Fichi e prugne, dolcezze di stagione

A ogni periodo dell’anno i suoi frutti: proprietà e caratteristiche della frutta di tarda estate – inizio autunno



di Paola Toia

IL TEMPO DEI FICHI E DELLE PRUGNE
Con l’arrivo di agosto ci si appresta ad accogliere sulle proprie tavole nuovi prodotti di stagione, come i dolci fichi e le succulente prugne. Sulla nostra salute hanno numerosi effetti positivi ed è pertanto bene introdurli nella propria dieta e consumarli quando il periodo è giusto. Di entrambi i frutti è presente la variante secca che, se per i fichi è più calorica, per le prugne presenta molte proprietà benefiche. Di seguito tutto ciò che è utile sapere!



I FICHI: DOLCE DELIZIA
I fichi (Ficus carica L.) conquistano i palati dei più grazie alla polpa carnosa e al tipico sapore dolce, che li rende perfetti per preparazioni dolci come marmellate o per la farcitura di torte, ma anche per portate salate. Il connubio vincente è rappresentato dall’accostamento con il salame o il prosciutto crudo, dando vita ad antipasti o secondi piatti freddi particolarmente indicati durante la stagione calda. Questi splendidi frutti sono tipici dell’estate e della prima parte dell’autunno. Per quanto riguarda la loro origine, la si fa risalire all’antica Caria (da qui deriva il nome latino), regione dell’Asia Minore, mentre a coltivarli sarebbero state le prime civiltà agricole di Palestina ed Egitto. In seguito alla scoperta delle Americhe si assiste alla diffusione della pianta del fico in quel continente, poi in Sud Africa, in Cina, in Giappone e in Australia.

Ricetta per una merenda sana: biscotti ai fichi!

PROPRIETÀ E BENEFICI DEI FICHI
È importante mangiare i fichi perché sono ricchi di vitamine (A, B1, B2, PP e C), calcio (fanno bene alle ossa) e polifenoli (antiossidanti naturali); hanno proprietà lassative (essendo ricchi di fibre) e antinfiammatorie (per la presenza di antiossidanti, minerali e vitamine). Inoltre svolgono un’azione di difesa della pelle e possono essere impiegati in impacchi per trattare ascessi  e gonfiori, per disinfiammare i foruncoli, ottimi anche per curare le infezioni urinarie o polmonari, gli stati febbrili e le gastriti. Spesso non sono previsti nelle diete perché considerati troppo calorici, ma bisogna stare attenti a non confonderli con i fichi secchi: quelli freschi forniscono al nostro organismo circa 50 calorie ogni 100 g, mentre quelli secchi 249 kcal.

CONSERVAZIONE DEI FICHI E CONTROIDICAZIONI
I fichi freschi non sono frutti che si conservano a lungo e, se non consumati subito, possono rimanere in frigorifero fino a un massimo di tre giorni. È bene riporli in contenitori per alimenti chiusi, per evitare che assorbano gli odori di altri cibi. Possono essere anche surgelati, ma bisogna ricordarsi di consumarli non più tardi di 30 giorni. Altro discorso per i fichi secchi, di più lunga conservazione, purché non resi accessibili agli insetti, attirati dallo zucchero.

Avvertenze per chi è predisposto all’insorgenza di calcoli renali o alla cistifellea: il consumo di questi frutti va limitato, perché contengono ossalati, sali di calcio dell’acido ossalico. In caso di interventi, evitare di mangiare fichi (almeno per le 2 settimane antecedenti all’operazione chirurgica) in quanto nelle persone più sensibili possono provocare il sanguinamento del tratto digestivo.

Per il buonumore bere succo di carote e fichi!

CURIOSITÀ’ SUI FICHI
Per gli induisti e i buddhisti i fichi sono il simbolo della conoscenza e della verità, mentre a detta del  filosofo greco Plutarco avrebbero una valenza sacra e secondo altre fonti sarebbero legati alle origini di Roma. Un’antica leggenda racconta, infatti, che la lupa che si era presa cura di Romolo e Remo riposava sotto una pianta di fico. Platone, gran consumatore di questi frutti, sosteneva che avevano il potere di accrescere l’intelligenza, mentre Plinio affermava che aiutavano ad aumentare la forza dei giovani e a mantenere la salute degli anziani.

PRUGNE: BUONE E BENEFICHE
Originarie della Persia, le prugne (Prunus domestica L.) sono state introdotte in Europa dai cavalieri della prima crociata intorno al 1.200. Spesso vengono consumate, oltreché perché buone, per il loro potere lassativo. Infatti sono ‘amiche’ dell’intestino e sono alleate della nostra salute, grazie alla gran quantità di potassio, calcio, fosforo, magnesio, ferro, vitamina A e C, polifenoli e fibre che contengono. Si possono acquistare sia fresche (45 kcal per 100 g di prodotto) sia secche; queste ultime hanno una maggiore concentrazione di sostanze nutritive, zuccheri, molecole ad azione antiossidante, ma sono anche più caloriche essendo disidratate.

PROPRIETÀ E CONTROINDICAZIONI DELLE PRUGNE
Le prugne in 6 step:
-  svolgono un’azione drenante, disintossicante, saziante e regolatoria grazie alla presenza di molta acqua (88%) e a una buona quantità di fibre (soprattutto nelle prugne essiccate);
- proteggono il cuore e aiutano la regolazione della pressione sanguigna: si raccomanda di bere succo di prugna, ricco di potassio e povero di sodio;
- sono utili per i diabetici: il succo di prugna, infatti, contiene un alto contenuto di fibre in grado di impedire l’improvviso aumento di zuccheri nel sangue, mantenendoli sotto controllo;
- sono nemiche del colesterolo cattivo;
- in caso di anemia costituiscono una buona fonte di ferro, assorbimento ulteriormente aiutato dalla presenza di vitamina C;
- hanno proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, per la presenza della vitamina A e dei polifenoli, che ci proteggono dai radicali liberi, nemici delle nostre cellule.
- sono fortemente lassative, essendo ricche di potassio (190 mg su 100 g di prodotto);
- esercitano un’azione preventiva contro l’osteoporosi: secondo ricerche statunitensi (Florida State University), pubblicate sul British Journal of Nutrition, le prugne secche sarebbero in grado di prevenire fratture ossee e l’osteoporosi nelle donne in menopausa.

Consiglio: consumare 3-4 prugne al giorno, fresche o secche, partendo dalla colazione, il pasto più importante della giornata.

Ci sono però anche delle controindicazioni: quali? Se consumate in grandi quantità, possono causare diarrea, meteorismo, flatulenza. Sono da evitare in caso di colite, in quanto provocherebbero gonfiore e un aumento degli spasmi.

QUANDO MANGIARE LE PRUGNE?
Per esaltarne le virtù snellenti, le prugne possono diventare un mini-pasto se consumate (fresche o secche) con lo yogurt e i cereali. Al mattino sono ottime per favorire i movimenti intestinali e depurarsi, mentre durante il giorno si rivelano un valido spuntino per sedare la fame nervosa. Un decotto a base di prugne può essere quel che occorre per tonificare l’organismo prima di andare a letto. Utilizzate per preparazioni dolciarie di diverso tipo, le prugne sono largamente usate per la marmellata, da abbinare anche a formaggi stagionati, esaltandone il sapore dato il gusto tendente all’aspro del frutto.

Come cucinare l’arrosto di vitello con le prugne!



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