Cene in famiglia: come gestirle

Ritrovarti a Natale con i parenti può generare ansia e far sentire sotto esame. Ecco cosa fare per godersi questi momenti conviviali



di Daniela Bavestrello

Gli inviti delle feste in famiglia? Riti obbligatori che rischiano di pesare sulla bilancia. E sulla tua autostima. Sì, proprio così perché il piacere di convidere cibo ed emozioni con le persone care in un attimo si può trasformare in un severo tribunale dei tuoi punti deboli, dei tuoi nervi scoperti.

Da una parte, parenti & co. che partono con la solita sfilza di domande, magari benevole, ma invadenti e fastidiose (“Come va tuo figlio a scuola?”; “Ti sei fidanzata?”; “Il lavoro è ripreso?”). Dall’altra ci sei tu che sorridi – ma che fatica non esplodere – alle battute infelici su questioni importanti o che ti assillano, e così dicendo in un balletto di finzioni, convenevoli e bocconi amari.

Insomma, c’è tutto il repertorio per farsi venire voglia di scappare con la scusa del viaggio prenotato a costo zero in una località sconosciuta, lontano dai soliti volti e dai soliti rituali.

Ma se non puoi e vuoi fuggire - in fondo, le feste sono un momento speciale per vivere gli affetti importanti – allenati fin da ora a recitare il tuo copione: semplice, ma perfetto per sopravvivere a questi momenti conviviali, in cui la sfilata di piatti, magari anche prelibati, da un attimo e l’altro si trasforma in un sofferenza che ti lascia l’amaro in bocca.


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NON LASCIARTI ANDARE ALLE CONFIDENZE

La prima cosa da tenere a mente è che le feste, anzi “Le Feste”, non sono quelle che aspettavi, vivevi, godevi da bambina. Quando c’era la voglia di aprire la sorpresa, il piacere aspettato per mesi di stare finalmente tanto con mamma e papà che non dovevano scappare al volo, o potevi stare alzata fino a tardi oppure rimanere nel lettone fino a pranzo.

Questo è il “pacchetto Natale” dedicato ai più piccoli. Quello che ti aspetta, diventata adulta, è più probabilmente un frangente in cui ci si ritrova, si rivedono persone care, e anche quelle meno simpatiche, in cui si costruisce un momento speciale, sganciato dalla realtà quotidiana e dai soliti ritmi.

Un clima particolare, certamente, in cui è facile lasciarci andare, come se il cibo che condividiamo, e il piacere che sottende il pranzo, aprissero le porte alla manifestazione dei tuoi desideri, dei tuoi problemi, dei tuoi successi come degli insuccessi. In una parola, della tua sfera più intima. Ma questo non vuol dire che tu sia obbligata a parlare, parlare di te.

Soprattutto se sai già in partenza che lo sfogo, la confessione viene stigmatizzata in una serie di critiche, accuse e battute acide nei tuoi confronti. Ci saranno altri scorci, altre occasioni, altre persone per chiarire davvero o affrontare al meglio quelle situazioni che ti preoccupano o da cui non riusci a venire fuori.

PUNTA I RIFLETTORI SUGLI ALTRI

Devi imparare a tenere gli occhi aperti sui tuoi punti deboli e allenarti a sfoderare astuzie psicologiche per scivolare via dal pantano di domande e commenti (oltre che di intingoli e soufflé) che ti potrebbe annientare. Un buon sistema, relativamente facile, è quello di puntare il faro sugli altri, su quelli che vanno bene, sulle cose riuscite dei commensali, glissando velocemente sui proprio guai.

Tuo figlio zoppica a scuola anche quest’anno? Invece di profonderti in giustificazioni e dimostrazioni di delusione o di impotenza, sottolinea subito i successi del nipote genio, coinvolgendo tutta la famiglia nel coro dei complimenti: così, eviti ancora una volta di svilirti proprio lì, davanti alla famiglia riunita.

L’obiettivo è distogliere l’attenzione dai tuoi problemi che, tra l’altro, non si risolveranno durante una semplice cena delle festività. Il tuo lavoro non ti piace? Cerca tra i presenti chi si ritiene soddisfatto, e fagli raccontare come vanno le cose. Non si farà pregare due volte. Qualcuno ha notato con la solita aria di critica il fatto che sei ancora single? Mostra tutta la tua adorazione per la sua, “ovviamente” felice, condizione di coppia.

L’importante è riuscire a cambiare la direzione del discorso. Punta sulle declamazioni di successo degli altri, piuttosto che sulla tua autocritica. Anche se la cena ti rende meno attenta, e se l’atmosfera di intimità sembra permetterlo, non sei lì per fare ammenda, autocritica, o promesse di buoni propositi.

Sei lì per ascoltare, condividere solo gli argomenti che vuoi, ritrovare il piacere e il calore degli affetti, evitando di metterti sotto la lampada degli interrogatori

APRITI AD ASCOLTARE VERAMENTE 

Se riesci a valorizzare gli altri, a reclamare il gusto di sentire anche quelli che “ce l’hanno fatta”, con buona probabilità scoprirai almeno una sacrosanta verità. Ossia, che le persone di “successo” e realizzate hanno anche loro qualche incidente di percorso, un periodo difficile da superare.

Sapere che per nessuno la vita è facile e che i problemi delle persone che vivono le stesse situazioni s’assomigliano avrà l’effetto di ridimensionare quella sensazione di inferiorità o, peggio, di vittimismo che ti porta a essere negativa, pessiminista.

In poche parole, ti renderai conto che, più o meno, la vita, con i suoi alti e bassi, non risparmia nessuno. Per ultimo, ricordati qual è il
vero obiettivo delle cene natalizie: godersi la compagnia, soprattutto se è rara, dei presenti. Può essere un ricordo significativo e piacevole che ti accompagnerà per il resto dell’anno se vivi questi momenti con la necessaria disinvoltura.

Quella che si ottiene nel momento in cui si smetti di pensare a te stessa (con annessi e connesi di difetti e pregi) per farti coinvolgere da quella quota di calore, legato ai cibi elaborati da mani antiche o giovani sapienze, che questi momenti ti regalano. Un buon modo per sentirti più forte, carica della consapevolezza che sei meno solo ad affrontare l’esistenza.

PER NON ABBUFFARSI

> Una delle prime cose a cui devi stare attenta è quella di non affondare tutto il dispiacere di cene-tortura nel …cibo. In queste situazioni dove la tensione sale alle stelle è fin troppo facile lasciar andare completamente il proprio orgoglio e la propria forza di volontà, e farsi
travolgere dalla terza porzione di pasta.

> Per non farsi criticare anche su questo aspetto (“Ma come non mangi i tortellini?”) assaggia dall’antipasto ai dolci: ti togli il gusto della festa a tavola, ti sazi senza farti tentare da porzioni super e metti a tacere le insistenze dei parenti a stramangiare.

> Tieni in mente, comunque, che la festa deve  essere di un giorno, non di due settimane. Quindi, mangia liberamente in un’occasione,al massimo: pranzo di Natale e cenone di San Silvestro, per il resto dei giorni evita panettoni, cioccolatini & co.

Articolo pubblicato sul n.1 di Starbene in edicola dal 20/12/2016

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