Afte, te ne liberi così

Non ci sono farmaci che le guariscono, ma oggi puoi dimezzare le ricadute. E scoprire, con gli esami giusti, perché vengono sempre proprio a te



Sono causate dallo stress

«Le mucose della bocca sono un vero e proprio organo e, come molte parti
del nostro corpo, possono diventare il bersaglio dello stress», spiega il
professor Gianfranco Aiello, odontoiatra a Milano e Salerno. «Non a caso,
chi soffre di afte (in termine tecnico stomatite aftosa) le vede
riapparire col cambio di stagione, dopo una malattia o in un momento di
fatica fisica o psichica. In genere durano 4-6 giorni e si ripresentano
1-2 volte all’anno».

Può essere colpa dell’intestino

«Il nostro apparato digerente è popolato
dal microbiota, una comunità batterica del peso di 1 kg che vive in
simbiosi con noi», spiega Antonio Gasbarrini, professore ordinario di
gastroenterologia all’Università Cattolica Policlinico Gemelli di Roma.
«Questi germi, infatti, fanno uno “scambio” con noi: li teniamo al
calduccio, gli diamo da mangiare e loro tengono a bada i batteri patogeni,
ma producono anche vitamine e sono coinvolti nel metabolismo dei cibi.
Quando il microbiota è in equilibrio tutto va bene. Se invece lo stress o
una malattia (per esempio una celiachia non diagnosticata) provocano uno
squilibrio (disbiosi), il sistema immunitario attacca questi germi buoni
anche sulle mucose orali, creando le dolorose afte».

Gel e pellicole le vincono

«Gel e collutori all’acido ialuronico sono efficaci contro i sintomi che
provocano queste lesioni», spiega Aiello. «Consiglio gel e spray se l’afta
appare sulle guance e fra gengive e labbra, il collutorio se non sono
agilmente raggiungibili, come nel caso della lingua. Utili anche le
pellicole protettive, che riducono i fastidi. Trovi tutto in farmacia».

In due casi servono gli esami

«Se le afte sono molto frequenti e particolarmente dolorose, il medico è
bene che prescriva una serie di esami del sangue per accertare che le
cause non siano patologie sistemiche come la celiachia», raccomanda
Gasbarrini. «Anche il morbo di Crohn, una malattia infiammatoria cronica
dell’intestino, va esclusa con esami endoscopici e con la biopsia».

Se eviti certi cibi non le avrai

«Sicuramente certi alimenti sono irritanti per le mucose (leggi qui a
destra), ma per evitare le afte è necessaria una dieta ricca di vitamine
B, C, A ed E, unite a minerali ed enzimi in grado di rafforzare
l’organismo difendendolo dallo stress», spiega Mariella Saudelli, biologo
nutrizionista
a Milano. «Si è scoperto che funziona bene il pane
integrale, ricco fibre e vitamine B ed E. La papaia, invece, fornisce un
apporto di vitamina A tale da far riparare autonomamente le mucose ed
eliminare il bruciore. Per il loro contenuto di B12, raccomando uova
e pesce. Importante anche il ferro che trovi in spinaci e fagioli».

L’igiene dentale non c’entra

«Come e quanto ci laviamo la bocca non c’entra con la comparsa delle afte»,
spiega il professor Gianfranco Aiello. «Ed è anche raro che una manovra
errata con lo spazzolino provochi un trauma che faccia “crescere” un’afta.
Questo non vuol dire che non devi lavarti i denti o usare il filo
interdentale quando hai la stomatite aftosa».

No ad antibiotico e cortisone

Una volta, contro le afte si usavano fare delle dolorosissime toccature con
farmaci al cortisone, e c’era anche chi addirittura ci metteva sopra
dell’antibiotico in polvere.
«I nuovi presidi medici funzionano bene e non sono dolorosi. Il cortisone
si utilizza solo nei casi in cui si scopre che la stomatite aftosa è
provocata da una malattia autoimmune (vedi il paragrafo degli esami)»,
spiega Gasbarrini.

I probiotici sono indispensabili

La loro efficacia non è provata, ma i nutrizionisti ci credono. «Alcuni
studi sostengono infatti che per prevenire le afte è preferibile consumare
2 o 3 volte alla settimana la ricotta (150 g per porzione), abbinata allo
yogurt, quest’ultimo tutti i giorni (da 125
a 250 g)», dice Saudelli. «È plausibile che in futuro avremo dei prodotti
specifici in grado di modulare il microbiota al punto di prevenire e
curare le afte», conclude Gasbarrini.