Dolcificanti: impara a conoscerli

Aiutano a ridurre le calorie assunte nel corso della giornata. Gli esperti spiegano quali sono e come usarli bene



di Valeria Ghitti

Demonizzare lo zucchero comune non è giusto ma se hai qualche chilo di troppo, limitarlo è indispensabile. «Il saccarosio di per sé non fa male, ma diventa pericoloso, come del resto altri macronutrienti, se consumato in eccesso, perché può creare squilibrio tra le calorie introdotte e quelle bruciate, favorendo sovrappeso, obesità e le malattie che ne derivano come il diabete», conferma il nutrizionista Andrea Poli, presidente dellla Nutrition Foundation of Italy.


Per chi non vuole rinunciare alla dolcezza scendono in campo gli edulcoranti: soddisfano il palato con poche o pochissime calorie. Il nostro esperto ti spiega quali sono e come usarli bene.

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Le due famiglie di edulcoranti

Fra i dolcificanti occorre distinguere, innanzitutto, gli edulcoranti intensivi dai polioli. I primi comprendono principalmente aspartame, acesulfame K, saccarina, ciclamati e sucralosio: sono prodotti di sintesi e conferiscono a cibi e bevande cui sono aggiunti un gusto dolce praticamente a zero calorie (dolcificano da 30 a 500 volte più del saccarosio, lo zucchero comune).

«Rientrano in questo gruppo anche i derivati della stevia: provenienti dalla pianta omonima, sono però sottoposti a una complessa lavorazione industriale», precisa Poli. Puoi trovare gli edulcoranti intensivi sia in compresse, polvere o gocce da aggiungere al caffè o ad altre bevande al momento del consumo, sia nella maggior parte dei prodotti “senza zucchero”: oltre a caramelle e chewing-gum, anche bevande analcoliche, yogurt, marmellate. Sono sempre indicati in etichetta per nome o sigla e spesso in combinazione tra loro, per ottenere sapori più gradevoli (la stevia ha un retroquanto gusto di liquirizia, altri, come il ciclammato, sono più “metallici”).

I polioli (come xilitolo, mannitolo, sorbitolo), invece, sono edulcoranti naturali, hanno circa la metà delle calorie dello zucchero ma anche un più basso effetto dolcificante. Li trovi prevalentemente nelle caramelle e nei chewing gum. «In genere sono usati dalle aziende perché danno consistenza (alcuni anche perché riducono il rischio di carie) al prodotto ma non sono di grande aiuto nel tagliare in modo drastico le calorie», avverte il nutrizionista.

Non sono pericolosi per la salute

Da decenni si dibatte sulla sicurezza dei dolcificanti, soprattutto sulla possibilità che possano favorire la comparsa di tumori. «Ormai abbiamo raccolto dati certi che escludono un’associazione tra questi additivi e il rischio di almeno una ventina di tumori (tratto digerente, fegato, pancreas, urinari e tumori ormono-correlati, oltre a quelli cerebrali e del sangue). Anche la saccarina, cancerogena sulla vescica dei roditori, non lo è per l’uomo, perché metabolizzata in maniera diversa», rivela Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’Università degli Studi di Milano.

La IARC (l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS), infine, ha classificato come non cancerogeni anche i ciclammati, concessi nell’UE ma ancora vietati negli USA.

L’importante è non abusarne

«Gli edulcoranti sono ammessi in commercio dopo verifiche e valutazioni tossicologiche approfondite, riesaminate ogni dieci anni, e solo se sono privi di rischi alle dosi comunemente usate», tranquillizza anche Marina Marinovich, docente di tossicologia della Statale di Milano.

Per ciascun edulcorante intensivo esiste una dose giornaliera ammissibile (DGA) sotto la quale è escluso qualsiasi pericolo per la salute. «È diversa per ciascuna sostanza ed è calcolata in base al peso di chi la assume, ma è sempre almeno cento volte più bassa della quantità che ha dimostrato di non avere alcun effetto negativo sugli animali, pur somministrata tutti i giorni per due anni, tanto che anche superare la soglia occasionalmente non è pericoloso», continua l’esperta.

Tieni conto, inoltre, che le dosi ammesse nei prodotti sono quantificate per evitare che il consumo effettivo medio possa far superare le soglie di sicurezza. Il consiglio comunque è di usare gli edulcoranti con moderazione (leggi qui di seguito). Per i polioli non c’è una DGA, ma l’eccesso (sopra i 20 g al giorno negli adulti, 10 nei ragazzi), può dare effetti lassativi.

Così non sbagli 

Il Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (l’ex INRAN) sconsiglia l’uso di edulcoranti sotto i tre anni di vita, in gravidanza e durante l’allattamento. Prudenza nell’assunzione di dolcificanti anche da parte di bambini e ragazzi: meglio darli solo su consiglio del medico. 

Per gli adulti vale la regola di non abusare dei prodotti light solo perché con poche calorie. Bisogna leggere le etichette (se soffri di fenilchetonuria non puoi assumere aspartame) e cercare di non usare come dolcificante da tavola lo stesso presente nei cibi light consumati di solito. Meglio, inoltre, preferire i prodotti con un mix di edulcoranti: si riduce ulteriormente la possibilità di superare le singole dosi limite.

Articolo pubblicato sul n. 52 di Starbene in edicola dal 15/12/2015


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