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Cure per l’alopecia areata: la Prp

Grazie a una serie di micropunture indolori nelle aree diradate, il cuoio capelluto si rigenera e aumenta la densità capillare. Ecco come agisce

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L’alopecia areata mina l’immagine di sé, gettando nello sconforto e nell’imbarazzo, si può ricorrere a trattamenti medici “d’urto” di comprovata efficacia. «Terapia consolidata ormai diffusa in tutta Italia, è la Prp (plasma ricco di piastrine), che consiste nel prelevare una piccola quantità di sangue dal paziente, separare il plasma dalla parte “rossa” e iniettarlo nel cuoio capelluto con un ago sottilissimo a becco d’oca, che penetra nello spessore della cute per un millimetroe mezzo», spiega la dottoressa Orlando.

«Tante “punturine” veloci e indolori, nelle aree glabre, che hanno lo scopo di apportare tutti i fattori di crescita nascosti nelle piastrine, per un’azione rigenerante naturale. Si crea, infatti, una rete di nutrimento che favorisce la densità capillare fin dalla prima seduta.


L’ideale, però, è fare un ciclo di 4 sedute (una ogni 3 settimane) che costano 300 € l’una». Inalternativa o in aggiunta  alla Prp, funziona la carbossiterapia, microinfiltrazioni di anidride carbonica, gas che migliora la vascolarizzazione e l’ossigenazione del cuoio capelluto. Si consigliaano 8-10 sedute a cadenza bisettimanale (100 € l’una).

E se i risultati tardano ad arrivare? «Allora è possibile completare il ciclo di Prp o di carbossiterapia con appositi “filler” per capelli», risponde Orlando. «Sono a base di peptidi biomimetici, sostanze riempitive e riparatrici di sintesi, frutto della moderna tecnologia. Mimano, infatti, l’azione degli amminoacidipresenti nel bulbo e nella cheratina». 


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Articolo pubblicato sul n.19 di Starbene in edicoal dal 25/04/2017

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