In palestra alleni anche il cervello

Le ultime ricerche scientifiche confermano gli effetti benefici del movimento a livello cerebrale. Ecco perché fa bene



di Irma D’Aria

Corsa, spinning e body pump non solo ti regalano un corpo tonico e snello, ma svolgono un ruolo protettivo contro il declino cognitivo associato a demenza, morbo di Parkinson e depressione. Sono ormai numerosi gli studi sugli effetti benefici del movimento a livello cerebrale.

In particolare, sul miglioramento della memoria, la riduzione dello stress, il controllo della fame. Ora, però, la ricerca ha capito qualcosa in più, arrivando a dimostrare come gli allenamenti a circuito, gli esercizi con i pesi e le posizioni yoga agiscano sulle diverse aree del cervello (vedi qui di seguito), stimolando le nostre capacità.

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CORSA O BICICLETTA - per una memoria di ferro

Sì, perché fare fitness favorisce la produzione di una proteina chiamata BDNF, cioè fattore neutrofico cerebrale, che induce la crescita di nuove cellule.

Lo confermano le prove condotte dalla Columbia University (New York) e dall’Università dell’Illinois su volontari di una certa età: dopo aver svolto attività come camminare, pedalare o nuotare, 3 volte a settimana per un anno, registravano migliori risultati nei test mnemonici, dovuti a un incremento della formazione di neuroni nell’ippocampo, un’area del cervello essenziale per la memoria.

«L’esercizio aerobico, come andare in bicicletta o correre, garantisceanche un maggior afflusso di sangue e di ossigeno
alla materia grigia perché mantiene aperte le vie ematiche che, con il passare del tempo, tendono a restringersi», aggiunge Enrico Guerra, direttore scientifico di Elav, centro di ricerca e alta formazione per le Scienze motorie.

Dalla rivista Current Biology, un ulteriore ricerca dell’effetto sull’apprendimento: se ti devi preparare per un esame, esporre una relazioneo memorizzare dei dati, studia, aspetta 4 ore, allenati e non dimenticherai nulla.

Secondo gli autori dello studio l’attività fisica post-apprendimento promuove il rilascio di catecolamine, sostanze chimiche coinvolte nel processo di consolidamento della memoria a lungo termine.

CARDIO + PESI - sei vuoi essere multitasking

Se poi, vengono abbinati anche gli esercizi con un carico (manubri o macchine), si ottiene il mix vicente. L’Università di Groningen, in Olanda, ha esaminato 109 persone affette da demenza, divise in tre gruppi: il primo camminava a passo svelto 4 volte a settimana per 30 minuti; il secondo per 2 volte abbinando 2 sedute con i pesi di mezzora; il terzo non si allenava.

Dopo nove settimane, i pazienti sono stati sottoposti ad una serie di test per valutare la cosiddetta funzione esecutiva, cioè la capacità di ragionamento, pianificazione, il problem solving e l’attitudine a svolgere più compiti contemporaneamente.

Si è visto che il gruppo che aveva abbinato l’esercizio di resistenza e quello di tonificazione aveva miglioramenti più significativi rispetto a chi svolgeva solo l’allenamento aerobico (la camminata).

INTERVAL TRAINING- per tenere l’appetito sotto controllo

Hai il vizio dello spuntino fuori pasto, del dolcetto dopo cena e la bilancia sale? Scegli il cross training e varia l’intensità dei tuoi workout.

L’Università della Western Australia di Perth ha esaminato le reazioni di un gruppo di volontari in sovrappeso che si allenavano per 30 minuti su una cyclette, ma a diverse intensità.

Si è visto che dopo aver pedalato con il criterio dell’interval training (per esempio, 1 minuto ad alta intensità seguito da 4 minuti di pedalata moderata oppure 15 secondi di sprint seguiti da 1 minuto a ritmo tranquillo), mangiavano meno sia dopo l’allenamento sia il giorno dopo.

Come mai? «Questa attività agisce sui livelli di leptina, ormone che gioca un ruolo fondamentale nel controllo della fame. Inoltre, favorisce il recupero fisiologico e il relax post allenamento, migliorando anche la qualità del sonno.

Un circolo virtuoso che tiene a bada pure la grelina, altro ormone responsabile dei segnali inviati al cervello di appetito e sazietà», conclude l’esperto.

ASANA ANTIAGING

Il cervello di uno yogi cinquantenne appare come quello di un venticinquenne. Lo sostengono i ricercatori del Massachusetts General Hospital dopo aver esaminato alcune aree del cervello di praticanti rispetto a un gruppo di sedentari, a parità di età, sesso e livello di istruzione.

Anche la meditazione è un toccasana per la mente. In uno studio dell’Università della California si è visto che i soggetti che praticavano kundalini yoga (che include sia esercizi respiratori sia di raccoglimento interiore) ottenevano risultati migliori nei test cognitivi, sperimentavano un miglioramento dell’umore e, all’esame radiologico, si notava una maggior connessione tra le aree coinvolte nella memoria e nel linguaggio.

ECCO COME IL FITNESS AGISCE SULLE AREE CEREBRALI


SOLLEVAMENTO PESI- corteccia prefrontale

pensiero complesso, attività razionale, capacità di risolvere i problemi, multitasking.


ESERCIZI DI AGILITÀ - corteccia prefrontale

gangli basali attenzione, elasticità mentale
lobo parietale, memoria visiva e spaziale
cervelletto equilibrio.


YOGA - lobo frontale

corteccia insulare integrazione della parte razionale ed emotiva
amigdala ansia e paure


INTERVAL TRAINING ALTA INTENSITÀ - ipotalamo

regolazione dell’appetito


AEROBICA ippocampo
memoria

Articolo pubblicato sul n. 50 di Starbene in edicola dal 29/11/2016

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