Fame nervosa: come controllarla

Sono molte le sostanze che aiutano a tenere a freno l’appetito. Ecco una guida alle più efficaci



Si mandano giù con un sorso d’acqua e, come per magia, l’appetito scompare o diminuisce. Sono i farmaci anoressizzanti, un aiuto per dimagrire prescritto dai dietologi, che però ora ha subito un giro di vite.

Dal mese scorso, dietro segnalazione dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), il ministero della salute ha vietato tutte le preparazioni galeniche a scopo dimagrante, realizzate dal farmacista su prescrizione medica.

Il motivo è semplice: i “cocktail” di sostanze che combattono la fame nervosa possono nuocere alla salute fino a causare, nei soggetti a rischio, ipertensione polmonare e incidenti cardiovascolari di varia natura.


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I FARMACI FUORI LEGGE 

«Chiariamo un punto: delle sostanze anoressizzanti sono state vietate soltanto le formulazioni galeniche (dette anche magistrali), più soggette a mix pericolosi e a rischi di sovradosaggio, non le singole molecole farmaceutiche», spiega il dottor Ascanio Polimeni, esperto in Pnei (psiconeuroendocrinoimmunologia) e direttore dei Centri per la menopausa di Roma e Milano. «Nulla vieta al medico di prescrivere queste sostanze singolarmente, con il marchio delle diverse case farmaceutiche, scegliendole in base al tipo di fame nervosa».

LE MOLECOLE OK

Qualche esempio? Per chi “rumina” in continuazione (caramelle, grissini, chewing-gum) possono essere prescritti sia l’ibupropione, che tiene alta la dopamina, il neurotrasmettitore che media le sensazioni piacevoli nel cervello, sia la fluoxetina e il clorazepato, che agiscono sulla serotonina, altro ormone del benessere. Entrambi hanno un’azione antidepressiva e smorzano gli attacchi di fame dettati da stati d’ansia, come quelli che si verificano in concomitanza del ciclo mestruale, prima di andare a dormire o addirittura nel cuore della notte (sono i famosi “night eaters”, gli svaligiatori del frigo notturni)».

Il topiramato (altro farmaco vietato nella versione galenica) può dare una mano a chi associa la fame compulsiva a frequenti attacchi di emicrania, la furosemide a chi soffre di ritenzione idrica (è un forte diuretico), il triac alle donne obese e ipotiroidee, mentre la metformina è ottimale per chi ha il diabete perché migliora la sensibilità all’insulina e, stabilizzando la glicemia, evita i picchi di appetito dettati dalle oscillazioni glicemiche.

In alternativa a questi farmaci, esistono delle sostanze naturali vendute senza ricetta medica che possono aiutare chi soffre di fame nervosa. Le trovi qui di seguito.

4 PIANTE AMICHE DELLA DIETA

1 Lo zafferano è anti-ansia

L’estratto di zafferano è il nuovo integratore alimentare che, modulando la serotonina, attenua la fame nervosa legata all’ansia, alla noia o alla frustrazione. «È un ansiolitico naturale consigliato alle donne che mangiucchiano tra un pasto e l’altro», precisa il dottor Polimeni.

«Due compresse da 88 mg l’una, appena prima di pranzo e cena. Si trova associato con il cromo, oligoelemento che regola i livelli di zuccheri nel sangue e favorisce il controllo dell’appetito». Controindicato in gravidanza.

 2 La Rhodiola allontana lo stress

Pianta diffusa nel Nord Europa e sulle vette alpine, la rhodiola rosea migliora la lipolisi, cioè la mobilizzazione dei grassi, ma soprattutto aumenta fino al 30% i livelli di serotonina, contrastando gli attacchi di fame compulsiva grazie a un pool di polifenoli e flavonoidi.

«È ideale per affrontare periodi di stress intenso (esami, lavoro, malattie, surmenage familiare) ad alto rischio di abbuffate. Prendine una capsula da 400 mg prima dei pasti», spiega Polimeni. Non superare la dose: mantenendo alta la serotonina, se si eccede può dare insonnia.

3 Il glucomannano dà sazietà

Fibra vegetale ricavata dall’Amorphopallus Konjac (pianta erbacea delle Aracee), il glucomannano svolge un’azione meccanica di riempimento dello stomaco. In polvere o capsule, prese mezz’ora prima dei pasti, richiama molta acqua, assumendo una forma gelatinosa.

Gonfiandosi come un palloncino, il glucomannano distende le pareti gastriche e regala un senso di pienezza che spinge a mangiare di meno. La dose? Non più di 4-5 grammi a pasto: oltre può dare nausea, vomito, diarrea e colite.

 4 Il caffè verde fa bruciare

L’acido clorogenico contenuto nel caffè verde è indicato se hai una tendenza al diabete, sei obesa o in sovrappeso. «È un antifame naturale che tiene bassa la glicemia e migliora la sensibilità all’insulina», puntualizza il dottor Polimeni.

«Migliorando il metabolismo degli zuccheri, evita gli sbalzi glicemici che spingono a mangiare i dolci». La dose? 2 compresse da 400 mg al giorno. Come tutte le sostanze eccitanti, anche il caffè verde è sconsigliato a chi soffre di ipertensione arteriosa.

Articolo pubblicato sul n. 39 di Starbene in edicola dal 15/09/2015

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