Giornata internazionale contro il cancro, quattro miti da sfatare

L’occasione per smentire alcune false credenze sulla malattia. Prima di tutto, non è vero che non c’è bisogno di parlare di tumore



Il 4 febbraio è la Giornata internazionale contro il cancro. Organizzata dall'Union for International Cancer Control (UICC) della Svizzera, quest'anno si pone l'obiettivo di sfatare quattro miti sulla malattia.

1° mito da sfatare: non c’è bisogno di parlare di cancro

Non è vero. Anche se il cancro può essere un argomento difficile, soprattutto in alcune culture e ambienti, affrontare apertamente la malattia può portare risultati migliori a livello individuale, collettivo e politico.
Per la maggior parte delle persone, una diagnosi di cancro è un evento che cambia la vita e provoca shock, paura, rabbia, tristezza, solitudine o ansia. Anche se molti lo trovano complicato, parlare di cancro con la famiglia, i parenti, gli amici e i colleghi potrebbe contribuire ad alleviare questi sentimenti.

2° mito da sfatare: non ci sono segni o sintomi del cancro

Se per alcuni tipi di cancro questa affermazione può essere veritiera, per molte tipologie di tumori invece ci sono segnali di avvertimento e sintomi e i vantaggi della diagnosi precoce sono indiscutibili.
È importante che gli individui, gli operatori sanitari e i responsabili politici siano a conoscenza ed educati sul riconoscimento dei segni e dei sintomi del cancro (quando questi sono presenti).

3° mito da sfatare: non c’è niente da fare contro il cancro

La verità è che si può fare molto a livello individuale, collettivo e politico e con le giuste strategie sarebbe possibile prevenire e guarire un terzo dei tumori più comuni.
È necessario promuovere uno stile di vita sano. Le condizioni in cui le persone vivono e lavorano e i loro stili di vita influenzano la loro salute e la qualità della vita.

4° mito da sfatare: non ho diritto a ottenere una cura per il cancro

Non è così, tutte le persone hanno il diritto ad accedere a trattamenti e servizi oncologici collaudati ed efficaci, per ridurre la sofferenza.
L'accesso alla cura del cancro è una questione di giustizia sociale. Ci sono disparità nel campo dei tumori tra Paesi sviluppati e quelli in via sviluppo. È però necessario che i Paesi garantiscano la parità di trattamento rendendola disponibile per tutti i pazienti oncologici, indipendentemente dal loro substrato socio-economico.

Starbene è da sempre in prima linea per educare alla prevenzione e sostenere i malati di cancro. Per questo è in partnership con IEO, l'Istituto Europeo di Oncologia. È stato aperto uno spazio per il dialogo tra i lettori e gli specialisti di IEO, soprattutto per fornire alle donne notizie in tempo reale sulla prevenzione e la cura dei tumori al seno.
Collabora con noi il prof. Alberto Luini, direttore della Divisione di senologia, e la dott.ssa Maria Giovanna Gatti, senonologa, ha una rubrica tutti i mesi su Starbene.