderà se continuare, modificare o sospendere la terapia; in generale, prima di assumere qualsiasi farmaco, chiedere al proprio medico;

- smettere di bere alcolici e fumare: in quanto l’alcol assunto passa facilmente nella placenta e il fumo può comportare numerosi rischi, dall’aborto al parto prematuro o al basso peso del nascituro;

- adottare precauzioni anti-toxoplasmosi: in caso non si sia contratta la malattia, evitare carne, pesce e uva crudi, insaccati e salumi crudi, verdure crude non lavate, sì invece a verdure e cibi cotti; 

- evitare i dolcificanti: sono dannosi per il bambino;

- evitare sforzi e non praticare sport intensi: specialmente nel primo trimestre, quando la gravidanza è ancora in una fase delicata;

- non fare la sauna: aumenta la temperatura corporea e la sudorazione, determinando ipertermia transitoria e facendo abbassare la pressione arteriosa;

- bere tanta acqua: una donna incinta ha bisogno di bere più acqua perché fisiologicamente aumenta la quantità dell’acqua corporea fino a 7-8 litri in più rispetto al solito. Inoltre assumere più acqua tiene sotto controllo il volume plasmatico all’interno dei vasi sanguigni, prevenendo cali di pressione;

- proteggere la pelle dal sole: per ragioni ormonali;

- non effettuare vaccini: in questo caso consultare sempre il proprio ginecologo;

- riposare: perché in questa fase si avrà molto sonno e ci si sentirà più stanche;

- come dormire: si scelga la posizione che si preferisce, anche in base allo stadio della gravidanza, ma in genere la posizione migliore per il bimbo è quella sdraiata sul lato sinistro;

- tinture per capelli: i capelli si possono tingere con l'accortezza di utilizzare prodotti possibilmente naturali, almeno nei primi tre mesi;

- massaggi: fanno benissimo, evitare solo la parte addominale per ovvi motivi;

- no alle smagliature: si possono prevenire con prodotti specifici da applicare su seno, addome, fianchi e cosce. Unica accortezza: non utilizzarli sull'addome per almeno 3-4 giorni prima di un’ecografia in quanto riducono la visibilità e l'accuratezza diagnostica dell’esame – evitare prodotti o sostanze che possano interferire con la tiroide;

- sì ai rapporti sessuali: evitarli solo in caso di problemi placentari, di dolori o perdite di sangue; sono invece particolarmente consigliati dopo la 37° settimana perché stimolano l'utero, facilitando l'insorgere del travaglio;

- peso: per una donna normopeso in genere si consiglia un aumento ponderale di circa 10 kg, che diventano 7 se si inizia la gravidanza in sovrappeso, 13-15 se sottopeso; in caso di diminuzione o aumento di peso eccessivo consultare un esperto;

- fare ciò che fa star bene: perché una mamma felice renderà felice anche il proprio feto, in quanto le endorfine liberate stimoleranno anche il piccolo.

Leggi anche

Bambini: i test genetici prenatali

Gravidanza: le soluzioni green

Yoga in gravidanza, la maternità serena

Gravidanza sana e in forma con gli alimenti giusti

Mal di schiena in gravidanza: come fare