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I rimedi se sgarri con la dieta

Seguire uno schema alimentare espone continuamente al rischio di errori, soprattutto durante le feste. Ecco come affrontarli

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Le tentazioni fanno parte della vita: la personalità e l’autostima si formano confrontandosi con i momenti di crisi, con situazioni che mettono in discussione ciò che si dava per acquisito o ci spingono a comportamenti che pensavamo di poter evitare. L’importante è non lasciarsi scoraggiare da questi errori, non farsi sopraffare dal senso di colpa, ma guardare avanti senza farsi condizionare.

Un esempio concreto? La dieta. Seguire un regime alimentare diventa spesso una sfida con se stesse, perché espone continuamente al rischio di sgarrare. Come magari è successo anche a te, ora che hai avuto a che fare con i festeggiamenti in famiglia o con gli amici per la Pasqua.

L’errore di base, fin troppo facile da commettere anche inconsapevolmente, è considerare la dieta come il metro su cui misurare chi sei e quanto vali, confondendo il valore di un gesto con il valore della persona. Ecco allora che il cedimento al pranzo di Pasqua, anziché uno scivolone da cui rialzarti subito, diventa una sconfitta bruciante.

Eppure sempre più spesso le diete contemplano “sgarri programmati”, proprio perché è ormai chiaro che la salute del corpo è legata al benessere della mente. E allora, prova a sfruttare la crisi del dopo-pranzo pasquale per riflettere sul tuo modo di affrontare la vita, con i suoi alti e bassi. Ti accorgerai che certi schemi mentali e convinzioni sono non solo inutili, ma anche dannosi. Come quelli che elenchiamo.


1. L’ho fatto perché non ho spina dorsale

Forse, quando hai iniziato la dieta, eri insoddisfatta di te stessa e ti rendevi conto di ricorrere al cibo per zittire quel senso di inadeguatezza che ti tormentava. Cedere alla tentazione, per te, non significa solo accumulare qualche cuscinetto sulle cosce, ma ricadere nella tua trappola interiore preferita, quella dell’autosvalutazione: ti ripeti che non vali nulla, non combini niente di buono e la prova è che non sei stata nemmeno in grado di controllarti a tavola. Ferma!

Per uscire da questo loop e rientrare in contatto con la realtà, l’unica è riuscire a mettere a fuoco i tuoi successi. Sicuramente hai degli affetti, amici che ti vogliono bene, magari un compagno che ti coccola e dei bambini. Ciascuno di questi è un risultato che ti sei guadagnato. Hai un lavoro? Un diploma? Un talento particolare, un’abilità, una caratteristica che qualcuno ti invidia? Invece di pensare ai chili in più, concentrati sulle tue conquiste. Per ottenere ogni risultato avrai dovuto impegnarti, lottare, cadere e rialzarti. Fai la stessa cosa con la dieta: hai avuto una battuta d’arresto, ora riparti.


2. Per rimediare devo fare la fame

Se vedi il mondo in bianco e nero, senza sfumature, ti basta una sbavatura per andare in crisi. Per settimane o mesi hai seguito un regime alimentare rigidissimo, vedendone i risultati giorno dopo giorno sulla bilancia. Le amiche ti fanno i complimenti, il tuo compagno ti guarda con occhi soddisfatti.

Poi arriva Pasqua e ti mangi mezza colomba. Invece di prenderlo come uno sfogo una tantum o un premio per lo sforzo sostenuto, ti senti sbagliata e in colpa per quel bug nel tuo sistema di controllo. In più ti senti incompresa perché nessuno, vedendoti così in forma, organizzata e concentrata sul tuo obiettivo, capisce la tua profonda sofferenza per quel singolo sgarro.

Per chi ha il tuo forte bisogno di tenere saldamente le redini della propria vita – o almeno di pensare di farlo – è difficile accettare il fatto che la perfezione non esista, e la sua ricerca incessante porta alla mortificazione di ogni piacere e gioia, in sostanza della vita stessa.

Prova a darti un po’ di tempo per ritornare nei tuoi drittissimi binari, senza cedere alla “punizione” di una dieta ancora più drastica per compensare l’errore. E pensa che, se ti senti gonfia, più della porzione di dolce può essere responsabile l’ansia che ti opprime. Perdonati e cerca di rilassarti.


3. Non posso concedermi certi cibi sfiziosi

La dieta non ti pesa particolarmente e riesci ad attenerti alle regole senza troppo sforzo, ma quando in tavola vedi certi cibi (il cioccolato, la colomba, l’agnello con le patate, la pasticceria mignon: questione di gusti), perdi ogni freno e ti lasci andare. In questi casi non c’è bisogno di scomodare l’inconscio. Semplicemente è possibile che la dieta non tenga conto della realtà alimentare individuale e delle passioni particolari di ciascuno di noi.

Perché, bisogna ricordarlo, una dieta non si fa solo per dimagrire (questo è un aspetto specifico e limitato), ma dovrebbe essere un modo sano e salutare di alimentarsi: pertanto dovrebbe prevedere, seppure in modo controllato, tutti gli alimenti che fanno parte della cultura di ciascuno.

Per questo è così importante che la dieta sia personalizzata ed elaborata da uno specialista che sappia integrare linee guida e passioni personali, comprendendo lo sgarro occasionale in situazioni eccezionali. Perché anche i cibi “sfiziosi” dovrebbero far parte della dieta di una persona sana.

Perciò, quando ti assale una voglia ben definita e le tabelle non contemplano quel piatto, considera la possibiltà di rivedere, con l’aiuto dello specialista, il tuo piano alimentare. Forse ti eri dimenticata di confessare il desiderio di cibi considerati proibiti, il tuo dietologo non conosce le tue radici, oppure nella tua dieta “fai da te” hai optato per un sistema troppo rigido. Se riesci ad ammorbidirlo un po’, il cedimento occasionale non sarà più motivo d’ansia e di senso di colpa.


4. Ormai ho sbagliato, è inutile continuare

Dagli errori, nel migliore dei casi, puoi anche imparare: per migliorarti nell’immediato ed evitare almeno una parte di quelli che potresti commettere in futuro. Però devi evitare la trappola di due reazioni negative: colpevolizzarti e scoraggiarti.

Considera che cedere a una tentazione sottolinea il fatto che hai resistito a tutte le altre, e di questo devi sentirti orgogliosa. Poi, invece di cedere le armi, contrattacca. Cerca di individuare i trigger (cioè i fattori scatenanti) che innescano il desiderio di cibo: la solitudine, o al contrario la compagnia? La malinconia, o invece un’occasione di festa? La sindrome premestruale, il freddo, la noia?

Se capisci qual è l’elemento che ti mette a rischio, ti sarà più facile affrontarlo, quando si presenta, senza lasciarti sorprendere e sopraffare. E nel caso in cui ci ricascassi, ricorda che una caduta non è un fallimento. Saper distinguere i due casi è già un grosso passo avanti.


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Articolo pubblicato sul n. 18 di Starbene in edicola dal 18/04/2017

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