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“Vaffa”: è una vera terapia?

Dare troppo peso al giudizio altrui, senza fare mai ciò che si desidera condiziona la vita. Un libro spiega come evitarlo

credits: iStock



La vita può diventare una gabbia. Per esempio quando dai troppa importanza a quello che gli altri dicono o pensano di te, tanto da non fare mai davvero quello che desideri realmente.

Come evaderne? Fregandotene! Almeno questa è la filosofia di John Parkin e Gaia Pollini, ex pubblicitari che hanno mandato a quel paese la loro vita precedente per dedicarsi all’insegnamento della Fuck it therapy, un corso e un libro di auto-aiuto dal titolo eloquente: Come scoprire il potere liberatorio del vaffanculo e sorridere alla vita.

In realtà la parolaccia del titolo diventa, nelle pagine del libro, un più mite «Ma chissenefrega, non conta poi così tanto», un mantra da imparare a usare in modo non aggressivo, con l’aiuto di esercizi per imparare a guardarsi dentro e ascoltarsi.

Basta davvero così poco? «Magari fosse così semplice» commenta la psicologa Paola Vinciguerra, docente all’Università Ludes di Lugano. «È vero: c’è chi tende a controllare tutto, a non delegare ad altri perché lo fa apparentemente stare meglio, ma in realtà è prigioniero di questa azione.

Demandare ad altri sarebbe sicuramente liberatorio, ma difficilmente basta dire un chissenefrega per riuscirci davvero perché nel cervello si sviluppano connessioni neuronali che spingono a ripetere quel comportamento che tranquillizza. Occorre riorganizzare tali connessioni e farlo da soli non è facile».

V.G.

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Articolo pubblicato sul n.20 di Starbene in edicola dal 25/04/2017

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