Tolleranza, come reagire senza perdere le staffe

In estate le occasioni per innervosirsi di fronte alla maleducazione altrui aumentano. Ecco come evitare



di Giulia Trabella

Le chiacchierate a voce altissima dei vicini, lo sconosciuto dell’ombrellone accanto che ti “ruba” ’ombra... I tuoi nervi, in estate, sono messi a dura prova dagli affronti (piccoli o grandi) degli altri. «La soluzione non è isolarti dal mondo e neppure scattare con rabbia di fronte a ogni situazione percepita come insostenibile, ma allargare la tua finestra di tolleranza», afferma Terenzio Traisci, psicologo e comico, ideatore dell’Ingegneria del Buon Umore. «Significa smettere di pensare di essere in balia di eventi sfortunati o che gli altri agiscano solo per provocarci». Ecco come passare un agosto “indulgente.


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> Liberati dai pregiudizi
«Uno dei meccanismi di difesa che stanno alla base dell’intolleranza è la proiezione, ovvero la tendenza a non vedere l’altro per quello che è, ma ad attribuirgli intenzioni malevole e aggressive », spiega lo psicoanalista Giuseppe Maiolo, autore del libro Lessico psicologico: 100 parole per capire e capirsi meglio (Erickson). «La tolleranza, al contrario, nasce quando non ti fai condizionare dal pregiudizio ma sei disponibile a comprendere e accettare l’altro. Ovviamente, questo sforzo non serve a nulla se non sei anche disposta a contenere i tuoi impulsi a reagire».

> Controlla il respiro
«Calarti nell’altro e capire i suoi motivi, cioè entrare in empatia, non è facile se sei in balia dello stress», puntualizza Terenzio Traisci. «Quando capita qualcosa che ti spinge fuori dalla tua finestra di tolleranza, infatti, scattano agitazione, ansia e rabbia, reazioni che comportano apnea o affanno: meno ossigeno e tensione sono le condizioni peggiori per affrontare queste situazioni! ». Perciò, prima di imbarcarti in qualsiasi ragionamento logico del tipo “il vicino di ombrellone è anziano e non riesce a spostare il lettino nella sua ombra, ecco perché sfrutta la mia!” è necessario recuperare il respiro “corretto”, da persona serena, che ti rende subito più calma e lucida. Come si fa? «Apri le spalle, spingi in dentro la pancia e butta fuori tutta l’aria che hai nei polmoni», spiega Traisci. «Inspira a fondo dalla bocca aperta e sorridente, facendo “ahh” come se tu fossi sorpresa, e trattieni il fiato per 4 secondi, così da consentire all’organismo di utilizzare l’ossigeno al meglio».

> Sfrutta il sorriso
«Il passaggio successivo è riprendere a inspirare dal naso, ma sempre tenendo la bocca aperta e sorridente: da numerosi studi di neuroscienze sappiamo che le micro-espressioni facciali sono quelle che influenzano maggiormente il cervello, quindi, se il tuo volto sorride, inizierà a sorridere anche il tuo umore»,

 

> Usa le parole
«Una volta che, grazie al respiro “sorridente”, il tuo cervello ha iniziato a rilasciare le endorfine, cioè gli ormoni del benessere, sei in grado di utilizzare le parole per sdrammatizzare la situazione», afferma Terenzio Traisci. Per esempio, quando l’automobilista dietro di te lampeggia con gli abbaglianti perché vai troppo lenta, puoi dirti, anche a voce alta: “Deve avere proprio fretta... siccome a me non corre dietro nessuno, accosto e lo lascio passare!”. Sei in albergo e i bambini della camera accanto alla tua hanno fatto rumore e ti hanno rovinato la siesta? Invece di farti il sangue amaro perché “i loro genitori sono degli incapaci”, di’: “È capitato e ormai... pazienza!”. Certo, se il disturbo dovesse ripetersi, sei più che autorizzata a far presente la cosa (in modo civile, ovviamente) al personale dell’hotel. «Perché essere tolleranti non significa subire passivamente le abitudini e gli atteggiamenti altrui e neppure essere indifferenti a ciò che succede intorno a noi», precisa Giuseppe Maiolo.

> Cerca il lato divertente
Riuscire a vedere qualcosa di divertente nelle situazioni che mettono alla prova la tua tolleranza aiuta. Certo, non è una capacità che si improvvisa, ma va allenata nel tempo. Come? «Tornando un po’ bambina, quando ti ingegnavi a trovare occasioni di gioco in ogni circostanza e bastava veramente  poco per farti ridere. Uno ti ha urtato salendo in ascensore: non ti viene da ridere vedendo che è maldestro? Non sottovalutare il potere della risata: come hanno dimostrato recenti studi, ridere provoca il rilascio dell’ossitocina. Si tratta dell’ormone della fiducia e dell’empatia, che ti fa avvicinare agli altri con meno sospetto e più comprensione, ovvero ti rende più tollerante!».

Testo pubblicato sul n. 32 di Starbene del 28/07/2015

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