Olio di palma: è davvero cancerogeno?

Dopo l’indagine di Altroconsumo, che ha rilevato sostanze tossiche in prodotti per l’infanzia e merendine fatte con olio di palma, abbiamo chiesto a un ricercatore come regolarci quando facciamo la spesa e quali rischi corriamo



di Lidia Pensiero

Si parla ancora di olio di palma. Nei giorni scorsi Altroconsumo, l’organizzazione indipendente di consumatori, ha pubblicato un articolo in cui denunciava che alcuni prodotti (latte per l'infanzia, patatine fritte, biscotti. merendine) preparati con olio di palma contenevano sostanze tossiche potenzialmente cancerogene.

Per questo ha lanciato la petizione altroconsumo.it/oliodipalma con la quale chiede al ministero della Salute e al Governo di farsi promotori del cambiamento con nuove regole sull'uso dell'olio di palma.

Per saperne di più, continua a sfogliare l'articolo.

20 giugno 2016

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QUANDO SI SVILUPPANO LE SOSTANZE TOSSICHE

Altroconsumo ha riscontrato contaminanti tossici nel latte per bebè e i glicil esteri degli acidi grassi (GE) che si sviluppano dal precursore glicidolo, cancerogeno, in biscotti, merendine, patatine, alimenti per l'infanzia.

In effetti, uno studio recente pubblicato dall’Efsa segnala, tra le varie informazioni, che a temperature superiori ai 200 °C non solo l’olio di palma ma anche altri oli vegetali (cocco, arachidi, colza, mais e girasole) sviluppano sostanze che, ad alte concentrazioni, sono genotossiche, cioè possono mutare il patrimonio genetico delle cellule. Queste sostanze sono i glicidil esteri degli acidi grassi (GE) che si sviluppano dal precursore glicidolo, cancerogeno, il 3-monocloropropandiolo (3-MCPD), tossico per i reni e i testicoli e il 2-monocloropropandiolo (2-MCPD), sospettato di essere tossico, ma di cui non ci sono ancora dati sufficienti.

Per cercare di fare chiarezza, Altroconsumo ha analizzato i valori di 3-MCPD e dei GE in dodici prodotti che rappresentano le categorie di alimenti segnalate dall'Autorità per la sicurezza alimentare come più a rischio per bambini e adolescenti. Secondo gli esperti di Altroconsumo, i risultati parlano chiaro: un bimbo di 5 mesi che beve 5 biberon di latte supera la soglia di sicurezza per il 3-MCPD. I bimbi più grandi e gli adolescenti superano questa soglia non con il singolo alimento ma all'interno della dieta. Preoccupante la presenza di GE, potenzialmente cancerogeni, in parecchi prodotti come biscotti, merendine e patatine.

I RISCHI PER LA SALUTE

Quali possono essere gli effetti di questi contaminati sulla salute? Le sostanze sotto accusa si sviluppano durante i processi di lavorazione di grassi e oli vegetali trattati a temperature superiori ai 200° C.

Queste tre sostanze sono note per essere cancerogene in vitro ad altissime concentrazioni: ciò significa che in laboratorio, a concentrazioni difficilmente raggiungibili con la normale alimentazione, sono genotossiche, hanno cioè la capacità di mutare il patrimonio genetico della cellula. «In realtà, non si può sostenere che l’olio di palma sia cancerogeno», chiarisce Antonio Moschetta, ricercatore dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) presso l’Università degli Studi di Bari. «La ricerca scientifica finora ha dimostrato soltanto che alcune sostanze che si sviluppano durante la lavorazione di alcuni oli vegetali possono sviluppare tumore sui modelli animali. Ma di qui a dire che l’olio di palma è cancerogeno per l’uomo è un passo troppo grande, perché i dati si riferiscono a un’esposizione cronica e costante a elevate quantità».

CHE COSA FARE

Ancora una volta la confusione è alta: cosa fare? Vietare patatine fritte e merendine? «Le raccomandazioni che arrivano anche dagli organismi internazionali sono quelle di variare il più possibile l’alimentazione e cercare di utilizzare il meno possibile i prodotti conservati e che hanno subito un processo industriale elevato come salumi, prodotti confezionati, scatolame» precisa l’esperto.

E poi c’è da considerare anche la capacità del nostro organismo di “ripulire” le proprie cellule dai composti tossici a cui tutti siamo esposti quotidianamente a prescindere dall’olio di palma e che dipende dal nostro stato di salute generale (non è efficace in caso di sovrappeso, diabete, colesterolo alto o qualunque altra malattia. «È impossibile evitare del tutto i prodotti raffinati, ma possiamo ridurli al minimo ed educare i bambini ad un’alimentazione che sia fatta con cibi freschi e non lavorati», dice il ricercatore. Come dire, sforziamoci anche noi genitori di proporre come spuntino ai nostri figli una carota da sgranocchiare o un frutto anziché la solita merendina confezionata.

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