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Ai bambini piace la Biennale d’Arte

A Venezia i più piccoli scoprono, divertendosi, i linguaggi dell’arte

Foto Biennale di Venezia



A Venezia, la Biennale è un mondo incantato in cui fare entrare i tuoi bambini. Si è aperta il 9 maggio e si concluderà il 22 novembre, quindi c’è tutto il tempo per programmare una visita: trascorrerai una giornata emozionante e farai appassionare i tuoi figli all’arte contemporanea.

Le opere esposte sono moltissime, le trovi principalmente ai giardini della Biennale e all’Arsenale, ma ci sono mille altri eventi disseminati per la città. Con i bambini, però, l’ideale è godersi il piacere di esplorare senza pretendere di vedere tutto, altrimenti si rischia di sfinirli.

Il titolo della 56esima esposizione è All The World’s Futures: si parla del futuro del mondo con un linguaggio che i bambini sono molto più abituati di noi a usare, quello dei segni, dei colori, dei suoni, delle sensazioni tattili. Per un piccoletto che magari ancora fatica a declinare i verbi e le congiunzioni l’arte contemporanea è facile, non ha bisogno di essere “spiegata”. Certo se ne può parlare, ma non è così indispensabile. I messaggi arrivano lo stesso.

Mia figlia è rimasta folgorata da un’istallazione del Centro America: in uno dei grandi ambienti dell’Arsenale erano collocati in doppia fila dei piccoli altoparlanti, ognuno dei quali riproduceva brani di conversazioni nei dialetti delle località più remote di quel continente. Ha passato un quarto d’ora a scorrazzare da un altoparlantino all’altro completamente rapita da quei piccoli frammenti di chiacchiere così musicali. Preziose perché uniche e diverse. Nel salone del Kosovo il pavimento era ricoperto da morbida sabbia blu cobalto che faceva risaltare in modo magnifico il grigio di alcune grate di metallo: bello affondare i piedi nei granelli di questo tappeto colorato, facile avvertire il contrasto con la durezza delle sbarre, dei confini. E poi c’era l’Islanda che proponeva l’opera provocatoria di Christoph Büchel: una moschea (dove entrare a piedi scalzi e con i capelli coperti da un foulard) allestita all’interno di una chiesa, quella di Santa Maria della Misericordia a Cannaregio. A mia figlia è piaciuta subito.