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Antiage: i nuovi filler non reticolati

Sono disponibili formule più sicure con un addensante che riduce i rischi di allergie. Scopri quali sono

credits: istock




È il re dei filler. Ma molte donne evitano le punturine di acido ialuronico temendo che possano scatenare un’allergia o reazioni da corpo estraneo, con la formazione di piccoli granulomi sottopelle. Una paura infondata? La risposta è ni.

Questa sostanza, di per sé, è innocente. Mucopolisaccaride naturalmente presente nella pelle, nelle congiuntive e nelle mucose, non può provocare alcun effetto collaterale. Però possono darne, in casi comunque rari, le sostanze chimiche con cui l’acido ialuronico viene addizionato per formare il “crosslinkaggio”: un procedimento che, grazie alla creazione di veri e propri ponti tra le molecole, lo rende stabile e duraturo.

Altrimenti, se non fosse legato ad alcun additivo, il suo effetto idratante e antirughe verrebbe meno nel giro di pochissimi giorni. «Le sostanze più sotto accusa sono due: il Bdde (butanediol- diglycidyl-ether) e il Dvs (divinyl sulfone): “reticolando” il filler, ne aumentano la visco-elasticità», spiega la dottoressa Nadia Tamburlin, docente alla Scuola di Medicina Estetica Agorà di Milano.

«Il rischio riguarda soprattutto le punturine che vantano un effetto volumizzante (per esempio, per aumentare gli zigomi) perché contengono una concentrazione particolarmente alta delle sostanze incriminate».


Una sostanza usata in molti farmaci

«La novità è che oggi sono stati messi a punto dei filler totalmente privi di Bdde e Dvs, che usano come unico stabilizzante il Peg (polietilenglicole). Una sostanza decisamente meno a rischio di problemi post-trattamento», spiega l’esperta.

Il Peg ha un lungo collaudo alle spalle. Viene infatti usato da 30 anni come aggregante, stabilzzante e vettore di molti farmaci, compresi diversi chemioterapici. E, allo stato attuale, non si conoscono reazioni indesiderate.

«Vantando un maggior profilo di sicurezza, i nuovi filler che rinunciano al tradizionale crosslinkaggio a vantaggio del Peg sono particolarmente indicati alle donne che soffrono di patologie autoimmuni o hanno una polisensibilità allergica a diverse sostanze», suggerisce la dottoressa Tamburlin.

«Più in generale, sono consigliati a chi non ha mai fatto un filler e ne teme molto i possibili, anche se rari, effetti collaterali», conclude l’esperta.


I rischi di quelli classici

I filler reticolati possono causare una reazione allergica, con immediato gonfiore e rossore dell’area trattata e la necessità di ricorrere al cortisone.

«I granulomi, invece, possono manifestarsi anche dopo 6-7 mesi dalle iniezioni», spiega la dottoressa Nadia Tamburlin. «Si interviene con l’antibiotico e, talvolta, l’infiltrazione di ialuronidasi, l’enzima che scioglie l’acido ialuronico».


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Articolo pubblicato sul n. 28 di Starbene in edicola dal 27/6/2017

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